domenica 15 aprile 2007

Non ci fosse stato Piero Chiambretti, oggi non saremmo qui a parlare di Momo. E dell’esistenza della trentacinquenne, stralunatissima cantautrice romana (ma nata all’Aquila nel ’72), che di vero nome fa Simona Cipollone, pochi sarebbero a conoscenza. Sì, perchè la sua filastrocca «Fondanela», scritta assieme alla pianista Alessandra Celletti, non aveva nemmeno superato lo scoglio delle giurie selezionatrici di Sanremo Giovani. Ma l’ha sentita il folletto piemontese, in tempo per invitare la ragazza al Dopofestival, farla diventare in un paio di giorni un personaggio e catapultarlo sul palco dell’Ariston nel corso della serata finale del Festival. Vinto proprio da quel Simone Cristicchi con cui la stessa Momo lo scorso anno aveva scritto «Che bella gente», seconda a Sanremo Giovani. E così, dalla sera alla mattina, grazie a quel tormentone surreale e un po’ sghembo, è passata dallo status di perfetta sconosciuta (che da dieci anni cantava le sue canzoni nei club e nei locali romani...) a quello di personaggio rivelazione dell'anno.

Si pensi che quando è andata a Sanremo Momo non aveva neanche una casa discografica. Subito dopo si è scatenata quasi una piccola asta, vinta - si fa per dire - dalla Sony Bmg, che pubblica ora il suo primo album, intitolato «Il Giocoliere». Quattordici canzoni, aperte ovviamente da «Fondanela» (di cui alla fine c’è anche il video), a metà strada fra vena cantautorale, teatro canzone, nonsense...

«Fondanela» à un’allegra parodia ispirata da un corso di ginnastica orientale intrapreso dalle due autrici per problemi di dolori cervicali. A bucare il video, trasformando la canzone in un piccolo caso discografico, è stata anche l’esilarante coreografia con cui Momo ne accompagna l’esecuzione. Movimenti che in pochi giorni sono diventati un tormentone, facendo il giro di tutti i programmi televisivi.

Prodotto da Simone Grassi con la produzione artistica dello statunitense Jono Manson (cugino dei registi americani Cohen: pare che l'abbia fatto ascoltare a Ethan Cohen, che se ne è innamorato...), l'album contiene anche «Embè», invettiva contro le maldicenze nonchè versione originale di «Che bella gente», e «Buon governo», che ha al centro un'ideale governo italiano formato dai personaggi di Walt Disney.

Ma nel disco c’è anche «Meno male», scritta due anni fa, che è la profezia in musica di ciò che è accaduto a Momo quest'anno: «E meno male - canta - siamo finiti nel club de li potenti, che l'arte è morta, ma per davvero, per questo noi diciamo, perchè Sanremo è Sanremo...».

E «Momosessuale», canzone-manifesto sul diritto di ognuno di vivere l'amore e la sessualità alla propria maniera: «È un'ipotesi - spiega Momo - di libertà all'amore. La libertà è bella, non ne abbiamo molta...».

Un disco eclettico, ricco di ironia, che alterna allegre ballate a struggenti poesie in musica, senza dimenticare la lezione della canzone d’autore e - come si diceva - del teatro canzone. Ad accompagnare Momo nel disco i musicisti che le sono da sempre accanto nelle sue esibizioni dal vivo, ovvero Luca Venitucci (arrangiamenti, pianoforte e fisarmonica), Daniele Ercoli (contrabbasso e bombardino), Desiree Infascelli (fisarmonica e violino), Ludovica Valeri (trombone e bombardino), Alberto Popolla (clarinetti).


Con i primi due cd Avril Lavigne ha venduto oltre venti milioni di copie (per l’esattezza: diciotto con «Let go» nel 2002, otto con «Under my skin» nel 2004). Diventando l’idolo, quasi l’icona delle adolescenti rock di mezzo pianeta. Affascinate da quell’approccio «scostumato», quasi punk, che ne ha caratterizzato l’esordio.

Ora, dopo tre anni di silenzio, la ventitreenne cantautrice canadese pubblica il nuovo disco, intitolato «The best damn thing» (Arista Sony Bmg), preceduto dal primo singolo estratto, nelle radio già da qualche settimana, che è «Girlfriend».

L’album - scritto e prodotto a quattro mani dalla stessa Lavigne assieme a Dr. Luke - ha un bell’impatto rock: brani energici, freschi, diretti, ben suonati e ben cantati, dotati di impianti melodici raffinati, nello stesso solco dei due vendutissimi dischi precedenti. Roba giusta per i giovanissimi che hanno decretato il grande successo della ragazza. «Ho voluto realizzare un disco molto diretto ma anche molto rock. Il suono è diverso dal pop punk del precedente. Ascolterete brani veloci, divertenti e un po' monelli...».

Tra i titoli «When you're gone», la title-track «The best damn thing», «I can do better», «Everything back but you» e la ballad «Keep holding on», quest'ultima presente nella colonna sonora del film «Eragon».

Per la realizzazione del disco Avril si è avvalsa della collaborazione di produttori quali Rob Cavallo (Greenday e My Chemical Romance), Butch Walker (già con lei in «Under my skin»), del già citato Dr. Luke e del marito Deryck Whibley dei Sum 41. Il disco è disponibile in due versioni, quella normale e la «Deluxe Edition» con dvd.

Una curiosità. Avril Lavigne è anche un Manga. La cantante è infatti apparsa da pochi giorni nel mercato statuinitense sotto forma di fumetto. Il titolo della serie è «Make 5 wishes». Nel primo albo una teenager introversa, Hana, riceve in dono la realizzazione di alcuni suoi desideri. Ma, quando le cose iniziano a mettersi male, Hana incontra Avril e la manga-cantante insegna alla sfortunata coetanea a risolvere i suoi problemi esistenziali...


PIPER CLUB Due anni fa, nel 2005, i quarant’anni del Piper sono stati adeguatamente festeggiati, anche discograficamente. Ora arriva questo cofanetto: in quattro cd (ottanta canzoni e quattro inediti) si ripercorre la storia del locale romano di Via Tagliamento inaugurato il 17 febbraio ’65 - che ha visto nascere il beat italiano. Non si poteva che partire da Patty Pravo (la «ragazza del Piper», appunto...) e la sua «Ragazzo triste». Ma ci sono anche i Rokes, l’Equipe 84, Renato Zero, Rocky Roberts, Mal dei Primitives, i Giganti, Ricky Shayne... Nota triste: il mitico club andrà nei prossimi giorni all'asta per i troppi debiti accumulati...


JENNIFER LOPEZ Cinque album, ventotto milioni di dischi venduti. Per fermarci alla sua attività come cantante, visto che la star portoricana Jennifer Lopez è anche attrice, ballerina, stilista... Con questo lavoro realizza un antico sogno: un disco interamente in spagnolo, per tornare alle sue origini. Dopo tre anni di lavoro il risultato sono queste undici canzoni, dedicate alle diverse maniere in cui una donna può amare, alle diverse fasi di una storia sentimentale. «Qué Hiciste», il singolo apripista, è il brano più ritmato e commerciale del cd. Gli altri battono sui tasti più intimi e romantici, in una produzione elegante, che per una volta lascia da parte le atmosfere «calienti» a cui J.Lo aveva abituato il suo pubblico.

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