sabato 17 giugno 2006

di Carlo Muscatello
TRIESTE «Dalla piazza dell’Unità di Trieste...». Sono appena passate le ventuno di ieri. La sigla di Gianna Nannini è già andata. Panoramica sui palazzi illuminati. E la voce stentorea di Andrea Salvetti apre la seconda serata del 43.o Festivalbar, quella che Italia 1 manderà in onda il 27 giugno. Folla più numerosa della sera precedente. Chi dice dodicimila, chi azzarda qualcosa di più. Il Mago Forest, Ilary Blasi e Cristina Chiabotto irrompono sul megapalco a passo di carica. Lui sfoggia una cravatta arancione, la «pupona» è in gonna nera lunga e ombelico al vento, la «miss-iena» ha sciolto i capelli sciolti e calza shorts bianchi che fanno sembrare le sue gambe due autostrade... «Ciao Trieste...!» E si ricomincia.
C’è da mettere subito a referto il forfait di Mary J. Blige, la regina del rhythm’n’blues annunciata ma trattenuta chissà dove. Tocca accontentarsi di Rihanna, nuova giovanissima star caraibica, che apre le danze con la ritmatissima «Sos» e codazzo di ballerini e ballerine. Lei ha vent’anni, il suo nome completo è Robyn Rihanna Fenty, arriva dalle Barbados con un caliente mix di ritmi caraibici e rhythm’n’blues. Due anni fa è stata scoperta dal produttore di Christina Aguilera e portata dritta dritta a New York. A Trieste - dove ieri pomeriggio ha partecipato anche alla diretta di «Trl» dal Molo Audace - è arrivata già da star. E i ragazzi delle prime file conoscono a memoria il suo brano.
Poi tocca agli Sugarfree («Solo lei mi dà»), ancora a Cesare Cremonini (prima «Le tue parole fanno male», poi «Ancora un po’»), finalmente agli Zeroassoluto. Il duo romano, formato da Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi, ed esploso l’anno scorso con «Semplicemente», non molla la sanremese «Svegliarsi la mattina». Siamo a giugno, il Festival è dimenticato, ma la loro ballatina educata e romantica funziona ancora alla grande...
Dopo «Pago», quello di «Music Farm», che propone «Vorrei che tu fossi mia», parte la prima pausa. Già, perchè a volte, preso dall’entusiasmo per i cantanti, il pubblico dimentica che qui stiamo registrando un programma televisivo. Che ha le sue regole, i suoi tempi morti, le sue (a volte lunghe) pause. Appunto.
Qui, fra l’altro, in due sere di spettacolo si registrano tre puntate della rassegna (in tv il 20, il 27 giugno e il 4 luglio). La sera di giovedì sono andati avanti fin quasi alle due di notte, per registrare una parte del materiale per la terza di queste tre puntate triestine. Ieri sera, stessa cosa...
E può capitare anche, com’è successo ieri sera, che Ilary annunci i Darkness, che però il pubblico non vede e non sente, per il semplice motivo che sono stati registrati la sera precedente... L’escamotage viene usato soprattutto con gli stranieri: vengono una sera, registrano un paio di pezzi, e poi vengono usati su almeno due puntate. La cosiddetta ottimizzazione dell’ospite.
Ma torniamo a ieri sera. Dopo la prima pausa è il turno di Ligabue. Camicia rossa, grinta da vecchio rocker, il nostro indio padano infiamma la folla con «Happy hour». Poi, scendendo dalla scaletta del palco, inciampa e a momenti finisce per terra. Ma attorno a mezzanotte, per i motivi di cui si diceva prima, il Liga tornerà in scena altre due volte, prima con «Le donne lo sanno» e poi di nuovo con «Happy hour».<CF><CP> Il rocker di Correggio è così ricomparso in regione a tre settimane di distanza dal concertone del 23 maggio allo Stadio Friuli di Udine. E chissà che non torni a Trieste anche in autunno, nella parte teatrale di questo suo lungo tour.
Avanti, che tocca a Nate James, ai toscani Baustelle (una scelta di qualità, con la loro «La guerra è finita», fortemente voluta nel cast di quest’anno da Andrea Salvetti), di nuovo a Rihanna, che ricanta la stessa canzone, per un’altra puntata, non prima ovviamente di essersi cambiata d’abito...
Il pubblico, formato soprattutto da giovanissimi, non va tanto per il sottile. A loro interessa vedere da vicino i propri idoli, quelli dei video, quelli dei mille passaggi su Mtv o dei vari programmi musicali.
Trattandosi pur sempre della registrazione di un programma televisivo, si potrebbe discutere a lungo sull’opportunità di far pagare il pubblico. «Il gala di apertura a Napoli, in piazza del Plebiscito - spiega Andrea Salvetti, che ha raccolto il testimone della rassegna dal padre Vittorio, che alla scomparsa di quest’ultimo - possiamo farlo a ingresso gratuito per due motivi. Il primo: il contributo che riceviamo dagli enti pubblici è maggiore, rispetto a qui, dove comunque l’apporto della Regione Friuli Venezia Giulia è stato importantissimo. E poi c’è il fatto che, trattandosi del gala d’apertura della manifestazione, noi stessi come produzione abbiamo maggiori margini di investimento...».
Pare che una puntata del Festivalbar costi fra gli ottocentomila euro e il milione. Quattrini coperti dai diritti televisivi, dagli sponsor, dagli enti locali che ospitano la manifestazione e, appunto, dall’incasso della serata. Reso comunque meno ricco dall’alto numero di biglietti omaggio che vengono distribuiti per ogni serata. È certo infatti che, a fronte del contributo assicurato dalla Regione in denaro e dal Comune in servizi, entrambi gli enti abbiano potuto godere di un altissimo numero di tagliandi omaggio per le due serate triestine. E altrove dev’essere ovviamente la stessa cosa.
Soprattutto nella prima serata si sono registrate alcune proteste, da parte di chi aveva pagato il biglietto e si trovava circondato da gente che era entrata, per un motivo o per l’altro, gratis...
Ma qui stiamo divagando. Eravamo arrivati al bis di Rihanna. Dopo il quale, ieri sera, fra una pausa e l’altra, sono saliti sul megapalco di piazza dell’Unità l’italianissima Moony (vero nome Monica Bragato, veneziana, protagonista di diversi successi dance negli anni passati) con il brano «For your love» e ben due siciliani, uno dietro l’altro: il catanese Seba, che propone con la sua «Domenica d’estate» uno dei possibili tormentoni dell’estate, e poi il siracusano di nascita ma anche lui catanese d’adozione Mario Venuti. L’ex Denovo, che due anni fa ha fatto il botto a Sanremo con «Crudele», ma quest’anno ha avuto meno successo sullo stesso palco dell’Ariston con «Un altro posto nel mondo», a Trieste ha proposto «È stato un attimo», altro brano tratto dall’album «Magneti». Oggi pomeriggio sarà fra l’altro ospite di «Trl», nell’ultima diretta tivù su Mtv dal Molo Audace.
Dopo di lui, megapalco tutto per la pantera Skin. L’ex cantante degli Skunk Anansie, ormai approdata a una dignitosa carriera solista, ha cantato «Just let the sun». Giacca nera di paillettes, berretto mimetico militare, è una che regge la scena da grande professionista. Più tardi, come tanti altri, per i motivi già spiegati, anche lei farà un secondo giro...


 

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