domenica 9 gennaio 2005

Il 2004 di Antonello Venditti si è concluso con tre concerti e altrettanti «tutto esaurito» a dicembre: a Torino, Genova e Milano. Il suo 2005 comincia stasera, con il concerto al PalaTrieste (alle 20.30, per l’ormai tradizionale «Buon anno Trieste» dell’Associazione Commercianti). Una sorta di anteprima del tour vero e proprio, il «Campus Live Tour», che parte il 5 febbraio ad Ancona, con tappe trivenete il 16 marzo a Trento, il 18 marzo a Verona e il 2 aprile a Padova.
Nel concerto, come nel cd/dvd «Campus Live», uscito nelle settimane scorse, alcuni dei grandi successi del cinquantaseienne cantautore romano. Riletti in una versione più rock, nella quale le chitarre hanno preso il posto dello storico pianoforte.
«È stata una specie di rivoluzione nata dal basso - ha spiegato Venditti -. La band mi ha detto: basta con questo pianoforte, ora si cambia registro. E io ho deciso di assecondare quegli umori. Da questo rapporto dialettico è nata una sfida: rifare le mie canzoni, anche quelle che sembravano e sembrano improponibili senza pianoforte (come ”Notte prima degli esami”, ”Sotto il segno dei pesci”...), con una struttura musicale diversa, nella quale io mi limito a cantare. È stato fatto un grande lavoro chitarristico, e ora le canzoni senza la mia ”pesantezza” volano, grazie a un gruppo rock-folk-country molto divertente...».
Per quanto riguarda il disco: «Si tratta di un ”live” un po’ anomalo: nel senso che di solito l’album si fa dopo una tournèe, mentre stavolta noi lo abbiamo fatto prima. Il disco è stato infatti registrato in un campus che sa di America e invece sta a Cinecittà, nella nuova scuola laboratorio di musica aperta a Roma a settembre. Si chiama Campus, è una realtà inventata da Costanzo e Veltroni, inseguendo l’idea di una scuola senza professori, dove si fa anche letteratura, teatro, informatica, danza, ma dove soprattutto siamo tutti studenti».
Ancora il cantautore romano: «Lì, quest’estate, ci hanno dato una sala per tre mesi, dove provavamo e suonavamo davanti a pubblico di studenti e addetti ai lavori. La filosofia da cui è nato anche il disco è quella dello stare insieme, con i giovani, dando importanza non solo alla musica ma anche alla parola, cantata e parlata. È venuto fuori questo disco, decisamente diverso dai miei precedenti dischi dal vivo. ”Circo Massimo” era la fotografia di un grande concerto-evento, l’atto d’amore per una città e per una squadra di calcio. ”Da San Siro a Samarcanda” era invece il frutto in un tour particolare, con tanti concerti. Questo è invece un piccolo prodotto di laboratorio, con l’idea di ritrovare, di rivisitare alcune canzoni, rifacendole senza orpelli, più crude, con un romanticismo diverso da quello a cui avevo abituato il mio pubblico».
In questo concerto Venditti è accompagnato sul palco da una band composta da Alessandro Centofanti (tastiere), Derek Wilson (batteria), Fabio Pignatelli (basso), Marco Rinalduzzi, Maurizio Perfetto e Giovanni Di Caprio (chitarre), Amedeo Bianchi (sax).
In scaletta, una trentina di brani, con nuove versioni di classici come «Sotto il segno dei pesci», «Ci vorrebbe un amico» («l’ho cambiata, il testo è più essenziale, la musica sembra nuova, ma soprattutto cambia il significato: è meno romantica, più dura, non parla più di un uomo deluso per amore, ma disposto ad aspettare...»), «Roma Capoccia», «Notte prima degli esami» (dedicata «a tutti quelli che non ci sono più, e penso a gente come Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, ma anche agli amici e ai parenti che non sono più qui...»), «In questo mondo di ladri», «Alta marea», «Ventuno modi per dirti ti amo», «Sara»... Fino alle più recenti «Che fantastica storia è la vita» (che dovrebbe aprire la serata), «Lacrime di pioggia» e «Addio mia bella addio», l'inedito contenuto in «Campus Live»: un brano che si rifà a un vecchio motivo che cantavano i soldati che partivano per il fronte nella guerra del ’15-’18, e che era a sua volta ispirata da una poesia risorgimentale del 1848.
Un nuovo viaggio musicale - questo di Venditti - che in qualche data potrebbe coinvolgere anche Francesco De Gregori e Gato Barbieri, i vecchi «compagni di strada» che con il loro contributo hanno arricchito l'ultimo album in studio di Venditti, «Che fantastica storia è la vita», premiato tempo fa con il prestigioso «Lunezia» per la qualità poetica dei testi.
Il concerto di Venditti di stasera (già esauriti gli inviti che sono stati distribuiti nei giorni scorsi) apre un 2005 ricco di musica per Trieste: sempre al PalaTrieste debutterà infatti il primo di febbraio il tour di Elisa e farà tappa il giorno 8 quello di Laura Pausini.

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