martedì 31 maggio 2022

ASSOSTAMPA FVG, BILANCI OK

 Si è svolta al Circolo della Stampa di Trieste (in presenza e da remoto) l’assemblea annuale dell’Assostampa Fvg, che ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2021 e preventivo 2022. L’assemblea si è aperta con il ricordo di Luciano Ceschia, presidente onorario dell’Assostampa Fvg, già segretario generale della Fnsi, scomparso nelle scorse settimane. Ceschia è stato ricordato anche dal segretario generale Raffaele Lorusso nel messaggio inviato all’assemblea e dal presidente Giuseppe Giulietti, collegato da remoto. All’inizio dell’assemblea è stato ricordato anche lo scrittore e intellettuale triestino di lingua slovena Boris Pahor, scomparso la notte scorsa.

“La concomitante assemblea della Federazione internazionale dei giornalisti - ha scritto Lorusso - mi impedisce di partecipare alla vostra assemblea annuale. Ne sono sinceramente dispiaciuto, soprattutto perché si tratta della prima assemblea senza Luciano Ceschia. Per l’Associazione della Stampa del Friuli-Venezia Giulia, ma soprattutto per la Fnsi, Luciano è stato un esempio. I suoi punti di riferimento, fino all’ultimo, sono stati i valori e i principi della Carta Costituzionale della Repubblica italiana, nata dalla resistenza al nazifascismo, e un’idea di sindacato capace di coniugare libertà e giustizia sociale. Noi tutti, a cominciare dal sottoscritto, al quale mai ha fatto mancare il suo sostegno, gli siamo debitori. Oggi c’è la necessità di dover aggredire un futuro pieno di incognite. Dobbiamo fare squadra, essere uniti, mantenendo però ferma la consapevolezza che unità non può e non deve significare unanimismo. L’unità si costruisce intorno ai valori, che per noi non possono che essere quelli della Costituzione, e ad un’idea di professione che sappia coniugare rigore etico e solidarietà nei confronti di chi ha diritto a processi di inclusione piena nel mondo del lavoro. Nel nostro Paese, la libertà di stampa, il diritto di cronaca, il diritto dei cittadini ad essere informati sono quotidianamente calpestati. Minacce, aggressioni, querele bavaglio, intrusioni sempre più intollerabili da parte della magistratura, in totale dispregio del segreto professionale e del diritto alla tutela delle fonti, stanno diventando una sorta di normalità che non si può accettare”.

Interviene da remoto il presidente della Fnsi Beppe Giulietti, ricordando Ceschia ma anche altri due colleghi del Fvg scomparsi, Sergio Canciani e Demetrio Volcic. Comunica che la Fnsi sta raccogliendo gli scritti principali di Ceschia per presentarlo alla fondazione Murialdi. Il Fvg, dice, è diventato un laboratorio per il dibattito sul giornalismo, grazie a iniziative come il festival Link, il premio Luchetta, Leali delle notizie, e altre esperienze. Ricorda la decisione della Fnsi e di Assostampa di costituirsi parte civile per sostenere i giornalisti aggrediti e minacciati, un problema che nel paese sta esplodendo, così come peggiorano le condizioni della libertà di stampa. Propone un’iniziativa pubblica in occasione della prima udienza del processo per l’aggressione a un collega a Trieste. È necessario riunire subito il coordinamento degli enti di categoria, per programmare delle manifestazioni nazionali sulle querele bavaglio, e sull’equo compenso, temi fermi ormai da tempo nonostante la gravità della situazione. Sull’equo compenso c’è già una base di discussione preparata dalla Clan: è urgente prevedere una tutela per i freelance e precari, impegnati anche in aree di guerra. Ricorda il presidente di Art 21 Fvg Don Pierluigi Di Piazza, recentemente scomparso.

Si passa all’esame dei bilanci. Muscatello ricorda il difficile 2021 che ha visto la pandemia, ma anche gli attacchi delle frange estreme No Green pass ai giornalisti. Assostampa ha chiesto di costituirsi parte civile al fianco dei colleghi attaccati. La pandemia, con la guerra, ha peggiorato una situazione già drammatica, anche per la stampa, una situazione che richiede un intervento legislativo di rilancio del settore. In questo quadro c’è stato anche il passaggio dell’INPGI all’INPS, che segna un passaggio epocale per il sindacato. Le pensioni sono in salvo, ma il problema non è risolto. I rimborsi dell’INPGI per i servizi offerti dal sindacato saranno drasticamente ridotti da luglio, e saranno limitati alla sola INPGI 2. Siamo ancora in salute ma la riduzione si fa già sentire quest’anno e si farà sentire ancora di più il prossimo, il lavoro però è lo stesso, anzi ultimamente aumenta.

Muscatello ricorda le iniziative a supporto delle fasce deboli della categoria, che si cercherà di mantenere, stando però ancora più attenti ai conti. Le iscrizioni potrebbero essere di più, e sono necessarie per consentire al sindacato di continuare a lavorare per i colleghi. Ringrazia l’ordine e il presidente Degano per la collaborazione fondamentale per la categoria.

Comunica che il presidente del circolo della stampa Pierluigi Sabatti, che ha rilanciato le attività negli ultimi anni, ha comunicato di volersi dimettere. Sabatti ringrazia per la fiducia e per il lavoro svolto assieme.

Il tesoriere Filipovic illustra i bilanci all’assemblea, confermando le minori entrate con cui bisognerà convivere e capire come gestire la situazione.

Bulgarelli conferma che l’INPGI sta valutando quale sarà l’attività per stabilire i rimborsi alle associazioni. Sarà comunque un punto di riferimento importante per la categoria visti i 46 mila iscritti. 

Giulietti interviene sottolineando l’esigenza di un coordinamento fra gli enti anche sui temi dell’INPGI e dei rimborsi. 

Muscatello assicura che l’impegno del sindacato non verrà meno, nonostante il taglio nei rimborsi dell’INPGI. 

I bilanci vengono approvati dall’assemblea all’unanimità. 

 

Degano conferma la collaborazione stretta e proficua fra ordine e associazione, cosa per nulla scontata vista la situazione in altre regioni. La collaborazione ha funzionato anche in periodi difficili come quello delle manifestazioni no green pass e di attacchi alla stampa, o in iniziative come quella del documentario sulla Shoah. 

Girelli comunica che anche la Casagit sta valutando come organizzarsi con le trattenute. Illustra le ultime novità sulla Casagit, e sottolinea come a giugno ci sarà l’assemblea dell’ente. Ci sarà anche il congresso Unaga a breve in Veneto. 

Bekar ricorda come dagli ultimi dati emerga come l’informazione sia sempre di più basata sul lavoro precario, anche in zone di guerra. A 10 anni dall’approvazione della legge sull’equo compenso non si riesce ancora a dare attuazione alla normativa, i compensi sono il primo problema dei lavoratori precari. Nell’ambito Clan si era parlato di una manifestazione a giugno, idea cassata per l’evidente difficoltà di portare i precari nelle piazze. C’è una disaffezione dei precari verso il sindacato. Anche gli effetti concreti della Carta di Firenze sono stati limitati. Ci sono poi problemi di accesso alla professione, con gran parte degli iscritti all’ordine sconosciuti all’INPGI. Chi è iscritto all’ordine deve esercitare realmente la professione ed essere iscritto all’INPGI. 

Il passaggio dell’INPGI non è solo un fatto contabile, ma un cambiamento epocale negli equilibri della categoria, bisogna fare un’operazione di proselitismo il tesseramento, però deve essere motivato, senza vedere il sindacato come una sorta di agenzia di servizi o di bancomat. Propone di creare dei gruppi di lavoro per elaborare proposte da portare al congresso e agli enti di categoria. È necessario ricreare un movimento dal basso diffuso e aperto, senza il quale non è possibile ottenere dei risultati.

Muscatello sottolinea come l’Assostampafvg sia sempre stata in mezzo ai precari, prima associazione a livello nazionale, e non a caso Bekar è stato eletto coordinatore della Clan per tre mandati. 

Martini illustra all’assemblea le ultime iniziative di Articolo 21 Fvg, fra cui un incontro in ricordo del presidente scomparso Don Pierluigi Di Piazza. 

Disnan ricorda le iniziative dell’Unione nazionale giornalisti pensionati, che ha pubblicato un libro sui pensionati e sul futuro della categoria basato su un sondaggio condotto fra i colleghi pensionati. 

Oppelli richiama la necessità di impegnarsi a far luce sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e sottolinea come non si siano ricordati i due colleghi nel corso dell’assemblea. 

Muscatello ricorda l’impegno della Fnsi per Alpi e Hrovatin, che non sono mai stati dimenticati dal sindacato, nonostante il muro di gomma eretto sul caso. 

Stratti sottolinea la buona gestione dell’associazione e la vicinanza dell’associazione ai più deboli. Informa l’assemblea sulle ultime iniziative della Casagit.

Rauber interviene sottolineando come nonostante la riduzione dei rimborsi INPGI la salute finanziaria dell’associazione consenta di pensare con serenità alle attività a favore dei colleghi. Ringrazia i colleghi della Rai per aver preso le difese della redazione del giornale contro gli insulti e le proteste dei no green pass. Orso ringrazia Rauber per l’intervento

lunedì 30 maggio 2022

ADDIO A BORIS PAHOR, 108 ANNI (da Art21)

 Se n’è andato a 108 anni Boris Pahor, scrittore triestino di lingua slovena, sopravvissuto al lager, forse l’ultimo grande testimone del Novecento. Se n’è andato ora che l’orrore della guerra ha ripreso ad abitare la sua, la nostra Europa. Era nato il 26 agosto 1913 e nella sua lunga vita ha fatto in tempo a rifarsi idealmente dei torti, delle violenze, delle umiliazioni e dei bavagli subiti. Da bambino, il fascismo mise il bavaglio alla sua lingua, alla sua cultura, alla memoria della sua gente. A sette anni vide l’incendio del Narodni Dom, sede delle organizzazioni della comunità slovena di Trieste.

 “Fu l’inizio – ricordò una volta Boris Pahor – di una lunga persecuzione per il nostro popolo. I libri nella nostra lingua venivano accatastati e bruciati, a scuola dovevamo cancellare le nostre origini. Ci obbligarono a parlare e scrivere esclusivamente in italiano. Questo fu per me, per noi sloveni, il fascismo”. 

Un’esperienza che lo segnò, quasi quanto la prigionia nei campi di concentramento nazisti. Il suo libro più famoso, “Necropoli” (per Le Monde «un libro sconvolgente, la visita a un campo della morte e il riaffiorare di immagini intollerabili descritte con una precisione allucinata e un’eccezionale finezza di analisi…»), racconta l’orrore e le atrocità della prigionia. E’ uscito nel ’67. In questi anni ha avuto traduzioni nelle lingue di mezzo mondo, ma in Italia è stato pubblicato per la prima volta (a parte un’edizione locale) solo pochi anni fa da Fazi Editore.

 In Francia gli hanno assegnato la Legion d’Onore. E premi sono arrivati persino dagli Stati Uniti. Insomma, un altro bavaglio. Perchè per troppo tempo, come è stato scritto, ha fatto comodo a tanti che non si sapesse che nell’italianissima Trieste c´era uno scrittore capace di scrivere in un’altra lingua – la stessa lingua che il fascismo aveva negato a colpi di manganello e olio di ricino – e mettere con i suoi capolavori il dito sulla piaga. 

Spiegava Boris Pahor: «Gli anni Venti sono stati il periodo più brutto per Trieste, sotto l’Austria eravamo una città ricca, poi gli uomini di cultura e anche i sacerdoti sloveni sono stati mandati via. Nel 1920 hanno cominciato a bruciare le case di cultura slovene, quando il fascismo è andato al governo ci hanno tolto la lingua, hanno bruciato i nostri libri, ci hanno cambiato nomi e cognomi. Una vera e propria pulizia etnica “romana”, perchè sloveni e croati dell’Istria dovevano diventare italiani…». Ancora lo scrittore: «Lo hanno detto loro stessi: la rivoluzione fascista è nata a Trieste, quando hanno cominciato a ripulire la città…». Storie che sembrano lontane. Storie che rischiano di tornare di attualità, guardando a questa nostra Europa che abbatte i confini ma non sembra ancora vaccinata a sufficienza contro l’odio per l’altro, per il diverso, per chi viene da lontano, per chi è minoranza. 

L’insegnamento che lascia Boris Pahor, sopravvissuto ai lager e agli orrori del secolo breve, sembra indicare una via d’uscita: recuperare la capacità di opporsi, di indignarsi, di dire no a tutti i bavagli. Tutte le volte che è giusto, che ce n’è bisogno. Anche quando tutto intorno sembra andare nel verso sbagliato.


Carlo Muscatello


sabato 7 maggio 2022

FESTIVAL LINK A TRIESTE, OGGI COORDINO DIBATTITO SU COME CAMBIA INFORMAZIONE

 Entra nel vivo domani, sabato 7 maggio, la 9^ edizione di Link Festival del Giornalismo,in programma fino a domenica nella Fincantieri Newsroom di Piazza Unità a TriesteA Link l’attualità va in scena con la partecipazione di artisti sensibili alle urgenze del nostro tempo: è il caso dell’attrice Alessandra Mastronardi, Ambasciatrice UNICEF Italia, che domani, alle 16, prenderà parte all’incontro “Dalla parte dei bambini” insieme al portavoce UNICEF Italia Andrea Iacomini e a Massimo Cirri, voce e autore di un programma cult della radio italiana, Caterpillar di Rai Radio2. Il filo conduttore della presenza di Alessandra Mastronardi a Trieste è legato all’emergenza in Ucraina e al dramma che stanno vivendo milioni di bambini e donne ucraine: per questo, oltre agli incontri ufficiali di Link Festival, Alessandra incontrerà famiglie ucraine rifugiate  accolte a Trieste sempre domani visitando il Blue Dot al valico di frontiera italo-slovena di Fernetti, realizzato dall’UNICEF e dall’UNHCR, uno spazio di supporto per la protezione di minorenni, donne, famiglie e altre persone con esigenze specifiche. Nel corso della missione a Trieste, l’artista incontrerà gli studenti dell’Istituto Comprensivo Tiziana Weiss di Trieste che sta ospitando alcuni bambini ucraini rifugiati, e al Conservatorio di musica Giuseppe Tartini assisterà all’esibizione di un Duo di giovani musiciste ucraine, una delle quali arrivata un mese fa dal Conservatorio di Kiev.

Di Ucraina ma anche in generale dell’est-Europa si parlerà a Link Festival domani con Francesco Battistini, inviato di guerra in Ucraina per il Corriere della Sera e autore di un libro appena uscito per Neri Pozza, “Fronte Ucraina. Dentro la guerra che minaccia l'Europa”. Con Francesco Battistini converseranno a Link, sabato 7 maggio alle 10, il giornalista e scrittore Marzio Mian, coautore di Maledetta Sarajevo (Neri Pozza) e, in collegamento, la scrittrice Federica Manzon: sarà l’occasione per ripercorrere, a trent’anni dalla guerra nella ex Yugoslavia, i fatti storici, gli odi etnici e i crimini della prima lacerante guerra scoppiata in Europa dal 1945. 

Oggi è già domani” sarà uno degli highlights di Link Festival 2022: e non solo per la possibilità di prevedere le implicazioni geopolitiche degli accadimenti, ma anche per discutere di scenari che il nostro immaginario identifica come “futuri”, e con i quali ci troviamo invece a confrontarci, sempre più spesso, come il “metaverso”. Ne parleranno a Link, sabato 7 maggio alle 11, Federico FerrazzaDirettore Wired, Barbara Carfagna giornalista Rai TG1 e conduttrice di Codice su Rai1, Beniamino Pagliaro caporedattore La Repubblica e fondatore di Good Morning Italia.

L’attualità declinata nei libri a Link, con alcune anteprime assolute: è il caso di un saggio centrale per il mondo ancora alle prese con la crisi pandemica, e dilaniato da guerre e diseguaglianze, “Infiammazione. Medicina, conflitto e disuguaglianza”, l’ampia riflessione che l’economista politico inglese Raj Patel firma per Feltrinelli con Rupa Maryaappena uscita in Italia ma già best seller in molti Paesi del mondo. Sarà proprio Link Festival ad ospitare domani alle 18 in esclusiva l’unica presentazione italiana del libro, che attraverso un viaggio nel corpo umano illumina le relazioni nascoste fra i nostri sistemi biologici e le profonde ingiustizie dei sistemi politici ed economici. A Link Raj Patel dialogherà con l’economista e saggista Loretta Napoleoni e con il giornalista e autoreEdoardo Vigna, responsabile di Pianeta 2030 del Corriere della Sera.

Nel segno dell’attualità Link Festival domani alle 17 dedica un focus speciale speciale al drammatico conflitto in Ucraina, ospitando molti testimoni diretti degli eventi. Come gli inviati al fronte ucraino Giammarco Sicuro RAI TG2 e Angela Caponnetto Rai News 24. Dialogheranno con il Direttore di RAI Radio1 Andrea Vianello che all’inizio del conflitto ha trasmesso, nonostante le difficoltà, il Giornale Radio direttamente dall’Ucraina: una scelta coraggiosa a dimostrazione che le cronache giornalistiche, sempre più spesso dalla prima linea degli eventi e anche dei conflitti, si confermano di valore insostituibile e infungibile.

Dell’ “Ultimo zar”, Vladimir Putin, l’uomo più attenzionato dai notiziari del pianeta, presidente della Federazione Russa al suo quarto mandato, converseranno domani alle 12 il Presidente ISPI e Fincantieri Giampiero Massolo e il Direttore Tg2 Gennaro Sangiuliano, che ha da poco curato la riedizione del saggio Mondadori “Putin, vita di uno zar”. Con loro interverrà Serena Bortone, conduttrice di “Oggi è un altro giorno” su Rai1. A Link si parlerà anche di come cambia il modo di fare e fruire l’informazionesabato 7 maggio, alle 19 ne parleranno tre Direttori di altrettante testate giornalistiche di primo piano in Italia. Sono Agnese Pini Direttrice La Nazione, Simona Sala Direttrice RAI TG3, Andrea Montanari Direttore RAI Radio 3: la conversazione sarà condotta dal Presidente Assostampa FVG Carlo Muscatello

E in serata, domani alle 21, torna Link on stage: domani in scena “Non è vero, ma ci credi”, l’evento che vedrà protagonista il direttore di RAI3 Franco Di Mare, giornalista noto al pubblico di Trieste anche per il lungo impegno come corrispondente dai Balcani nel periodo della guerra dell’ex Yugoslavia. A Link parlerà di come le fake news possano a volte cambiare il corso della storia: un tema che non riguarda soltanto l’informazione perché la manipolazione della realtà produce effetti devastanti, mettendo in pericolo la democrazia. 

Gli incontri di Link Festival saranno fruibili in streaming live sui siti di Link Festival e del quotidiano Il Piccolo. Le masterclass di Link to Play, aperte alla partecipazione gratuita di un numero massimo di 30 giovani under 30, domani prevedono la partecipazione della conduttrice di Caterpillar Radio2 Sara Zambotti e della curatrice del programma Fabrizia Brunati sui temi del loro libro “A microfono spento. Il mestiere del producer radiofonico in Italia“. Subito dopo, alle 17.30, il direttore Rai1 Stefano Coletta incontrerà i giovani iscritti alle masterclass di Link. E alle 11.30Scambio di Link, l’incontro per under 30 sulle nuove professioni organizzato in collaborazione con Fincantieri.

Link Festival del giornalismo 2022 è curato da Francesca Fresa per la direzione editoriale di Giovanni Marzini, organizzato da Prandicom e promosso in stretta sinergia con Fincantieri, con il sostegno inoltre della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e del Comune di Trieste, con il contributo della Fondazione CRTrieste, di Crédit Agricole Friuladria e sotto l’egida della FNSI e dell’Ordine dei GiornalistiMediapartner di Link Festival del Giornalismo sono la RAI e il quotidiano Il Piccolo.  Info e dettagli di programma linkfestival.it Streaming sul canale youtube di Link Festival e sul sito del quotidiano Il Piccolo.

FESTIVAL LINK A TRIESTE, PREMIO UNICEF ALLA FNSI

 Seconda giornata a Trieste, in piazza Unità, del Festival Link. Alle 18 il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti riceverà il premio "I Nostri Angeli", assegnato da Unicef Italia al sindacato dei giornalisti, a nome dei giornalisti impegnati a raccontare la guerra in Ucraina. Giunto alla sesta edizione, il premio esprime la vocazione di Link Festival, da sempre in prima linea sulle grandi questioni del nostro tempo: lo scambio di idee e informazioni permette di superare l'indifferenza per le emergenze di un mondo sempre più interconnesso.


«Raccontare l'infanzia non è mai facile, richiede attenzione, accortezza, il senso giusto della misura. Di fronte alle tragedie che colpiscono i bambini è sempre difficile rimanere imparziali e fare informazione in modo corretto. Penso in particolare agli oltre 7 milioni di bambini e bambine dell'Ucraina colpiti da un conflitto che non hanno voluto», dichiara Carmela Pace, presidente di Unicef Italia. 

«È per questo – aggiunge – che con grande orgoglio destiniamo il premio "I nostri Angeli" alla Federazione nazionale della Stampa italiana, in nome dei giornalisti e delle giornaliste che si sono impegnati a raccontare il terribile conflitto che si sta consumando in Ucraina e per aver dato voce alle storie e alle condizioni dei bambini e delle famiglie in fuga e che sono rimasti nel Paese». 

Sarà il vice presidente dell'Unicef Alberto Baban a consegnare il premio al presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti in occasione di Link Festival del Giornalismo, oggi venerdì 6 maggio a Trieste alle 18. Seguirà una conversazione sul tema delle emergenze globali con focus sull'emergenza Ucraina, condotta dalla giornalista Liliana Faccioli Pintozzi, caporedattrice esteri Sky TG24, cui parteciperà anche il portavoce dell'Unicef Italia, Andrea Iacomini. 

«A Trieste – commenta il presidente Giulietti – sarò solo il tramite per ritirare il premio Unicef "I nostri Angeli" a nome delle croniste e dei cronisti che ogni giorno rischiano la vita per raccontare il conflitto in Ucraina, molti di questi precari. A tutti loro va questo riconoscimento per un impegno coraggiosamente portato avanti, anche dai contesti più critici, per garantire il diritto all'informazione».

Il riconoscimento, riservato a chi si è distinto per la grande attenzione rivolta alle questioni internazionali e umanitarie che vedono protagoniste le nuove generazioni, è andato negli anni scorsi al direttore di Avvenire Marco Tarquinio, ad Enrico Mentana, all'agenzia Ansa, a Rai Radio1, a Famiglia Cristiana.

lunedì 2 maggio 2022

INPGI/INPS: PENSIONI IN SALVO, BILANCI A RISCHIO

 


L’orrore della guerra, la pandemia tutt’altro che archiviata, i giornalisti che continuano a fare il proprio puntuale lavoro di racconto e testimonianza. Ma oggi ci sembra ugualmente giusto e necessario parlare di noi, dell’Assostampa Fvg, il sindacato regionale dei giornalisti, che è articolazione territoriale di quella Fnsi che venerdì 6 maggio, a Trieste, durante il festival Link, riceverà nelle mani del suo presidente Beppe Giulietti il premio dell’Unicef come rappresentante “delle giornaliste  e dei giornalisti impegnati a raccontare il terribile conflitto in Ucraina e per aver dato voce alle storie e alle condizioni dei bambini e delle famiglie in fuga o che sono rimasti nel Paese”.

Ma dicevamo di noi, dell’Assostampa Fvg. Sapevamo che la fine dell’Inpgi 1 avrebbe avuto una doppia conseguenza. Da un lato, con il passaggio all’Inps, la messa in sicurezza delle nostre pensioni. E di questo siamo ovviamente tutti sollevati. Dall‘altro, le conseguenze negative sulle nostre associazioni regionali di stampa, che fino al 30 giugno hanno fornito dei servizi all’Inpgi e per questo lavoro hanno ricevuto un adeguato rimborso. Dal primo luglio prossimo, rimarranno i servizi - e i rimborsi, ovviamente ridotti - solo per l’Inpgi 2. E i conti cambiano.

A giugno, nella nostra assemblea annuale, presenteremo come ogni anno i nostri bilanci: quello consuntivo 2021 ancora ottimo, per l’ennesimo anno, e quello preventivo 2022, che rimane leggermente positivo, ma già segnala l’inizio di un’inversione di tendenza.

I due bilanci, che nell’assemblea verranno sottoposti al voto degli iscritti, fotografano con precisione un punto di svolta dei conti dell’Assostampa Fvg, da molti anni decisamente positivi. Come si diceva, fino al 30 giugno 2022 il sindacato regionale garantisce all’Inpgi dei servizi (impiegata “dedicata”, stanza, computer, telefono…) per i quali ha sempre ricevuto un adeguato rimborso. Dal primo luglio 2022 sopravvive soltanto l’Inpgi 2, dunque diminuiranno fortemente i rimborsi.

Questa situazione la troviamo già nei bilanci che presentiamo: eccellente risultato positivo, come da tanti anni a questa parte, nel consuntivo 2021, inversione di tendenza nel preventivo 2022, che pure rimane leggermente positivo, grazie ai primi sei mesi dell’anno a rimborso Inpgi “pieno”. Da segnalare che dal primo gennaio 2023, quando avremo solo i rimborsi per i servizi garantiti all’Inpgi 2, la situazione sarà ancor più difficile.

Per fortuna la gestione sobria e oculata di tutti questi anni ci garantisce una buona riserva economica grazie alla quale guardare con tranquillità all’immediato futuro. Ma dev’essere chiaro ai colleghi che il 30 giugno 2022 finisce un’era anche per il sindacato regionale, che d’ora in poi potrà contare maggiormente sulle quote degli iscritti e dovrà operare maggiori risparmi. Sempre garantendo i servizi ai colleghi, l’attenzione e l’aiuto per le fasce deboli, e - non ultimo - il lavoro delle nostre impiegate.

In questi anni abbiamo permesso - unica Assostampa in Italia - l’iscrizione gratuita ai colleghi in difficoltà economiche, abbiamo garantito aiuti agli iscritti in situazione di bisogno: il Fondo Cigana per le vertenze di lavoro, il rimborso delle quote Inpgi 2, un fondo per le spese legali dei colleghi aggrediti nello svolgimento del proprio lavoro e - da ultimo, in via sperimentale per l’anno in corso - uno per sostenere l’acquisto di strumenti di lavoro.

Come detto, grazie alle riserve messe da parte in anni di gestioni sobrie e oculate, faremo di tutto per mantenere tutto ciò. Ma già sappiamo che quello del 2022 potrebbe essere l’ultimo bilancio positivo del nostro sindacato regionale. Dal primo gennaio 2023, o forse già da domani, potremo contare solo sulle nostre forze. Anche per questo motivo il consueto invito all’iscrizione, che rivolgiamo a tutte e tutti a ogni inizio d’anno, ora diventa più pressante. Molti colleghi iscritti all’Ordine non sono iscritti al sindacato. Ci auguriamo che questa situazione possa cambiare.


Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg (dalla newsletter Ordine regionale)