lunedì 14 dicembre 2015

SANREMO 2016

Qualche grande ritorno, tante facce (e voci) da “talent”, un paio di rapper. Insomma, la solita sbobba. L’Italia e il mondo cambiano, il mondo della musica anche di più, ma il Festival di Sanremo riesce a rimanere sempre uguale a se stesso. Paradossalmente, anche cambiando i suoi protagonisti. Che in teoria dovrebbero essere i cantanti e le canzoni. Ieri, su Raiuno, nell’Arena di Massimo Giletti, il conduttore e direttore artistico Carlo Conti - riconfermato per la seconda volta, e pare dovremo sorbircelo anche nel 2017 - ha svelato i nomi dei venti protagonisti (i cosiddetti e sedicenti “big”, o “campioni”...) dell’edizione 2016. Che è la numero 66 e si terrà dal 9 al 13 febbraio. Cinque canoniche serate in diretta tivù su Raiuno, dall’ora di cena fin oltre mezzanotte, canzoni e cantanti usati quasi come scusa per seratone di varietà televisivo al solito di non alta qualità. Ma vediamoli, allora, questi nomi. Saranno della partita Deborah Iurato e Giovanni Caccamo (“Via da qui”), Noemi (“La borsa di una donna”), Alessio Bernabei (“Noi siamo infinito”), Enrico Ruggeri (“Il primo amore non si scorda mai”, Arisa (“Guardando il cielo”), Rocco Hunt (“Wake up”), Dear Jack (“Mezzo respiro”), Stadio (“Un giorno mi dirai”), Lorenzo Fragola (“Infinite volte”), Annalisa (“Il diluvio universale”), Irene Fornaciari (“Blu”), Neffa (“Sogni e nostalgia”), Zero Assoluto (“Di me e di te”), Dolcenera (“Ora o mai più”), Clementino (“Quando sono lontano”), Patty Pravo (“Cieli immensi”), Valerio Scanu (“Finalmente piove”), Morgan e Bluvertigo (“Semplicemente”), Francesca Michielin (“Nessun grado di separazione”), Elio e Le Storie Tese (“Vincere l’odio”). Insomma, il solito cocktail che dovrebbe accontentare tutti ma poi rischia come sempre di scontentare tutti. Anche stavolta si pesca a piene mani dai “talent”. Torna persino Scanu. Fra quelli che arrivano dalla scuderia un tempo potentissima di “Amici” e i figli di “X Factor” (per il fresco vincitore di quest’anno non c’è spazio, ma torna quello dell’anno scorso, Lorenzo Fragola), che da quando è passato sotto le insegne di Sky è diventato più alla moda, quasi mezzo cast. Che aumenta se teniamo conto che in gara troviamo anche due artisti (Elio e Morgan, ognuno dei quali completo di gruppo di riferimento) che sono o sono stati giudici di “X Factor”. Sempre dal “pianeta talent”, da segnalare la sfida in famiglia fra i Dear Jack, molto amati dai giovanissimi, e il loro ex leader Alessio Bernabei, che ha appena lasciato la compagnia (lo scorso anno avevano cantato assieme “Il mondo esplode”), ma ha già misteriosamente conquistato il diritto di partecipare al Festival come “big”. Anche se il suo nome, senza il riferimento al gruppo, non dice molto al grande pubblico (della serie: Bernabei chi?). L’altra metà del cast coglie un po’ dappertutto. C’è l’eterna ed eterea Patty Pravo, che torna a Sanremo a cinquant’anni di distanza da quella “Ragazzo triste” che la lanciò, appena diciottenne, come scatenata e anticonformista “ragazza del Piper”. Si era sentito che doveva far coppia con Loredana Bertè. Evidentemente non ha voluto rischiare, forse per rispetto a quel capolavoro che era “E dimmi che non vuoi morire”, firmata Vasco Rossi, premio della critica nel 1997. C’è un altro veterano come Enrico Ruggeri, dieci partecipazioni come interprete e cinque come autore, ma soprattutto due vittorie in bacheca: nel 1987 con Gianni Morandi e Umberto Tozzi (“Si può dare di più”) e nel 1993 con “Mistero”. C’è un gruppo storico come gli Stadio, alla quinta presenza all’Ariston in poco più di trent’anni. Poi ci sono quelli lanciati da Sanremo Giovani. Come il vincitore dell’anno scorso Giovanni Caccamo (che aveva firmato anche il successo di Malika Ayane, “Nostalgico presente”), costretto all’accoppiata con Deborah Iurato, vincitrice di Amici 2014. E come Rocco Hunt, al secolo Rocco Pagliarulo, il rapper salernitano che vinse fra le “Nuove proposte” del 2014 con “Nu juorno buono”. L’unico nome che non è classificabile fra le citate categorie è quello di un altro rapper, l’avellinese Clementino, che aveva accompagnato gli Almamegretta nel Festival del 2013, ma che debutta come solista quest’anno. Poi c’è una “figlia di” (Irene Fornaciari), un’eterna emergente (Dolcenera), un ex rapper che deve ancora decidere cosa farà da grande (Neffa), un duo pop già visto un paio di volte all’Ariston (Zero Assoluto). Ma la partecipazione mediaticamente più rumorosa è quella di Morgan, che torna con i suoi vecchi Bluvertigo. Come qualcuno ricorderà, il quarantatreene artista milanese era stato escluso dal Sanremo 2010, pochi giorni prima dell’inizio del Festival, a causa di una sua controversa dichiarazione al mensile “Max” circa il suo uso di droghe come antidepressivo. Anche a “X Factor”, dopo varie fortunate partecipazioni come giudice, è finita male lo scorso anno, fra polemiche, abbandoni e recriminazioni varie. Il palco dell’Ariston, assieme ai suoi vecchi compagni di cordata, potrebbe rappresentarne il rilancio. O anche no. Le speranze risiedono ancora una volta nell’imprevedibile genialità di Elio e le Storie Tese. Mancano dal 2013, quando si presentavano due brani: i loro erano “Dannati forever” e “La canzone mononota”. Ma molti ricordano il loro secondo posto (secondo alcuni in realtà erano arrivati primi...) nel ’95 con “La terra dei cachi”. «Ci metteremo la stessa onestà e lo stesso amore dello scorso anno - ha detto Carlo Conti -. Questa volta vogliamo fare una cosa più poetica, un mosaico con tanti tasselli... La scorsa edizione era più una macedonia. E non ci sarà politica. I giovani hanno personalità, sono forti, per loro sarà una sfida incrociata». Il conduttore, al solito, sarà affiancato da alcune vallette. Dopo Emma e Arisa (vincitrice fra le Nuove proposte nel 2009 con “Sincerità” e fra i Campioni nel 2014 con “Controvento”) dell’anno scorso, pare si pescherà ancora nel campo musicale, visto che di parla di Anna Tatangelo. Tra gli ospiti, dopo Giorgio Panariello l’anno scorso, dovrebbe arrivare un altro toscano: Leonardo Pieraccioni. Che a febbraio il suo “cinepanettone” dovrebbe averlo ormai digerito.

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