domenica 13 giugno 2010

LIBRO SHEL SHAPIRO
Forse la rivoluzione degli anni Sessanta cominciò dai colori. Sentite cosa scrive Shel Shapiro, leader dei mitici Rokes, il gruppo (anzi, il complesso...) più popolare del beat italiano. «Giunti alla stazione di Milano, ricordo che la prima sensazione fu quella di un mondo regredito al bianco e nero, con certe inquietanti tonalità di grigio. Rispetto alla Swinging London technicolorata che ci lasciavamo alle spalle, il salto era sconvolgente...».
Così Shel ricorda il suo arrivo in Italia, nel maggio ’63, assieme a quelli che di lì a poco sarebbero diventati i Rokes, nel libro ”Io sono immortale” (Mondadori, pagg. 227, euro 18), sottotitolo ”L’avventura di un ragazzo e di una generazione innamorati della musica e della libertà”.
Londinese, classe ’43, David Norman Shapiro (Shel derivava dal primo gruppo, Shel Carson Combo) racconta con ironia e sincerità la storia della sua vita e della sua carriera artistica: successo e momenti bui, gioie e dolori, alti e bassi.
Si parte dall’adolescenza inglese, famiglia di ebrei russi emigrati, persino una tata italiana «e più precisamente di Udine, che si chiamava Ninfa, ed era sposata con un certo Stefan, un prigioniero di guerra slavo». La passione per la musica, la prima chitarra portata dal padre dall’Ungheria, gli albori del rock’n’roll, i primi tour in Inghilterra e in Germania, nella stessa Amburgo che pochi mesi prima aveva svezzato i Beatles. «Ci siamo sfiorati - scrive - ma siamo rimasti ignari delle nostre reciproche presenze. Loro proiettati verso l’America, la conquista del pianeta. Noi destinati a un altro futuro, a un’altra America: l’Italia».
Dove i quattro arrivano per accompagnare un certo cantante Colin Hicks. Erano già diventati The Cabin Boys, i loro capelli lunghi provocavano tamponamenti a catena in piazza Duomo fra automobilisti curiosi che si voltavano a guardarli, la loro occasione stava per presentarsi sotto forma di una laringite che un giorno, a Torino, mette fuori combattimento il cantante solista. «Adesso tocca a voi». Sotto con il repertorio di blues e rock’nroll. Comincia l’avventura.
Teddy Reno li scrittura per accompagnare Rita Pavone («trentaseimila lire a sera, novemila a testa...»). Nascono The Rokes. La prima canzone è ”Un’anima pura”, classico di Don Marino Barreto jr del 1940, da Shel scomposta e ricomposta con effetti sconvolgenti sui giovanissimi italiani. Il 17 febbraio del ’65 apre il Piper. C’è tutta la Roma che conta. I Rokes sono le stelle della serata. Fellini e Giulietta Masina chiedono loro un autografo («E io non sapevo chi fossero loro...»). Successo, soldi, amori, sbronze.
Nel ’65 esce ”C’è una strana espressione nei tuoi occhi”, ma il botto, quello vero, arriva l’anno dopo, con un singolo che ha su un lato ”Che colpa abbiamo noi” e sull’altro ”Piangi con me”. Sono anni in cui i 45 giri vanno via come il pane. Nel ’66 esce anche ”E la pioggia che va”, testo di Mogol, da un’intuizione dei Rokes: «Sotto una montagna di paure e di ambizioni c’è nascosto qualche cosa che non muore...». È rimasta un classico, il loro brano più importante. Scrive oggi Shel: «La gente dava retta alle nostre canzoni, diceva di trovare nelle nostre parole il libretto d’istruzioni per smontare e rimontare il mondo».
Nel ’67, anno del suicidio di Tenco, vanno a Sanremo con Lucio Dalla e con ”Bisogna saper perdere”. Arriva il ’68, i quattro tornano a Sanremo con una canzone che parla di alienazione e della vita di un operaio (”Le opere di Bartolomeo”, eliminata la prima sera). Ma il mondo ormai sta cambiando. Appunto.
Shel chiude i Rokes nel ’70, stesso anno in cui si sciolgono i Beatles. Poi il nostro fa il produttore, anche di successo (Mina, Patty Pravo, Cocciante...). Fa dischi solisti, spettacoli teatrali (come il recente ”Sarà una bella società”, con il compianto Edmondo Berselli). Rifiuta il bieco revival. Gli rimane la voglia di comunicare con i giovani.
La parte più interessante del libro è quella dedicata agli anni magici coi Rokes: il ritratto di un’Italia che stava cambiando, sulla scia di quel che avveniva nel resto del mondo. Stagione irripetibile, di cui Shel e i Rokes sono stati protagonisti.

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