mercoledì 4 maggio 2005

«Il Mittelfest va benissimo. Ma io sostengo da tempo che la rassegna non dev’essere soltanto palcoscenico per presentare spettacoli teatrali e musicali, peraltro sempre di ottimo livello. Bensì diventare occasione di scambi e incontri politici, economici, commerciali...».

Lorenzo Pelizzo è presidente del Mittelfest da poco più di un mese, ma sta interpretando il suo ruolo in maniera decisamente propositiva. Dimostrando di conoscere piuttosto bene la realtà di cui si deve occupare.

«Non dimentichiamo che tanti anni fa - spiega infatti Pelizzo - l’allora ministro De Michelis aveva immaginato il Mittelfest come momento non solo di spettacolo ma anche e nelle sue intenzioni forse soprattutto politico, per entrare in dialogo con Paesi a noi geograficamente vicini, ma che all’epoca stavano al di là della cortina di ferro. Oggi siamo tutti in Europa, alcuni Paesi vi sono già entrati mentre altri lo faranno nei prossimi anni, ma la verità è che con questi nostri vicini ci si conosce ancora molto poco...».

Ecco allora, nell’idea del presidente della rassegna di Cividale, la cui edizione 2005 si svolgerà a fine luglio, l’opportunità di pensare a «momenti di incontro, di dibattito, di scambio politico ma anche economico e commerciale».

Ma Pelizzo non si ferma qui. «Ho molto apprezzato l’ultima edizione del festival e anche quelle precedenti. Riconosco dunque a Moni Ovadia e al suo predecessore, Giorgio Pressburger, il merito di aver portato a Cividale proposte culturali e artistiche di altissimo livello. Chiarito ciò, non posso non ricordare che il Mittelfest dev’essere anche palcoscenico per le nostre compagnie, per i prodotti culturali e spettacolari che nascono e vengono realizzati nel Friuli Venezia Giulia...».

A stretto giro di posta arriva la replica del direttore artistico. «Sono assolutamente d’accordo con la proposta del presidente - dice Moni Ovadia - ma è chiaro che non può essere compito nostro. Sarebbe infatti bello che lo stesso Pelizzo, con il sostegno dei politici regionali e non solo regionali, riuscisse a far convergere sul Mittelfest quel tipo di interessi che lui auspica. Immagino per esempio un dibattito con il ministro della cultura ungherese il giorno in cui presentiamo uno spettacolo ungherese...».

«Io ho sempre detto che bisogna unire i progetti culturali e quelli economici. Quando l’economia capirà che la cultura è un buon investimento, avremo fatto un bel passo avanti. Ma ci vogliono i fondi e le strutture. Cividale è un gioiello che va preservato. Io ho proposto di trasformare l’ex cementificio in un grande centro culturale e anche commerciale. Un altro esempio? Fra le eccellenze del Friuli Venezia Giulia c’è quella enogastronomica. Ebbene, valorizziamola anche all’interno del Mittelfest... La verità è che bisogna osare».

Per quanto riguarda la presenza delle realtà regionali, Ovadia risponde con il più classico dei «già fatto!». «Già l’anno scorso - ricorda infatti il direttore artistico - nel cartellone c’erano molte presenze regionali. Quest’anno faremo di più. Cito soltanto gli spettacoli con il Verdi di Trieste, con lo Stabile del Friuli Venezia Giulia, con La Contrada, con il Css, con il Teatro Club, con l’Accademia Nico Pepe... Non mi sembrano presenze di poco conto».

«Comunque un festival è una realtà in movimento - conclude Moni Ovadia - per la quale sarebbe necessaria una strategia di respiro almeno quinquennale. Io sono arrivato l’anno scorso e l’anno prossimo concludo la mia esperienza a Cividale. Spero che la prossima direzione, facendo tesoro di quanto realizzato da quelle precedenti, sappia aprirsi costruttivamente a una valida prospettiva futura...».

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