mercoledì 16 novembre 2016

25 ANNI FA I NIRVANA A MUGGIA

Stasera alle 20.30, nello stesso Teatro Verdi di Muggia che li vide esibirsi ancora quasi sconosciuti al grande pubblico, “si celebreranno” i venticinque anni dal concerto dei Nirvana. Era il 16 novembre 1991. Di lì a poco, la band di Seattle sarebbe letteralmente esplosa con l’album “Nevermind”, ormai considerato una pietra miliare della musica rock. Il concerto di Kurt Cobain (morto suicida il 5 aprile ’94), Dave Grohl e Krist Novoselic (genitori originari di Zara, emigrati negli Stati Uniti) si sarebbe dovuto svolgere originariamente in Slovenia, che proprio in quel ’91 aveva combattuto per la sua indipendenza dalla Jugoslavia. Situazione dunque instabile. E le agenzie Rock Alliance e Devon Rex, con la collaborazione dei triestini di Globogas, lo dirottarono su Muggia.
Stasera si ricorda la serata passata alla storia. Prima la parola a chi c’era (organizzatori, giornalisti, fan). Poi musica con un “tributo acustico triestino” affidato al duo Nasty Monroe, alla cantante Dorina Leka e ai Beat on Rotten Pilots (ovvero un mix fra Beat on Rotten Woods e Damned Pilots...). Gran finale con i milanesi “Poottana Play For Money - Nirvana Tribute Band”, in versione unplugged, e una superband triestina creata per l’occasione: Andrea Belgrado, Michele Chiesa e Andrea Zanolla.
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Il concerto che i Nirvana tennero al Teatro Verdi di Muggia il 16 novembre 1991, poche settimane prima della loro esplosione mondiale con l’album “Nevermind”, fa ormai parte della storia della musica triestina. Solo un altro (mancato) evento gli tiene testa: il concerto che i Genesis avrebbero dovuto tenere al Dancing Paradiso di via Flavia l’8 aprile del ’72. Peter Gabriel e compagni avevano appena pubblicato “Nursery Crime”. Arrivarono a bordo di due macchinoni neri, trovarono la sala chiusa perchè nei giorni precedenti vi era scomparsa una minorenne. Breve conciliabolo, colloquio con gli organizzatori, e poi dietrofront, con sosta in una vicina pizzeria.
Ma torniamo ai Nirvana. All’epoca la band di Seattle aveva appena pubblicato “Nevermind”, il secondo album uscito nel settembre ’91 e seguito al disco di debutto “Bleach”, pubblicato nell’89. Gruppo di nicchia, ma fino a un certo punto, visto che quel tour europeo che arrivò anche da noi fece registrare quasi ovunque una lunga serie di tutto esaurito. Tempo poche settimane e, fra la fine del ’91 e l’inizio del ’92, Kurt Cobain e soci fanno il botto, grazie anche al successo del primo singolo estratto dall’album, “Smells like teen spirit”. Basti pensare che a gennaio il disco spodesta “Dangerous” di Michael Jackson dalla vetta delle classifiche di vendita. Oggi “Nevermind”, oltre dieci milioni di copie vendute, è considerato uno degli album fondamentali degli anni Novanta e della storia del rock in generale.
Il caso e un pizzico di fortuna unirono il nome dei Nirvana alla cittadina muggesana. «Il bassista Krist Novoselic - ricorda Fabrizio Comel, all’epoca nell’agenzia Globogas che organizzò il concerto - era di origine croata, i suoi genitori erano emigrati negli Stati Uniti dalla natia Zara. Dunque voleva assolutamente suonare vicino al confine, nel momento in cui i tragici fatti di quel ’91 avevano fatto tramontare la possibilità di suonare in Slovenia. Fu l’agenzia Rock Alliance di Pordenone a proporre al management dei Nirvana l’opzione Muggia. Dove noi di Globogas organivamo in quei mesi vari concerti. Ricordo Working Week, Fleshtones, Mordred, Atom Seed, Maceo Parker, Galliano con Mick Talbot degli Style Council...».
«Per i Nirvana - prosegue Comel, che in occasione dell’anniversario annuncia la pubblicazione di “nuovi materiali recuperati dal baule dei ricordi” - la sala era strapiena, almeno metà erano ragazzi arrivati per l’occasione dalla ex Jugoslavia. Aprirono la serata gli Urge Overkill. I Nirvana suonarono nella penombra, quasi al buio, Cobain tirò fuori di colpo tutta la sua grinta sofferente, Novoselic si muoveva molto e si notava di più per la sua stazza mentre brandiva il basso. Gran “pogo” del pubblico e noi organizzatori entusiasti lavoravamo in un bar improvvisato in galleria. Dopo il concerto ho fatto i complimenti a Dave Grohl che è venuto a bersi una birra su da noi...».
Il concerto della band di Seattle portò fortuna ai triestini di Globogas, che l’estate successiva furono chiamati a organizzare la stagione al Castello di San Giusto. Dove portarono Screaming Trees, Elio e le Storie Tese, Pitura Freska, persino un Ligabue fresco di grande successo. Nel ’93, di nuovo al “Verdi” di Muggia, un altro botto con gli Arrested Development, con pubblico da tutto il nord Italia.
«Per tornare ai Nirvana - conclude Fabrizio Comel - noi di Globogas avemmo poco a che fare con il gruppo. Loro alloggiavano all’Hotel Lido già dalla sera prima, Cobain faceva vita diciamo molto appartata, gli altri due erano più socievoli. Se ne ebbe una dimostrazione anche nella conferenza stampa che fu organizzata in albergo, alla presenza di giornalisti provenienti soprattutto dalla ex Jugoslavia, con Cobain abbastanza assente, quasi appisolato sulla sedia. Dopo il concerto andarono in giro per locali con alcuni di noi...». Il resto è storia.

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