giovedì 27 gennaio 2022

GIORNALISTI “CANCELLATI” DAL FASCISMO, ANTEPRIMA DOCUMENTARIO

 Il film documentario “Ultime notizie: giornalisti e leggi razziali” sarà presentato in anteprima oggi, giovedì 27 gennaio, Giorno della Memoria,  alle 17.30, con una diretta streaming sulla pagina Facebook del Comune di Trieste, del quotidiano “Il Piccolo”, del Circolo della Stampa di Trieste e di Articolo 21.

Il film documentario, cui ha collaborato il Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner”, racconta la tragica storia dei giornalisti “cancellati” dopo il 1938 dal fascismo attingendo ad archivi istituzionali e privati e indagando l’impatto che produsse sulle memorie individuali.
Il 18 settembre 2020, al Circolo della stampa di Trieste, i presidenti dell’Ordine dei giornalisti regionale Cristiano Degano e dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello hanno reiscritto “ad honorem” i giornalisti triestini che il fascismo aveva cancellato ottant’anni prima dagli elenchi professionali. I nomi: Vito Levi, Massimo Della Pergola, Alice Pincherle, Ida Finzi, Federico Levi, Edvige Levi Guanalachi, Aldo Cassuto, Isacco Kleim, Mario Bolaffio. La data fu scelta poichè il 18 settembre del 1938 Benito Mussolini, proprio a Trieste, in un comizio in piazza dell’Unità, annunciò il varo delle leggi razziali che provocarono numerose vittime nella comunità ebraica triestina. Questo fatto diede inizio alle persecuzioni più terribili e ai campi di concentramento in perfetto accordo con le teorie di purezza della razza di Adolf Hitler. All’evento hanno partecipato il presidente del Circolo della Stampa, Pierluigi Sabatti, il rabbino capo Meloni ed esponenti del mondo ebraico ed Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma, al quale si deve la ricerca negli archivi della Fondazione Murialdi sulle epurazioni della categoria. Intervennero pure la preside Cesira Militello e la docente Sabrina Benussi, con alcuni allievi del liceo Petrarca di Trieste, artefici della mostra “Razzismo in cattedra” e del documentario “1938 Vita amara”.
Per tramandare la memoria di questo piccolo ma significativo evento risarcitorio del gravissimo torto fatto a quei giornalisti è nato un film- documentario, realizzato dalla stessa professoressa Benussi, che prende il titolo dalla nota di poche righe apparse il 18 novembre del 1938 sul “Popolo di Trieste”, il quotidiano fascista della città “I giudei eliminati dal Circolo della Stampa”. L’articolo proseguiva con il plauso delle camicie nere della redazione: “Era logico che i giudei non dovessero più far parte di quella che noi consideriamo la nostra casa, la nostra famiglia. Il giornalismo fascista è un posto avanzato della Rivoluzione, che deve essere presidiato da uomini puri di sangue e di cuore, da militi fedeli interamente votati alla Causa”.
A Trieste, come nel resto d’Italia, la scure delle Leggi razziali che, a partire dal settembre del 1938, si abbatte sul mondo della scuola, dell’economia, della cultura e delle professioni dando il via alla persecuzione, cancella la presenza dei giornalisti professionisti e dei pubblicisti ebrei dalle testate cittadine, operazione favorita dallo stesso sindacato dei giornalisti che si occupa di compilare le liste di proscrizione. Lo stesso proprietario del “Piccolo”, Teodoro Mayer, che pure era stato senatore del Regno vicino al regime, fu costretto a cedere il quotidiano.
Nel film documentario Sergio Della Pergola, figlio del giornalista sportivo espulso Massimo Della Pergola, racconta le vicende della sua famiglia in fuga e di come il padre, profugo in Svizzera, inventò il progetto P ovvero il futuro Totocalcio. La giornalista Mariella Grande ripercorre le vicissitudini di Ida Finzi alias Haydée, giornalista e scrittrice costretta, ormai anziana, a nascondersi in un ospizio a Portogruaro e morta in solitudine...
Al film documentario partecipano inoltre il prof. Marcello Flores, il conduttore radiofonico e giornalista Massimo Cirri, il giornalista e scrittore Pierluigi Sabatti, la giornalista Mariella Grande, accompagnandoci nell’Italia e in particolare nella Trieste dell’epoca.
All’anteprima di oggi partecipano i presidenti dell’Ordine regionale dei giornalisti Cristiano Degano, dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello, del Circolo della stampa di Trieste Pierluigi Sabatti, in collegamento con l’autrice del documentario Sabrina Benussi, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, il direttore del Piccolo e del Messaggero Veneto Omar Monestier, il Rabbino di Trieste Alexander Meloni, lo storico Enrico Serventi Longhi, il presidente onorario dell’Assostampa Fvg Luciano Ceschia.
Domenica 30 gennaio, alle 9.15, il documentario verrà trasmesso su Rai 3, a diffusione regionale, e, in replica, mercoledì 2 febbraio, alle 21.20, su Rai 3 bis, canale 103 del digitale terrestre.

25-1, GIULIETTI A TRIESTE E FIUMICELLO

 A margine della tappa triestina del viaggio per i vent’anni di Articolo 21, oggi alle 12, al Circolo della Stampa di Trieste, il presidente della Fnsi Beppe Giulietti incontrerà alcuni dei giornalisti e operatori dell’informazione minacciati e aggrediti nelle scorse settimane a Trieste dalle frange più esagitate dei manifestanti no vax e no green pass. Come si ricorderà, Assostampa Fvg - con Fnsi e Ordine regionale giornalisti - ha deciso di affiancare i colleghi aggrediti, chiedendo la costituzione di parte civile nei procedimenti giudiziari avviati.

“Chi alza le mani su un giornalista attenta all’articolo 21 della Costituzione. Bisogna intervenire il giorno prima e non esprimere solidarietà il giorno dopo”, ammonisce Giulietti. Aggiunge Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg: “È un tempo drammatico per tutti, quello che ci troviamo a vivere, ma per giornali e giornalisti le difficoltà si aggiungono alle difficoltà. Siamo ormai all’emergenza. Ci mancava la follia antiscientifica e anticostituzionale di chi attacca e aggredisce i giornalisti”.

Ma si diceva dell’appuntamento di oggi alle 12, al Circolo della stampa di Trieste. Una targa e la tessera onoraria di Articolo 21 verranno consegnate alla vigilia del 28° anniversario della strage di Mostar, in cui persero la vita gli inviati Rai Marco Luchetta, Saša Ota e Dario D'Angelo, alla Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin, rappresentata dalla presidente Daniela Luchetta. Il riconoscimento è un tributo all'impegno quasi trentennale a trasformare il dolore in azione a servizio dei più piccoli e a illuminare quell'informazione che non oscura i bambini e le bambine, spesso dimenticati perché nati nel posto sbagliato.

Nel pomeriggio, alle 15.45 in piazza della Libertà, davanti alla stazione ferroviaria di Trieste, analogo riconoscimento sarà consegnato a Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, fondatori di Linea d’Ombra, per il loro prendersi cura delle persone che arrivano dalla Rotta Balcanica dopo mesi e mesi, se non anni, di cammino spesso caratterizzato da violenze e torture, per la loro capacità di non adeguarsi all'indifferenza istituzionalizzata.

Infine alle ore 17.30, nell'ambito di “Pensieri, parole e musica per Giulio” a sei anni dalla tragica scomparsa, una delegazione di Articolo 21 sarà a Fiumicello per consegnare alla famiglia Regeni, all'avvocata Ballerini e al Consiglio comunale dei Giovani, di cui Giulio è stato sindaco, una targa e la tessera onoraria dell'associazione, che sin dall'inizio ha promosso la scorta mediatica per Giulio rinnovando costantemente la richiesta di verità e giustizia per Giulio Regeni. L'attestazione vuole esprimere la riconoscenza per non essersi rassegnati al male, per non aver mai smesso di credere nella giustizia e per aver affermato il primato della persona ma anche il diritto alla dignità e all'intangibilità dei corpi.

 

 

venerdì 14 gennaio 2022

DALLA NEWSLETTER ORDINE GIORNALISTI FVG e dal PICCOLO

 È un tempo drammatico per tutti, quello che ci troviamo a vivere, ma per giornali e giornalisti le difficoltà si aggiungono alle difficoltà. Siamo ormai all’emergenza. E ha ragione Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti di cui l’Assostampa Fvg è articolazione territoriale, quando dice: “L’impressione è che, con l’approvazione della norma di messa in sicurezza dell’Inpgi, il governo consideri conclusa la partita che riguarda l’informazione. Niente di più sbagliato. La crisi della previdenza di settore, infatti, è soltanto l’effetto più evidente di una grave emergenza sulla quale, fino ad oggi, non ci sono state risposte adeguate da parte delle istituzioni”.

Il settore, come segnala da tempo la Fnsi, ha infatti bisogno di serie e profonde riforme. Affrontare la transizione al digitale con la legge 416 del 1981 è follia. Serve una nuova legge per l’editoria che – proprio come avvenne quarant’anni fa con la 416 – preveda nuovi strumenti di rilancio e sostegno del settore, oltre a misure adeguate per affrontare stati di crisi e processi di ristrutturazione delle aziende. Il sindacato dei giornalisti ha elaborato da tempo numerose proposte, consegnate ai vari governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni. 
La situazione era grave prima della pandemia, ora è gravissima. Posti di lavoro sempre in calo, come i fatturati, le copie vendute, la pubblicità. Digitale che ancora non garantisce le entrate dei tempi d’oro della carta. Manca – agli editori, alla politica, alle istituzioni – un’idea di futuro per quello che è un settore fondante di ogni democrazia. Ci mancavano i no vax e i no green pass, che non trovano di meglio che attaccare, minacciare, a volte aggredire i giornalisti e gli operatori dell’informazione. Come Assostampa Fvg, con Fnsi e Ordine regionale, abbiamo deciso di costituirci parte civile al fianco dei colleghi aggrediti.
Un’informazione sempre più sotto attacco e indebolita e un mercato del lavoro dominato dalla precarietà, segnala ancora la Fnsi, non sembrano impensierire governo e istituzioni. L’emergenza è sempre quella del lavoro. Vanno salvaguardati i livelli occupazionali, vanno creati nuovi posti di lavoro, va data dignità a quel lavoro che nell’informazione oggi c’è ma non viene riconosciuto e rispettato.
Lo abbiamo già detto: il paradosso è che non c’è mai stata tanta informazione come nel tempo dominato dal virus che ci troviamo a vivere. Eppure il comparto è in crisi nerissima, le aziende editoriali boccheggiano, molti giornalisti non hanno trattamenti dignitosi. E anche quelli che possono contare su un contratto regolare se la passano peggio di coloro che facevano lo stesso lavoro (anzi, con carichi di lavoro inferiori) venti o trent’anni fa.
Per questo va portata avanti la lotta al precariato. Per questo serve una norma che garantisca davvero un “equo compenso” ai lavoratori autonomi. Perché chi scrive centinaia di articoli all’anno per lo stesso giornale (ma pagato molto meno del collega che sta in redazione) non è un lavoratore autonomo, ma deve essere assunto come dipendente a norma del contratto.
Anche nel 2022 abbiamo sempre bisogno che tutte le colleghi e i colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non, precari e pensionati, si iscrivano al nostro sindacato unitario, unica difesa della professione. Purtroppo molti iscritti all’Ordine, professionisti e pubblicisti, non sono iscritti al sindacato. L’Assostampa Fvg ha da molti anni le quote d’iscrizione immutate, fra l’altro le più basse d’Italia. E qui c’è anche la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita per i colleghi in difficoltà economica. Aiutateci a tutelare i più deboli, a difendere la professione, il lavoro, il contratto, le pensioni, i nostri enti di categoria, il diritto dei cittadini a essere informati e il dovere dei giornalisti di informare.

Carlo Muscatello
presidente Assostampa Friuli Venezia Giulia