sabato 4 novembre 2006

L’aveva quasi promesso che in autunno sarebbe tornato a Trieste. E Ligabue è uno di parola. Che, quando può, le promesse al suo popolo le mantiene sempre. A primavera, quando il tour negli stadi aveva fatto tappa a Udine, ce l’aveva detto chiaro e tondo: «A Trieste tornerei davvero volentieri. Mi ricordo un concerto a San Giusto dal clima quasi magico. E poi quando siamo venuti a girare il video di ”Eri bellissima”: stavamo su una terrazza dalla quale si vedeva il mare, ricordo che c’era una luce davvero particolare, che ha regalato un tocco in più a quel video...». Eccolo, allora: stasera e domani sera, con inizio alle 21, al Politeama Rossetti. Biglietti già tutti esauriti da un pezzo.
Ligabue ritorna nello stesso Rossetti che lo aveva ospitato nel dicembre di quattro anni fa. Anche quella volta due concerti: il primo in teatro, il secondo al PalaTrieste. Stavolta il concerto doveva essere uno solo, ma la velocità con cui è stato raggiunto il «tutto esaurito» ha convinto gli organizzatori a raddoppiare.

Quella volta, nel ’92, fra una canzone e l’altra lesse i versi di Charles Bukowski, cantore dell’America degli emarginati, dei disadattati, dei perdenti. Stavolta, l’indio padano si permette il lusso - si fa per dire - di leggere le sue, di poesie, tratte dalla recente raccolta «Lettere d’amore nel frigo», con cui ha ulteriormente allargato il proprio raggio d’azione: non solo rocker, ma anche regista, e poi scrittore, e ora anche poeta...

«Quelle poesie risalgono a quasi tre anni fa - ha spiegato il Liga - quando le scrissi di getto sull'onda di un momento emotivamente forte, fatto di lutti familiari, separazioni, e umori altalenanti. Fu il pretesto per prendermi una serie di libertà e buttare fuori quello che avevo dentro senza il filtro della musica. Vennero fuori dei componimenti in cui raccontavo il mondo dal mio punto di vista un po' come nei primi tre album, prima che in 'Buon Compleanno Elvis' cominciassi a raccontarmi in prima persona...».

In prima o in terza persona, quella raccontata da Luciano Ligabue - classe 1960 - è l’Italia vista da un mediano. Un mediano che fa molti gol, ma che importa. Passano gli anni, le canzoni, i dischi e i tour. Ma l’immagine che resterà sempre attaccata addosso al rocker di Correggio è ancora quella della «vita da mediano». Quello sempre «a recuperar palloni», quello «nato senza i piedi buoni», quello costretto a «lavorare sui polmoni...». Versi del ’99, sempre attuali in questa (brutta) Italia del 2006.

Il doppio concerto triestino fa parte della quarta e ultima parte del «Nome e Cognome Tour 2006»: dopo il debutto nei club l’anno scorso, subito dopo la pubblicazione dell’album (e dopo il megaconcerto di settembre a Campovolo, con quattro palchi e quattro situazioni musicali diverse, col record dei 165 mila spettatori paganti...), sono arrivati prima i concerti nei palasport e poi quelli negli stadi. Ora l’appendice teatrale, acustica, cominciata il 3 ottobre da Verona.

Stasera e domani sera, a celebrare l’ennesimo trionfo del rocker padano, al Rossetti non ci saranno soltanto i fan triestini e regionali: biglietti sono stati venduti infatti anche in Veneto, ma persino a Torino, Bergamo, Bolzano, Firenze, Arezzo, Ferrara, Milano, Modena, Bologna, Roma, addirittura Catania... Oltre che all'estero, in Slovenia, in Carinzia, a Vienna. Lo Stabile - che organizza il doppio evento assieme all’Azalea Promotion - segnala che circa la metà dei biglietti venduti per le due serate è stato acquistata fuori Trieste.

Sul palco, con Ligabue, ci saranno Mel Previte alle chitarre e al sax, Antonio Rigetti al basso, Roberto Pellati alla batteria, Josè Fiorilli alle tastiere e soprattutto Mauro Pagani, flauto, bouzouki e tanti altri strumenti. Spettacolo diviso in due parti. Si comincia alle 21. E domani sera si replica. Buon divertimento.



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