sabato 22 aprile 2006

«Alida Valli è morta di inedia. L’ho sentita l’ultima volta proprio tre giorni fa. Mi ha chiamato lei, per ringraziarmi del mazzo di lillà che le avevo mandato per Pasqua. L’ho sentita un po’ più giù del solito. Mi ha detto di essere molto stanca. Le ho chiesto se potevo fare qualcosa per lei. Mi ha ringraziato ma ha lasciato scivolar via le mie parole...».
La giornalista e scrittrice Anna Maria Mori, al telefono da Bari, ricorda così il suo ultimo colloquio con Alida Valli. «Non la vedevo da tanto tempo. Lei viveva da sola, in un appartamento in via dei Banchi Nuovi, a due passi da Campo de Fiori. Non vedeva e non voleva più vedere nessuno. L’ultima piccola tragedia l’aveva vissuta di recente, con il trasferimento in un’altra zona di Roma della portinaia del suo stabile: una signora a cui si era in qualche modo affezionata, che l’accudiva, le sbrigava le piccole faccende...».
«Quest’inverno - ricorda ancora Anna Maria Mori, nata a Pola proprio come l’attrice -, quand’è uscito il mio libro ”Nata in Istria”, gliene ho mandato una copia. Anche quella volta mi telefonò per ringraziarmi. Ricordo che mi chiese se era possibile farle avere una seconda copia del libro: voleva inviarla al figlio, che vive negli Stati Uniti...».
Per l’autunno di quest’anno, la giornalista e scrittrice aveva già da tempo in programma di organizzare a Trieste - con l’appoggio dell’assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia e dell’Unione degli Istriani - la prima retrospettiva mondiale dedicata all’attrice, da far poi girare in altre città. «Ci lavoro da tre anni. L’idea è di proiettare dieci film ma anche di fare un convegno, un catalogo e un dvd che racconti la sua vita, la sua carriera. Un progetto al servizio della bellezza, del talento. Speravo di poter registrare almeno la sua voce, per commentare le immagini più importanti della sua carriera: purtroppo non ci sono riuscita...».
Un altro piccolo ricordo, un altro segno premonitore. «Una settimana fa - conclude Anna Maria Mori - avevo mandato una mail al sindaco Veltroni, parlandogli del mio progetto della retrospettiva. Gli avevo scritto di questa donna ormai sola e anziana: ricordiamoci di lei finchè è viva, gli avevo scritto...».

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