domenica 12 febbraio 2006

Le quota rosa nel rock ci stanno da un pezzo. Senza bisogno di nessuna legge, di nessun compromesso, di nessun intrallazzo di potere. Le quota rosa nel rock hanno diritto di cittadinanza almeno da quando l’universo femminile è stato capace di evadere dal triste ruolo delle «groupies», quelle ragazze che negli anni Sessanta seguivano le tournèe dei loro idoli, rigorosamente maschi, e dopo aver fatto un po’ di fila fuori dai camerini allietavano le loro altrimenti ruvide serate... Troppo poco, per l’altra metà del cielo. E così sono nate artiste come Joan Baez, Janis Joplin, Joni Mitchell, Carole King, Tina Turner... Sorelle maggiori - o madri - delle affollate generazioni successive: Madonna, ma anche Pat Benatar, Tracy Chapman, Chrissie Hynde, Alanis Morissette, Sheryl Crow, Lauryn Hill, Anastacia...


In Italia, se parliamo di rock al femminile, il discorso parte storicamente da Gianna Nannini. La quarantanovenne artista senese, trent’anni di carriera alle spalle (il primo album uscì per l’appunto nel ’76), non ha fatto in tempo a pubblicare il suo nuovo lavoro, intitolato «Grazie» (Universal), che se l’è visto schizzare al primo posto delle classifiche di vendita. Segno di un’attesa forte da parte del suo pubblico, cui non era evidentemente bastata, due anni fa, con «Perle», la rilettura in chiave acustica dei suoi classici.
«Questo album segna un cambiamento radicale nella mia vita e nella mia musica: dentro c'è tutta l'emozione di una nuova partenza», ha detto la Nannini. Che per l’occasione ha messo da parte elettronica e suoni finti, cercando l’emozione di suonare con un’orchestra. «Sei nell’anima» è stato il singolo apripista (con videoclip ambientato a Bratislava) ed è anche il primo brano del disco. Che vive di poca rabbia (anche se un brano s’intitola «Mi fai incazzare») e molta melodia, molte aperture orchestrali. Dal 19 febbraio in tour, prima data Firenze.
Cambio geografico e generazionale. Lei si chiama Katie Melua, è nata nell’84 in Georgia (ex Unione Sovietica) anche se poi è cresciuta in Irlanda, a Belfast. Ha pubblicato un disco intitolato «Piece by piece» (Edel), che la sta imponendo anche in Italia, dopo che l’album di debutto, «Call off the search», due anni fa ne aveva fatto un piccolo grande fenomeno. Tanto che è stata chiamata «la nuova Norah Jones». Grande voce, che sa passare dai toni forti a quelli vellutati. Suoni raffinati. Buone atmosfere jazz-blues. E bella la cover di «Just like heaven», dei Cure.
A proposito di «nuove Norah Jones». La terza segnalazione al femminile mette in pista il secondo disco di Amalia Grè, intitolato «Per te» (Emi). Nata quarant’anni fa a Ostuni, cresciuta prima a Perugia e poi musicalmente a New York, questa interprete è oggi la punta di diamante del canto jazz di casa nostra. Classica e al tempo stesso moderna, elegante e versatile, la signora usa le parole delle sue canzoni per fare grande musica, il che è privilegio di pochi e per pochi. Una manciata di piccole perle in forma di canzone, fra cui si fanno notare il gioco swing di «Peonia», una ballad fascinosa come «Angel my love», la versione scarna ma originalissima di «Quanto ti ho amato», già sentita nella versione di Roberto Benigni, che ne è anche autore con Nicola Piovani e Vincenzo Cerami...


Peppe Barra è la storia della canzone napoletana moderna. Il suo nuovo album «Matina» (RaiTrade) parte dall’omaggio alla madre Concetta, passa attraverso gli anni con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, arriva alla maturità da solista. Mezzo secolo di carriera, sublimato in dieci canzoni. Apertura con «Lisbona», dedicata a chi vuol fuggire dalla martoriata Napoli. Chiusura con una personalissima versione swing di «Pigliate ‘na pastiglia», suonata dal vivo alcuni anni fa proprio durante la serata in ricordo di Renato Carosone. In mezzo i suoni, i colori, la magia ma anche la povertà della capitale del nostro Sud.
«Dolci frutti tropicali» (Edel) è il nuovo disco di Pacifico, che alla terza prova discografica ormai non è più una sorpresa, ma una bella realtà della canzone italiana. Passato dal Premio Tenco nel 2002 alla partecipazione al Festival di Sanremo nel 2004. Ora esce con questi dieci brani, in qualche modo ispirati dal mare d’inverno, «che suscita - dice - una serie di pensieri e in cui la scrittura diventa compagnia». Canzoni vestite di arrangiamenti a tratti scarni ed essenziali, a tratti addirittura imponenti, nelle quali spicca l’attenzione alla ricerca musicale ma anche linguistica. Fra gli ospiti, Samuele Bersani (duetto in «Da qui») e Roy Paci (tromba in «L’altalena»).
Ultima segnalazione per Alberto Traversi Quartet, con il disco «The art of swing - Adventures of Supermodels, Rockstars and old Loungers» (Ar Production). Grandi cover di Cole Porter e di tanti altri maestri del jazz e dello swing, canzoni indimenticabili come «Night and day», «My funny Valentine», «The lady is a tramp», «Fly me to the moon»... La voce di Traversi si muove con sicurezza in mezzo a tutto questo bendiddio. La sua band lo segue nella maniera giusta.


Il concerto che il musicista siciliano ha tenuto nel febbraio 2005 a Firenze, al Nelson Mandela Forum, rivive in questo cd e dvd. Apertura con l’inedita «Come away death», frammento di Shakespeare musicato dal compositore inglese Quilter Roger. Una piccola perla che Battiato propone con approccio ispirato e stile finissimo. Il resto - trattandosi di un concerto del tour seguito alla pubblicazione del disco «Dieci stratagemmi» - ricalca le ultime proposte dal vivo dell’artista. Colpiscono gli accenti orientali di «Le aquile non volano a stormi», l’inquietudine di «Auto da fé», l’omaggio alla Pfm con «Impressioni di settembre», ma soprattutto la magia assoluta di «La cura». Fra autoritratto e monumento...


Pochi sanno che l’inglese James Blunt, una delle rivelazioni pop dell’anno scorso, si trovò nel ’99 a combattere come ufficiale nella guerra in Kosovo. Cose che succedono a chi nasce in una famiglia dalla lunghissima tradizione militare, studia ingegneria per sbaglio, ma poi riesce a... salvarsi la vita grazie alla musica (ha lasciato l’esercito nel 2002). Il dvd propone il meglio delle performance dal vivo dell'ex soldato, un bonus video e un cd registrato dal vivo in Irlanda. Non mancano ovviamente «You’re beutiful» e «High», i suoi brani più noti con «Goodbye my lover» e «Wisemen». È buona musica pop, ben scritta e interpretata con intensità.

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