domenica 10 dicembre 2006

DISCHI: CAMMARIERE, ELISA, LUTTAZZI/FIORELLO/VENDITTI

Canzone e jazz, un amore irrisolto. Soprattutto per gli italiani. Ma è sempre bello ritrovare Sergio Cammariere, quarantasei anni, calabrese di nascita, romano di adozione, cultore del connubio. Ed è bello accorgersi che è rimasto se stesso. L’effimera sbornia di notorietà seguita al terzo posto al Sanremo del 2003, con «Tutto quello che un uomo», rischiava di travolgerlo. Di mettere a rischio quel sottile equilibrio che anni di lavoro erano riusciti a creare nella sua produzione. L’ascolto del nuovo album, «Il pane, il vino e la visione» (Capitol Emi), che arriva a due anni di distanza dal precedente «Sul sentiero», anticipato dal singolo «Non mi lasciare qui», fuga qualsiasi timore. La musica di Cammariere crea con le parole di Roberto Kunstler (che ha un passato di cantautore) un unicum originale e di grande qualità.

Fra i solchi si respira profumo di quelle cose semplici richiamate anche dal titolo. C’è, come spiega l’artista, «voglia di sognare che è la forza di credere e di sperare, partendo dalla consapevolezza semplice e sincera dei propri sentimenti...». La canzone allora diventa jazz, e il jazz scivola nella canzone, in un viaggio lungo e meditato, nel quale ogni sonorità trova una sua ragione d’esistere e si fonde senza soluzione di continuità. Un viaggio in cui gli strumenti diventano voci, echi di luoghi lontani in costante cambiamento, nella necessità d’espressione e nella voglia di comunicare, «di sollevare le parole come se fossero vento e di contrappuntarle in un dialogo continuo...». Fra i brani: «Canzone di Priamo», «E mi troverai», «Le cose diverse» (parole di Pasquale Panella), «Padre della notte»...

La nostra piccola grande Elisa è appena tornata in pista con «Soundtrack ’96-‘06» (Sugar Warner), prima raccolta dei suoi maggiori successi in dieci anni di carriera. È una selezione dei singoli che in hanno segnato la carriera della popstar di Monfalcone: da «Labyrinth» a «Sleeping in your hand», da «Luce (Tramonti a Nord Est)» a «Gift», da «Rainbow» a «Together». Ma ci sono anche quattro inediti, che rendono unica la raccolta: «Stay» che apre il cd, «Gli ostacoli del cuore» scritta da Ligabue (con duetto) e singolo di lancio, «Qualcosa che non c’è» e «Eppure sentire (Un senso di te)». È un gran disco (in commercio anche nella versione «cd+dvd», comprendente i videoclip usciti in questi anni), che per Elisa potrebbe rappresentare una sorta di punto e a capo. In una carriera che in fondo è soltanto agli inizi.

Spostiamoci da Monfalcone a Trieste per il grande omaggio che il mondo dello spettacolo italiano ha finalmente tributato a Lelio Luttazzi. Ottantatre anni, già protagonista della musica e dello spettacolo di casa nostra quando la tivù era ancora in bianco e nero, trentacinque anni fa si ritirò a vita privata. Ci ha pensato Fiorello a coinvolgerlo recentemente in un suo show, e poi sono arrivati la recente serata omaggio romana e questo disco: «Per amore» (SonyBmg). Mina e Luttazzi nello storico duetto iniziale, «Chi mai sei tu». E poi Christian De Sica che fa «Canto (anche se sono stonato)», Fiorello nel «Giovanotto matto», Arbore in «Souvenir d’Italie», Morandi in «Una zebra a pois», Dalla in «Vecchia America»... Chiusura con il grande Lelio e la sua «El can de Trieste». Davvero una bella pagina di storia della nostra canzone.

 

Ascoltare la Pfm è come tornare ragazzi. «Stati di immaginazione» (SonyBmg) è il nuovo progetto (cd+dvd) di quella che, prima di celarsi dietro l’acronimo, si chiamava Premiata Forneria Marconi, più o meno trentacinque anni dopo gli esordi di «Storia di un minuto». Si tratta di un progetto strumentale in otto brani, ispirati da altrettanti lavori visivi. Uno spettacolo multimediale ideato da Iaia De Capitani, manager del gruppo, nato per «coinvolgere i cinque sensi con un linguaggio universale in grado di parlare a tutte le generazioni». I video raccontano lo splendore e l’angoscia di Venezia («La città dell’acqua»), l’affascinante caos nella testa dell’uomo («Il mondo in testa»), le conquiste quotidiane degli aborigeni («La conquista»), l’inquietudine del futuro («Cyber Alpha»), il genio di Leonardo e il suo sogno irrealizzato di volare («Il sogno di Leonardo»), l’Olanda del passato, («Nederland 1903»), la libertà dell’acqua («Agua Azul»), le invenzioni di un genio («Visioni di Archimede»).

Il disco arriva dopo quello dedicato interamente al commento musicale alla versione teatrale di «Dracula», nel quale aveva avuto un ruolo predominante Flavio Premoli, tastierista e fondatore del gruppo, da poco uscito nuovamente dalla band, dopo esservi brevemente rientrato. Ora del nucleo originario della Pfm sono rimasti Franz Di Cioccio (cantante ma inizialmente batterista), Franco Mussida alle chitarre e Patrick Djivas al basso (che peraltro nella prima formazione non c’era: entrò quasi subito al posto del primo bassista Giorgio Piazza).

Il tour del gruppo è partito a fine novembre da Roma, tocca stasera Milano e arriva a Trieste, al Rossetti, giovedì 21 dicembre. Sarà l’occasione per vedere dal vivo questo nuovo spettacolo, quasi trentacinque anni dopo l’esordio triestino, al Dancing Paradiso di via Flavia, di quella che allora si chiamava - per esteso - Premiata Forneria Marconi. Era appena uscito l’album «Storia di un minuto», che fra gli altri brani comprendeva «Impressioni di settembre» e «La carrozza di Hans».




Anche il 2006 è stato l’anno di Fiorello, autentico numero uno dello spettacolo italiano. Dopo il successo del cd «W Radio2» (180 mila copie vendute), ecco il dvd con il «dietro le quinte» della trasmissione radiofonica. Fiorello, Baldini e il maestro Cremonesi spiano se stessi, regalando un'ora di divertimento. La stesura dei copioni, le prove, le battute in libertà, l'improvvisazione con gli ospiti, gli scherzi, le goliardate in diretta... Si ride con Mike Bongiorno, il tabagista Camilleri, il «cattivo» Morandi, il centralinista del Quirinale, scoprendo ciò che accade ogni giorno nello studio dove ha luogo la diretta. Fra gli ospiti anche Abatantuono, Baudo, Nanni Moretti, la Bellucci, Buffon, la Cortellesi... Un’unica pecca: dura poco.

 

Anche Venditti sforna il suo bravo triplo. S’intitola «Diamanti», ed è la raccolta più completa e ricca della lunga serie disponibile nella discografia ufficiale del cantautore romano. Quarantasei brani che abbracciano trentatre anni. Non c’è ordine cronologico. Si comincia con «Alta marea», si chiude con «L’amore insegna agli uomini». In mezzo: «Notte prima degli esami», «Compagno di scuola», «Lacrime di pioggia», «Amici mai», «Che tesoro che sei», «Una lurida e stupida storia d’amore», «Mio padre ha un buco in gola», «Lilly»... Di alcuni brani (come «Buona domenica»), che erano usciti per un’altra casa discografica, non sono proposte le versioni originali, ma nuove versioni dal vivo.





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