domenica 16 luglio 2006

Finora solo Robbie Williams è riuscito a confermarsi star anche da solista, dopo aver mollato i compagnucci della «boy band» con cui aveva scalato le vette del successo. Dietro l’ex Take That, pochissimi altri che sgomitano per mantenere l’effimero posto al sole. Ma ce n’è uno che forse ce la farà. O ce l’ha già fatta, a giudicare dall’accoglienza del pubblico triestino al Festivalbar e a «Trl». E soprattutto dei giovanissimi di mezzo mondo a questo suo album, intitolato non a caso «Future Past» (Emi Virgin), quasi a suggellare il momento che sta vivendo, sospeso per l’appunto fra passato e futuro. Lui si chiama Duncan James, e oltre a essere belloccio, sembra avere doti creative e interpretative tali da ripetere il successo avuto coi Blue (dai quali sono già usciti con lavori solisti anche Lee Ryan e Simon Webbe).


Pop melodico ben assemblato - alla Blue, insomma... - di quello che commuove le ragazzine, non solo nel singolo di lancio, «Sooner or later», che apre il disco. Dodici tracce più una «bonus track» che funzionano, a partire da quelle «I come alive» e «Amazed» presentate in anteprima l’anno scorso, nell’ultimo tour mondiale col gruppo da cui arriva e con cui aveva già venduto tredici milioni di dischi.

Uno invece che cambia sempre è l’italiano <CF32>Neffa</CF>, per l’anagrafe Giovanni Pellino, al quale un paio di successi di classifica («La mia signorina»...) e una comparsata a Sanremo («Prima di andare via»...) non hanno tolto il gusto nomade di cambiare, cercare, provare. «Alla fine della notte» (Sony Bmg) è il suo nuovo disco, che arriva a tre anni dal precedente. Sospeso fra malinconia e speranza, fra realtà e sogno, fra pop e soul, sembra coronare l’uscita da un momento di crisi, di ripensamento. «Il mondo nuovo» (riferimento ad Aldous Huxley, quello che aveva ispirato i Doors...) va già forte nelle radio.

Per festeggiare le quasi cinquantamila copie vendute del disco di esordio «Solo un uomo» (Emi Virgin), <CF32>Mondo Marcio</CF> (milanese, vent’anni a dicembre, vero nome Gianmarco Marcello, visto anche lui a Trieste col Festivalbar) esce con un doppio che, oltre al cd di esordio, arricchito della versione di «Dentro una scatola» realizzata con i Finley, comprende «Nessuna via di uscita - Mixtape», ovvero altri venti brani inediti. Lo spilungone dimostra di saperci fare, ed è oggi, assieme a Fabri Fibra, la punta di diamante dell'hip hop italiano che strizza l’occhio al grande pubblico. Il «50 Cent italiano», come qualcuno l’ha chiamato, rifugge buonismo e frasi di maniera: suoni e versi duri, diretti, puntuti. Lui non le manda a dire...

Dal versante più leggero dell’hip hop italiano, ormai abbondantemente contaminato col pop, arriva invece questo nuovo lavoro di <CF32>Dj Jad</CF> degli Articolo 31, intitolato «Milano - New York» (Sony Bmg Ricordi). È un dual disc - che propone dunque un cd, con diciassette brani, e un dvd - frutto di un lavoro cominciato nel 2000, collaborando con molti artisti hip hop della scena newyorkese. Il risultato è un disco molto americano, nei suoni, nelle atmosfere, forse nella filosofia. Sotto il quale pulsa però il cuore italianissimo del protagonista.

Ultima segnalazione per il decimo capitolo dell’eterna saga di <CF32>Nick The Nightfly</CF>. «Anniversary Edition» (Sony Bmg Rca) è un triplo cd con cinquanta brani che spaziano dal jazz al soul, dalla musica brasiliana alla world music... Ogni disco ha il suo sottotitolo: «Motions», «Emotions» (con due italiani: Sergio Cammariere e Giovanni Allevi...) e «Oceans».




Le canzoni di Lucio Battisti sono la musica classica italiana degli anni Settanta e Ottanta. Dunque vanno trattate come tali: possono essere rilette, rivisitate, ovviamente riascoltate, ma sempre col rispetto dovuto ai capolavori. E la terza compilation <CF32>«Innocenti evasioni»</CF> (Warner Music), che raccoglie il testimone delle prime due edizioni, datate 1993 e 1994, si muove proprio in questo solco. Anche se ascoltare i maggiori successi firmati dalla premiata ditta Mogol-Battisti, nelle nuove versioni di altri cantanti e gruppi, provoca un’emozione diversa, ora che l’artista non c’è più.

Fra le sette canzoni registrate per l’occasione, spicca Ligabue che regala un’ottima «I giardini di marzo» in versione unplugged. Ma ci sono anche Nek (con «Sì, viaggiare»), Cesare Cremonini («Innocenti evasioni»), Max Pezzali («La metro eccetera»), Irene Grandi («Uno in più»), Nomadi («Prigioniero del mondo»), Sugarfree («Una donna per amico»).

Fin qui gli inediti. Poi c’è Dolcenera (dal vivo, con quella «Emozioni» compresa anche nel suo ultimo album), ma anche Raf («E penso a te»), Loredana Bertè («Prendi fra le mani la testa»), Samuele Bersani («Il leone e la gallina»), i Litfiba ancora con Piero Pelù («Il tempo di morire»), Enrico Ruggeri («Anche per te»), Giorgia («Nessun dolore»)... Tutti già sentiti nelle precedenti edizioni, ma non per questo meno graditi.

Proprio come nella musica classica, ogni artista ha scelto un brano del repertorio di Lucio Battisti e l’ha in qualche modo «personalizzato» secondo le proprie caratteristiche vocali e artistiche. Qualche rilettura convince di più, altre di meno. Ma è l’operazione nel suo complesso che funziona. Come (quasi) tutte quelle legate al genio del cantante e autore di Poggio Bustone.


Da anni, le due doppie compilation del Festivalbar (la «rossa» e la «blu») rappresentano la summa imprescindibile della colonna sonora di ogni estate. E anche quest’anno, con i loro 36 successi ciascuna, sono già in testa alle classifiche di vendita. Si va da Sergio Mendes («Mas que nada») a Robbie Williams («Sin sin sin»), da Gianna Nannini («Io») a Ligabue («Happy hour»), da Eros Ramazzotti a Jovanotti, dai Coldplay a James Blunt... E altri nomi meno noti, pronti al decollo. Quest’anno, poi, dopo la doppia tappa del 15 e 16 giugno in piazza Unità, il Festivalbar è anche un po’ triestino. In attesa della finale del 4 e 5 settembre all’Arena di Verona.




Come tanti dei migliori, Pierangelo Bertoli se n’è andato troppo presto. Ma come tanti dei migliori artisti, il coraggioso cantautore di Sassuolo ci ha lasciato tante belle canzoni che ci permettono di sentirlo ancora fra noi. Questo triplo cd ripropone il meglio della sua carriera: quarantotto canzoni ma anche un inedito, «Adesso», che ha un verso che dice «Io canterò come un sole improvviso in un giorno d'aprile…». Fra i brani «Eppure soffia» (suo primo successo, d’impronta ecologista) e «Certi momenti», «Spunta la luna dal monte» (Sanremo ’91, coi Tazenda) e «A muso duro», «Non finirà», «Il centro del fiume», «Pescatore»...

1 commento:

  1. Io ho una mia opinione su Robbie Williams, forse non sei d'accordo ma mi farebbe comunque che passassi sul mio blog a lasciare il tuo parere sull'argomento. Ti aspetto.

    www.bloggers.it/oneblog

    Ciao da Alex

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