giovedì 2 marzo 2006

Il 56.o Festival di Sanremo ha emesso i suoi primi verdetti. Ieri sera le giurie hanno infatti eliminato dalla gara Anna Oxa («Processo a me stessa», categoria Donne), Gianluca Grignani («Liberi di sognare», categoria Uomini), Mario Venuti con gli Arancia Sonora («Un altro posto nel mondo», categoria Gruppi) e ben tre dei sei Giovani ascoltati nella seconda serata: Deasonika, Virginio e Antonello. Fra i Giovani restano dunque in gara Simone Cristicchi, Helena Hellwig e Monia Russo.


Ma la seconda serata del Festival è stata quella in cui ci siamo persi anche Victoria Cabello. L’ex Iena, che aveva portato l’unico pepe del debutto, ieri non ha dato cenni di vita. Encefalogramma quasi piatto. Alla stregua di una Ilary Blasi qualsiasi, senza peraltro poter nemmeno contare sulle fattezze della signora Totti.
E proprio Totti ha rappresentato la sorpresa peraltro ampiamente annunciata della serata. L’infortunato Pupone, con tanto di stampelle, è arrivato in elicottero nel pomeriggio. Quando è apparso in platea, la moglie ha finto sorpresa e si è seduta al suo fianco, mentre Panariello lo ha intervistato un po’ alla maniera del vecchio Costanzo, seduto su uno sgabello. Il capitano giallorosso e della nazionale ha accennato al suo infortunio e alla visita in clinica di Berlusconi (qualche fischio dalla galleria...), che «mi ha raccontato due o tre barzellette, ma non me le ricordo». Il discorso è poi scivolato sul figlio Christian, sui pannolini, la cacca del neonato e altre facezie.
L'apertura era stata invece riservata al monologo di Panariello sulla par condicio. «Un festival dei fiori in par condicio è un inferno, perchè quasi a ogni fiore corrisponde un nome di partito - ha detto il comico - immaginate una vita in par condicio: non potrebbero esistere neanche i cartelli che indicano se andare a destra o a sinistra».
Ancora: «Non trovo il nome di un partito che non contenga un fiore: garofano non si può dire, rosa (nel pugno) non si può dire, la margherita esiste ma non la si può citare, ma neanche ”benvenuto”, il cantante più ”amato”, ”casini”, perfino due ”maroni” non si può dire...».
Anna Oxa ha aperto metaforicamente le danze. Dopo i misteri e le polemiche dei giorni scorsi, ha eseguito la sua discussa e discutibile «Processo a me stessa» in versione più breve rispetto a lunedì, tagliando la prima strofa e rientrando così nella lunghezza massima prevista dal regolamento. Alla fine dell’esecuzione si è pure emozionata.
Del regolamento, che in un altro articolo prevede che le canzoni in gara devono essere in italiano, invece continuano tranquillamente a infischiarsene Gigi Finizio e i suoi Ragazzi di Scampia. Cantano ovviamente in napoletano, ma il fatto più grave è che la «Musica e speranza» scritta per loro da Mogol e Gigi D’Alessio è sempre più irritante, ascolto dopo ascolto.
Mogol deve attraversare un brutto periodo, perchè anche un altro testo, quello che ha scritto per Anna Tatangelo, «Essere una donna», è decisamente imbarazzante. I Sugarfree dovrebbero rappresentare un'apertura del Festival ai gusti dei più giovani, ma la loro «Solo lei mi dà» è debole assai e non regge il confronto con quella «Cleptomania» che li ha fatti conoscere dal pubblico. Altro mistero quello di Gianluca Grignani: «Liberi di sognare» vorrebbe inserirsi sul solco di Vasco, cui il ragazzo si ispira da sempre, ma brano e interpretazione non decollano.
Meglio Mario Venuti, che aveva uno dei brani più interessanti del Festival ed è stato puntualmente eliminato. E meglio anche Ron, tra i favoriti per il podio con «L'uomo delle stelle», cantautorato nobile con l’ausilio dell’arpa di Cecilia Chailly. Su un livello accettabile anche il piglio teatrale di Nicky Nicolai, con la storia della sua bella di notte, e la ballata animalista di Povia.
Ma ieri era anche la serata dei Giovani, il settore più bistrattato del Festival ma quello da cui sono arrivate sempre le cose migliori. Senza tornare ai tempi delle Pausini, dei Ramazzotti e dei Bocelli - che saranno fra i protagonisti della finale di sabato - basti pensare che l’anno scorso i Negramaro sono stati eliminati dal Festival ma poi sono diventati il fenomeno musicale dell’anno. Ieri sera, hanno ben impressionato Simone Cristicchi, Helena Hellwig e la giovanissima Monia Russo, che per fortuna sono quelli che poi hanno passato il turno.
Ospiti musicali. Con i giovanissimi americani Jesse McCartney e Hilary Duff, il Festival ha tentato di strizzare l’occhio ai ragazzi, che però difficilmente guardano Sanremo. E poi, ennesima ospitata sanremese del solito Riccardo Cocciante: con le solite «Bella senz’anima» e «Margherita», le solite facce, le solite espressioni, i soliti complimenti, i soliti premi, la solita standing ovation... Della serie: bravo ma basta. Un po’ la stessa cosa che verrebbe da dire per il Festival di Sanremo.

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