giovedì 9 febbraio 2006

Le prime parole dopo il trionfo? «È la più grande emozione della mia vita, è stata una lunga corsa durata tredici anni. Ho vinto il mio campionato del mondo partendo dalla panchina. Dedico questo premio al mio Paese, al mio pubblico, alla mia famiglia. Non pensavo di poter provare una gioia così profonda: quando me lo hanno detto, mi sono mancate le ginocchia...».
Laura Pausini, trentadue anni a maggio, seconda italiana dopo Domenico Modugno, premiato nel lontano 1958, a vincere il Grammy Award, si gode il meritato trionfo a quelli che tutti considerano gli Oscar della musica. Il suo «Escucha», versione per il mercato latinoamericano dell’album «Resta in ascolto», pubblicato in quaranta paesi, in italiano e in spagnolo, è stato considerato il miglior album latino pop. Una consacrazione che arriva pochi mesi dopo il premio per il migliore album pop di un'artista femminile ai Grammy latini.
Sincera e per nulla scaramantica, l’interprete nata a Solarolo, provincia di Ravenna, prima di partire per gli States aveva detto: «Vado a Los Angeles per vincere». E così è stato.
Una carriera che somiglia a una fiaba, la sua, cominciata tredici anni fa, di questi giorni, sul palcoscenico del Festival di Sanremo. Con lei nemmeno diciannovenne, sorridente e commossa, dopo il trionfo fra i Giovani con «La solitudine»...
«Ricordo bene quel momento - ci diceva un anno fa, alla vigilia di un concerto al PalaTrieste che poi fu purtroppo annullato -, era un sogno che cominciava a diventare realtà. Ma allora, anche nella più rosea delle aspettative, non mi aspettavo tutto quello che ho avuto. Tante volte mi sono chiesta se ero all’altezza, se me lo meritavo...».
«Quando ero piccola non sognavo nemmeno di fare la cantante. Sono sempre stata abituata a credere nelle mie emozioni, ai miei desideri, ma sono sempre stata molto realista. Poi ho sognato di andare a Sanremo e il sogno non si è mai spinto oltre a quello. Poi ho vinto, poi mi hanno chiamato in Olanda, poi tre mesi dopo ero prima in classifica in molti Paesi d'Europa. Faccio ancora molta fatica a definire tutto questo e a spiegarmi perchè sia accaduto proprio a me...».
Ieri, da Los Angeles: «La dedica è per la mia amata Italia, questo è un Grammy vinto per la mia terra. Vedo questa vittoria come un'occasione per sdebitarmi, per rendere loro, agli italiani, in parte quello che loro hanno regalato a me. Questa per me è anche una rivincita, un momento di orgoglio e di grande soddisfazione personale, considerato il fatto che ho appena finito un disco importante con un nuovo team ed è un momento in cui mi viene anche da pensare a quelle persone che agli inizi scommettevano che la mia carriera sarebbe finita dopo il secondo Sanremo. Invece eccomi qui...».
Fra i mille messaggi di congratulazioni, ieri a Laura Pausini è arrivato anche quello del Presidente Ciampi: «Ho accolto con soddisfazione la notizia della sua vittoria ai Grammy Awards. Questo riconoscimento testimonia il valore della musica leggera italiana e di una delle sue più giovani e rappresentative interpreti».

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