venerdì 10 novembre 2006

Le case discografiche continuano a combattere come possono la grande guerra con la musica su internet. Le vendite dei cd sono in netto calo ormai da anni, mentre continuano ad aumentare a livello vertiginoso i «download» - illegali ma soprattutto illegali - dalla rete. Dopo chiusure e accorpamenti, le grandi multinazionali discografiche sono ormai ridotte a cinque. Che tentano di salvarsi come possono. Proponendo in vendita i file digitali di dischi vecchi e nuovi. Ma anche... raschiando il fondo del barile dei loro ricchi cataloghi. Ecco allora la recente invasione del mercato a botte di doppi e soprattutto tripli antologici, a volte con uno o due brani inediti, e il resto attingendo agli archivi. Che per artisti presenti sulla scena da decenni sono decisamente notevoli. Ecco allora che, soprattutto nel periodo di fine anno, quello delle strenne natalizie, ogni casa discografica tira fuori tutto quel che ha. Nelle settimane scorse abbiamo già parlato dei tripli di Lucio Dalla, Ivano Fossati, Lucio Battisti (con Mogol o con Panella), Edoardo Bennato, Pierangelo Bertoli...

Oggi spazio ad Adriano Celentano e al suo «Unicamente Celentano» (Clan-SonyBmg), scritto sulla copertina in maniera tale da far pensare che l’«unica mente» sia quella dell’ex ragazzo della via Gluck. Quarantadue brani, fra vecchi successi («Il tuo bacio è come un rock», «Ciao ragazzi», «Azzurro», «L’emozione non ha voce»...) e brani meno noti, e una versione inedita di «Diana» cantata con Paul Anka, con un testo italiano riscritto dallo stesso Celentano con Mogol. Un monumento al passato, in attesa del nuovo disco. Particolarità: la raccolta viene venduta anche nel circuito dei 13 mila uffici delle Poste.

Spazio anche al cofanetto di Francesco De Gregori, «Tra un manifesto e lo specchio» (SonyBmg), titolo tratto da un verso di «La valigia dell’attore», brano presente del terzo cd della raccolta. Una raccolta che è la summa del cantautore romano, dalle origini di «Alice» e «Niente da capire» fino alle cose più recenti. Non mancano i classici: «Generale», «Titanic», «La donna cannone», «La storia siamo noi»... E non mancano due inediti: apertura con «Mannaggia alla musica» (scritta nel ’79 per Ron), chiusura con «Diamante» (scritta con e per Zucchero), che è forse la cosa più bella del disco.

Altro cantautore romano, con una storia assai meno lunga e importante, è Niccolò Fabi. Il suo «Dischi volanti - 1996-2006» (Emi Virgin) è composto da due cd (con «Capelli», «Dica», «Il negozio di antiquariato»...) e un dvd, che propone episodi live, backstage e una manciata di videoclip dei suoi brani più noti. Per Fabi - che ha registrato l’ultimo album, «Novo Mesto», nella vicina Slovenia - la prima raccolta in dieci anni di carriera.

Uno che, invece, nel corso degli anni non ha lesinato raccolte, «best of» e «greatest hits» è Umberto Tozzi. «Tutto Tozzi - Ti amo e altre storie» è la più recente. Un doppio con trentaquattro canzoni: «Gloria, «Tu», «Donna amante mia», «Stella stai», «Gli altri siamo noi»..., ma anche «Gente di mare» con Raf e «Si può dare di più» con Morandi e Ruggeri. Versioni rimasterizzate e prezzo ridotto, il che basta per avere in un colpo solo tutta la carriera del cantante e autore torinese.


Alla prova del terzo album, Le Vibrazioni propongono un disco intitolato «Officine Meccaniche» (Sony Bmg Ricordi) ancora una volta in bilico fra pop di facile ascolto e reminiscenze rock anni Settanta. L’amore per i suoni e le atmosfere vintage emerge anche dalla tecnica di registrazione: Francesco Sarcina e compagni (tutti «barbudos», nelle nuove foto) hanno scelto di immortalare i brani su nastro, preferendo la tecnica analogica a quella digitale. Il disco - venduto per la prima settimana solo con un cellulare - prende il nome dallo studio di registrazione milanese (di Mauro Pagani, sui Navigli) in cui è nato, un po’ come avevano fatto i Beatles con Abbey Road e Jimi Hendrix con Electric Ladyland. Fra i brani: «Fermi senza forma», «Dimmi», «Portami via»...

«Go-the very best of Moby» (Emi Virgin) raccoglie quindici brani del quarantunenne musicista newyorkese, supremo manipolatore di suoni e ritmi, vero nome Richard Melville Hall, pronipote del grande scrittore Herman Melville. Dall’ipnotica «Go», primo singolo della sua carriera a destare interesse nel pubblico, fino a «Natural Blues», «Lift me up» (da «Hotel», l’album uscito l’anno scorso), «Move», «Honey»... In questa sua prima raccolta che suggella dieci anni di carriera c’è anche un brano inedito, «New York, New York», cantato da Debbie Harry.

E chiudiamo con Gianni Morandi, reduce dall’ennesima avventura televisiva con cui ha provato a scherzare della sua immagine da eterno bravo ragazzo. Il nuovo disco s’intitola «Il tempo migliore» (Epic Sony Bmg) e propone una dozzina di canzoni inedite, sfornate da autori del calibro di Morra, Fabrizio, Cogliati, Malavasi, Mingardi... Un testo, quello di «Adesso tocca a lui», è firmato dallo stesso Morandi, coautore anche di un paio di musiche. «Il tempo migliore è il mio presente qui con te...», canta l’artista nel brano che dà il titolo all’album, sorta di canzone-manifesto in stile «La vita è adesso...».


Lunga vita al patrimonio di classe ed eleganza lasciatoci da Lennon e McCartney. Sì, perchè anche riletti in chiave «ambient», o «new age», o quasi «disco», i capolavori dei Beatles funzionano sempre. Ascoltare per credere «And I love her» leggermente swingata, «Eleanor Rigby» quasi reggae, «Something» profumata di bossa nova, le suadenti «Let it be» e «Michelle», ma anche «From me to you», «I’ll be back», «A day in the life», «When I’m sixty-four»... Le voci sono quelle della cubana Odette Telleria e dell’americana Natalia Fox Chapman. Il progetto è nato in Spagna, dove il disco ha già venduto oltre centomila copie. In attesa di «Love», in uscita il 17, con gli storici brani rimissati da George Martin per il Cirque du Soleil.


Un doppio cd per un viaggio nella memoria «tra brani giganti di autori e interpreti giganti». Così Baglioni descrive questo suo ultimo lavoro, dedicato ad alcune tra le più belle pagine della grande musica italiana degli anni Sessanta. Si comincia per la verità dal ’58 di «Nel blu dipinto di blu», la rivoluzione di Modugno, e si conclude nel ’70 delle «Emozioni» di Battisti. In mezzo c’è davvero la storia della nostra canzone: «Cinque minuti e poi» (Maurizio), «Una lacrima sul viso» (Bobby Solo), «Lontano lontano» (Tenco), «C’era un ragazzo» (Morandi), «Una miniera» (New Trolls)... Il divo Claudio fa la sua bella figura anche solo come interprete. Esercizio già praticato anni fa, in tivù con Fabio Fazio...

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