lunedì 10 novembre 2014

ALICE, nuovo album Weekend

“Weekend” è il nuovo album di Alice, che arriva domani nei negozi. «S’intitola così - dice l’artista forlivese, vero nome Carla Bissi, che da una dozzina d’anni vive a Tricesimo, in Friuli - perché è stato registrato per lo più durante i fine settimana di quasi un anno intero». Che canzoni ha scelto? «Canzoni che rappresentassero tanti aspetti della vita, alcune le ho ascoltate per la prima volta grazie ai produttori. Quando abbiamo cominciato a pensare all’album non c’è stato un criterio comune per la scelta, ma sapevamo cosa doveva essere questo disco: le scelte sono state fatte in base alla qualità». Apre con Francois Hardy. «Sì, in Italia è stata scordata, ma in Francia è ancora molto popolare: incide dischi, scrive libri. “Tante belle cose” è la versione italiana realizzata da Franco Battiato della sua “Tant de belles choses”, del 2004. Me l’ha fatta scoprire Francesco Messina (compagno di vita e di lavoro della cantante, friulano - ndr). Quando l’ho sentita, così densa, struggente, piena di speranza, mi è piaciuta talmente tanto che ho deciso di inserirla nel disco». Luca Carboni? «Per il dialogo del brano “Da lontano” abbiamo pensato a lui, dopo il duetto che abbiamo fatto lo scorso anno nella sua “Farfallina”, per il suo album di duetti. È un artista che ho sempre apprezzato, sin dai suoi esordi. Mi piace il suo linguaggio semplice e diretto, sa parlare di temi profondi in maniera poetica». La tromba di Paolo Fresu? «Altro artista che stimo molto. Nell’89 ha partecipato a un mio tour, poi siamo rimasti sempre in contatto. È un musicista eccezionale, ma anche un uomo di grandi qualità, attivo culturalmente e socialmente. Specie a favore della sua terra, la Sardegna. In “Tante belle cose” e “Da lontano” ha suonato in maniera straordinaria». “Veleni” è firmata Battiato e Sgalambro. «Lavorare con Franco è stato ancora una volta naturale e bello. Nell’album ha un posto di rilievo. Due anni fa, nell’album “Samsara”, aveva scritto una canzone per me dopo tanto tempo che non lo faceva. Stavolta ha fatto di più». E il filosofo scomparso? «Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ne ha potuto apprezzare la grande profondità, la levatura culturale e intellettuale. Ci ha dato tanto e a vari livelli. Era affascinante, completamente fuori dagli schemi, dotato di grande ironia e autoironia: doti che gli hanno permesso di “mischiarsi” con la musica pop. Ci mancherà, ma ci ha lasciato delle grandi opere». Anche Claudio Rocchi non c’è più. «Quando l’ho saputo per me è stato uno shock. Ho voluto ricordarlo. Con Battiato cantiamo assieme un suo brano storico, “La realtà non esiste”, ma in una versione nuova rispetto a quella proposta all’Arena di Verona, nel concerto con Antony». E “L’umana nostalgia”? «Pensi che Claudio era venuto a casa mia, a Milano, nel ’94, per propormi di cantare quel brano assieme in un suo disco. Cosa che facemmo. Purtroppo poi non ci siamo frequentati molto. Ma lo ricordo come una persona luminosa, determinata, piena di vita ed entusiasmo. Ha avuto una vita molto intensa, piena di tante cose diverse». La copertina è di un fotografo triestino. «Sì, Massimo Gardone. Ci conosciamo da tanti anni, abbiamo lavorato assieme anche in passato, sia per le fotografie che per i video, come quello del brano “Nata ieri”, che stava nell’album “Samsara”. Con le sue foto sa esprimersi con grande sensibilità. Nella sua arte cogli una profondità e una tensione che spesso vanno al di là di quel che persona può vedere. Il servizio fotografico lo abbiamo realizzato a Trieste, nel suo studio. E ora lavoreremo con lui per il video di “Tante belle cose”». Come vive in Friuli? «Bene. Ho scelto di vivere in un luogo tranquillo, ho recuperato quel che per me è sempre stato importante per vivere bene. Del resto io sono nata in campagna, le radici sono importanti, meglio la qualità della vita che lo stress della metropoli. Da Forum Livii a Forum Iulii (nomi latini della sua Forlì e del Friuli - ndr)...». Fra i brani che completano un album raffinato e intenso: “Aspettando mezzanotte”, composta dalla stessa Alice; “Viali di solitudine” (per il semplice piacere di reinterpretarla...»; “Christmas”, scritta da Paul Buchanan dei Blue Nile; “Qualcuno pronuncia il mio nome”, composta da Mino Di Martino (quello dei Giganti, con cui Alice collabora da tempo); “Un po’ d’aria”.

1 commento:

  1. Grazie mille per la bella intervista!
    https://www.facebook.com/Aliceedintorni
    http://aliceedintorni.blogspot.it/

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