lunedì 20 novembre 2023

MERC 13-12 CERIMONIA SAN GIUSTO D’ORO 2023 (da newsletter Ordine Fvg)

 Mercoledì 13 dicembre alle 11, nell’aula del Consiglio comunale del Municipio di Trieste, l’Assostampa Fvg consegnerà al Rettore dell’Università giuliana la statuetta del San Giusto d’oro 2023. Alla direttrice del Castello e del Parco di Miramare, Andreina Contessa, verrà invece consegnata la Targa speciale del premio.

Sono passati cinquantasei anni da quell’ormai lontano 1967, quando i lungimiranti colleghi del Gruppo Giuliano Cronisti, gruppo di specializzazione dell’Assostampa, che da qualche anno ha passato alla casa madre l’organizzazione e la gestione del premio, sempre in collaborazione con il Comune di Trieste e con il prezioso supporto della Fondazione CrTrieste, assegnarono al chirurgo triestino Pietro Valdoni il primo San Giusto d’oro.

Il compianto collega Ranieri Ponis, fra i fondatori del premio, ci raccontava che fino all’ultimo, la mattina della prima cerimonia, non si sapeva se il luminare della chirurgia italiana sarebbe arrivato in tempo da Roma per ricevere la statuetta. Poi Valdoni si palesò in piazza dell’Unità, e tutto andò per il meglio. Come sempre in tutti questi anni.

Anni e decenni nei quali abbiamo attraversato momenti e fasi difficili per l’Italia e per il mondo. Ma mai, come in questo autunno inverno del 2023, abbiamo vissuto momenti così drammatici: quella che Papa Francesco ha chiamato “la terza guerra mondiale a pezzi”. Forse ingenuamente, pensavamo e speravamo che il Novecento si fosse portato via, almeno in Occidente, le guerre e gli orrori. Ci sbagliavamo.

Per questi e altri motivi, in questi tempi bui, siamo sempre più convinti che l’unica speranza di futuro, di progresso, di pacifica convivenza fra i popoli possa venire dalla conoscenza, dalla cultura, dallo studio. E per questi motivi il sindacato regionale dei giornalisti ha deciso di assegnare il San Giusto d’oro 2023 all’ateneo triestino, nell’anno accademico del suo centenario, che cadrà nel 2024. “Il forte aumento degli iscritti di quest’anno - si legge nella motivazione del premio -, con la crescita di studenti stranieri, l’ampliamento costante dell’offerta didattica e i bilanci positivi sono il segno di una realtà sana e in costante sviluppo”.

Per quanto riguarda la targa ad Andreina Contessa, il riconoscimento premia una professionista che in pochi anni di lavoro ha saputo far rinascere uno dei simboli di Trieste, il Parco e il Castello di Miramare, restituendoli alla loro originaria bellezza e importanza. Ciò in una città che sta rinascendo, premiata fra l’altro da notevoli flussi turistici, ma dove non sempre idee e progetti diventano realtà. Le parole e le promesse passano. I fatti restano.


Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg

domenica 19 novembre 2023

CONCERTI AL ROSSETTI ANNI 70, per Trieste Teatro

 Era il 4 febbraio 1979. Una domenica. Al Politeama Rossetti arriva il tour che avrebbe cambiato la storia della canzone e del pop/rock italiano. Fabrizio De Andrè assieme alla Premiata Forneria Marconi. Il capostipite - secondo molti il più grande - dei nostri cantautori e la band milanese che era stata capace di uscire dai confini: prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti, poi ancora in mezzo mondo. Fino a quel momento il cantautore era perloppiù voce e chitarra. Stop. Aggiungerci il basso, la batteria, la chitarra elettrica, le tastiere e tutto il resto sembrava un azzardo. Sappiamo che non andò così. Anzi, mezzo secolo dopo possiamo dire che da quel tour - che poi produsse un album, poi un “Volume 2”, nel 2020 persino un docufilm grazie a Walter Veltroni - cominciò tutta un’altra storia.

“L'idea di un tour con un gruppo rock sulle prime mi spaventò - disse anni dopo Faber -, ma il rischio ha sempre il suo fascino: forse in una vita precedente ero un pirata, e così una parte di me mi diceva di accettare. In più ero tormentato da interrogativi sul mio ruolo, sul mio lavoro, sull'assenza di nuove motivazioni. E la Pfm mi risolse il problema, dandomi una formidabile spinta verso il futuro. La tournée con loro è stata un'esperienza irripetibile perché si trattava di un gruppo affiatato con una storia importante, che ha modificato il corso della musica italiana. Ecco, un giorno hanno preso tutto questo e l'hanno messo al mio servizio”.

Perché ne parliamo? Perché andiamo a rovistare nei cassetti nella memoria? Semplice. Perché sabato 4 novembre, in quello stesso Rossetti, arriva la “celebrazione” di quello storico evento. “Pfm canta De Andrè - Anniversary” è infatti la tappa triestina del tour che vede sul palco Franz Di Ciccio e Patrick Djivas, ancora in servizio permanente effettivo nel gruppo, Lucio Fabbri, che entrò nella band proprio in occasione di quel tour, Flavio Premoli, che faceva parte della mitica formazione originaria, e Michele Ascolese, storico chitarrista di Fabre.

In arrivo un’ora e mezzo di concerto, con i classici che facevano parte della scaletta dell'epoca: da “Bocca di rosa” a “La guerra di Piero”, da “Andrea” a “Rimini”, da “Il pescatore” a “La canzone di Marinella” (con la voce meravigliosa di Fabrizio), fino ad alcuni brani tratti da “La buona novella”. E nel finale non mancherà un medley con alcuni dei maggiori successi della Pfm. Il tour proseguirà fino a primavera inoltrata.

Ma per quanto riguarda l’autunno/inverno musicale 2023 del Rossetti, questo sarà solo un prelibato antipasto. Lunedì 13 novembre Max Gazzè, lunedì 20 novembre Elio e le Storie Tese, mercoledì 27 dicembre l’omaggio a Lucio Battisti “Canto libero”, martedì 13 febbraionientemeno che i Jethro Tull, mercoledì 21 febbraio Massimo Ranieri, mercoledì 3 aprile Loredana Bertè, giovedì 16 maggio l’epopea beatlesiana di “Magical Mistery Story” con i Beatbox e Carlo Massarini. E chissà che qualcosa non si aggiunga strada facendo… 

Ma già questo menù, tutto in una volta, in pochi mesi, è qualcosa che non si vedeva da decenni. Roba che ci fa tornare indietro agli anni Settanta. Quando, oltre all’evento De Andrè e Pfm, vedemmo e ascoltammo nel grande teatro dedito alla prosa e ultimamente ai musical, gente del calibro di Soft Machine, Francesco De Gregori, Roberto Vecchioni, Banco del Mutuo Soccorso, Orme, Lucio Dalla, Francesco Guccini, Edoardo Bennato… E ovviamente Giorgio Gaber, che nel decennio precedente aveva diviso lo stesso palcoscenico nientemeno che con Mina. Ci fermiamo qui, ma di sicuro stiamo dimenticando qualcuno. 

Eravamo ragazzi. Loro erano già grandissimi.


martedì 14 novembre 2023

CONDANNATO PER MINACCE A UN GIORNALISTA

 


Si è concluso ieri a Trieste il primo processo relativo agli insulti, alle minacce e, in taluni casi, alle aggressioni subite da alcuni colleghi nell’ambito delle manifestazioni No Vax e No Green Pass svoltesi nel capoluogo regionale nell’autunno 2021. Il giudice Luca Carboni ha condannato il triestino Lorenzo Gentile a 800 euro di multa, oltre che a un risarcimento di 4 mila euro a favore del giornalista Nicolò Giraldi e ad altre spese processuali. 
L’Ordine dei giornalisti e l’Assostampa FVG si erano affiancati anche in questa circostanza al collega chiedendo e ottenendo il riconoscimento di parte civile nel processo. Il magistrato, che ha stabilito un risarcimento di 1.200 euro per ciascuno dei due enti di categoria, ha infatti riconosciuto che le ingiurie e le minacce rivolte ai colleghi in quelle manifestazioni erano rivolte in realtà a tutti i giornalisti. Ordine e Assostampa, che ringraziano per il loro impegno gli avvocati Nicolò Gerbini, legale di Nicolò Giraldi, e Antonio Santoro, che ha rappresentato la loro parte civile, ribadiscono che i 2.400 euro complessivi saranno devoluti al fondo per aiutare i colleghi precari intitolato alla memoria di Simona Cigana.

Ordine e Assostampa Fvg

martedì 7 novembre 2023

SAN GIUSTO D’ORO ALL’UNIVERSITÀ TS, TARGA AD ANDREINA CONTESSA

 Il San Giusto d’oro 2023 va all’Università degli studi di Trieste, la targa speciale ad Andreina Contessa, direttrice del Castello e del Parco di Miramare. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, che organizza il premio – nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 57.a edizione – con la collaborazione del Comune di Trieste e il sostegno della Fondazione CrTrieste.

“In questi tempi bui tragicamente segnati da quella che Papa Francesco ha chiamato ‘la terza guerra mondiale a pezzi’ - spiega Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg -, siamo sempre più convinti che l’unica speranza di futuro, di progresso, di pacifica convivenza fra i popoli possa venire dalla conoscenza, dalla cultura, dallo studio. Per questo il sindacato regionale dei giornalisti ha deciso di assegnare il premio all’ateneo triestino, nell’anno accademico del suo centenario, che cadrà nel 2024. Il forte aumento degli iscritti di quest’anno, la crescita di studenti stranieri, l’ampliamento costante dell’offerta didattica e i bilanci sani sono il segno di una realtà sana e in costante sviluppo”.

“La targa ad Andreina Contessa - aggiunge Muscatello - premia una professionista che in pochi anni di lavoro ha saputo far rinascere uno dei simboli di Trieste, il Parco e il Castello di Miramare, restituendoli alla loro originaria bellezza e importanza. Ciò in una città che sta rinascendo, premiata fra l’altro da notevoli flussi turistici, ma dove non sempre idee e progetti diventano realtà”.

La cerimonia di consegna del premio e della targa si terrà nelle prossime settimane, come da tradizione, nell’aula del consiglio comunale del Municipio triestino.

lunedì 18 settembre 2023

MESSAGGERO VENETO E PICCOLO, NUOVO CAMBIO DI STAGIONE (newsletter Ordine Fvg)

 Nel Friuli Venezia Giulia due redazioni, ma tutto sommato anche due comunità di lettori, aspettano ormai da mesi di sapere e capire che ne sarà dei loro giornali. Messaggero Veneto e Piccolo stanno infatti per passare per l’ennesima volta di mano, stavolta da Gedi (ex Finegil, Gruppo Espresso Repubblica) a Nord Est Multimedia, la società creata da Edoardo Marchi, capofila di un gruppo di famiglie imprenditoriali soprattutto del Veneto ma in (piccola) parte anche del Friuli Venezia Giulia, proprio al fine di acquisire i sei quotidiani delle due regioni del Nordest: Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova Venezia, Corriere delle Alpi e appunto Messaggero Veneto e Piccolo, con l’aggiunta della testata online Nordest Economia e ovviamente delle annesse attività digitali e di marketing. L’intero progetto editoriale si propone infatti sul mercato come “un’impresa multimediale”. Comprensibile e doveroso, viste le tirature (e le vendite) del cartaceo, da anni in caduta libera. Secondo le anticipazioni raccolte a Cernobbio da Primaonline, sarebbe già stato identificato il “megadirettore” di tutte le testate nella persona di Luca Ubaldeschi, un passato come vicedirettore vicario alla Stampa, attualmente direttore del Secolo XIX di Genova, che il 19 agosto scorso, dopo alcune anticipazioni di ItaliaOggi, aveva dichiarato al Comitato di redazione del suo giornale di non aver ricevuto “alcuna proposta” dalla società di Marchi. Identificato anche l’amministratore delegato: Giuseppe Cerbone, già all’Ansa e al Gruppo Sole 24 Ore. Sotto Ubaldeschi, i responsabili delle varie testate, non è ancora chiaro se con il ruolo di condirettori o vicedirettori. Per quanto riguarda le nostre testate regionali, l’attuale direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, sarebbe stato già confermato, allargando la propria responsabilità al quotidiano triestino, sulle orme dunque del compianto Omar Monestier, che nell’ultima parte della sua vita era stato direttore di entrambi. Nulla si sa invece sul futuro ruolo di Roberta Giani, attuale direttrice del Piccolo. A Genova, al posto di Ubaldeschi, o con qualche ruolo da definire di nuovo a Repubblica, dove peraltro aveva lavorato al politico prima di dirigere i giornali di Modena e della sua città natale? Curiosità e anche una certa preoccupazione, invece, su quelle che, nell’anticipazione dì Primaonline, vengono chiamate “redazioni verticali specializzate” (economia, sport, cultura, spettacoli, cultura, web…), che “lavoreranno in modo trasversale e sinergico tra la direzione centrale e le redazioni locali”. Sinergie e pagine comuni a tutta forza, dunque. E se i quattro quotidiani veneti hanno alle spalle tutta una storia di pagine comuni, altrettanto non si può dire dei nostri giornali regionali, che solo da pochi anni si sono dovuti piegare alla logica “risparmiosa” delle sinergie. Vedremo dunque, speriamo presto, come l’ambizioso progetto di Marchi e della sua squadra (nella quale gioca un ruolo di primo piano Paolo Possamai, già direttore del Piccolo) passerà dalle parole ai fatti. Da parte nostra, grande attenzione ovviamente alla difesa dei livelli occupazionali, già martoriati da risparmi, tagli e prepensionamenti vari. Ma attenzione anche alla storia dei nostri due giornali regionali, che sono realizzati da due redazioni di prim’ordine e hanno alle spalle due comunità di lettori. Donne e uomini che vogliono ancora trovare in edicola (o sul web) prodotti giornalistici degni di questo nome, possibilmente di qualità, magari non omogeneizzati. Sintonizzati sul presente, ma con le radici ben piantate nella propria storia.


Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg (dalla newsletter Ordine giornalisti Fvg)

mercoledì 19 luglio 2023

VINTAGE, terza stagione

Riparte, ogni giovedì di luglio agosto setttembre, alle 11.20, su Radio Uno Rai Fvg, “VINTAGE”, con Carlo Muscatello e Leonardo Zannier.

Streaming su www.sedefvg.rai.it

Podcast su   www.raiplaysound.it/programmi/vintage


venerdì 7 luglio 2023

PREMIO TENCO 2023, ECCO I VINCITORI

  “Tredici canzoni urgenti” di Vinicio Capossela, Andare oltre” scritta  da Niccolò Fabi, “Spira” di Daniela Pes, “Eri con me” di Alice e “Canzoni da intorto” di Francesco Guccini, “Senghe” degli Almamegretta e il progetto Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza” prodotto da Mimmo Ferraro Marco Rovelli sono le opere vincitrici delle Targhe Tenco 2023, il riconoscimento assegnato dal 1984 ai migliori dischi italiani di canzone d’autore usciti nel corso dell’anno trascorso. 

Gli artisti e i progetti discografici sono stati votati dalla più ampia giuria in Italia composta da giornalisti e critici musicali.

 

Il cantautore VINICIO CAPOSSELA con l’album “Tredici canzoni urgenti” (La Cupa/ Warner Music Italy) si è aggiudicato la Targa Tenco per il Miglior Album in assoluto con 52 voti. Gli altri finalisti, in ordine di preferenze ottenute, sono stati: Baustelle con “Elvis” (47 preferenze); Madame con “L'Amore” (41); Nada con “La paura va via da sé se i pensieri brillano” (39); Giovanni Truppi con “Infinite possibilità per esseri finiti” (35).

 

Andare oltre (BMG) scritta e interpretata da NICCOLO’ FABI ha ottenuto il maggior numero di voti (55) aggiudicandosi la Targa per la Miglior Canzone, che, ricordiamo, va agli autori dei brani. A contendersi il primo posto: “La cattiva educazione” di Vinicio Capossela (feat. Margherita Vicario)(54); “Non esiste altro” di Paolo Benvegnù (feat. Malika Ayane) (45); “Replay” di The Niro (24); “'A libertà ('O respiro d’e ‘pprete)” di Canio Loguercio (20); “Nei rami” dei Verdena (20).

 

Per la sezione Opera Prima la vittoria è andata a DANIELA PES con l’album Spira” (Tanca Records) con 66 preferenzeFacevano parte delle nomination: Colla Zio con “Rockabilly Carter” (43); Federico Dragogna con “Dove nascere” (39); Claudio Orfei con “My Wonderland” (27); Brando Madonia con “Le conseguenze della notte” (24).

  

Eri con me” di ALICE (ARECIBO/BMGe “Canzoni da intorto” di FRANCESCO GUCCINI (BMG) sono risultati gli album (ad ex aequo) più apprezzati per la categoria Interpreti di canzoni (58 voti). Tra i finalisti: Rossana Casale con “Joni” (39); Raiz con “Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d’’a morte” (37); Musica Nuda con “Girotondo De André” (27). 

 

Per la targa Miglior album in dialetto, l’opera più apprezzata è stata “Senghe” (The Saifam Group)degli ALMAMEGRETTA (con 84 voti). Gli altri candidati erano: Peppe Voltarelli con “La grande corsa verso Lupionòpolis” (58); Patrizia Cirulli con “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica” (47); Gnut con “Nun te ne fa” (14); Giuseppe Moffa con “Uauà. Omaggio in musica a Eugenio Cirese” (10). 

 

Per la Targa Tenco Album collettivo a progetto (che ricordiamo, va al produttore) ha ottenuto maggiori consensi “Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza” (Squilibri Editoreprodotto da MIMMO FERRARO MARCO ROVELLI con 132 voti. A seguire: “Cover Me Bruce Springsteen” (41); “Music for Change - Collective Album #22” (22).

 

Tutte le informazioni sulle Targhe Tenco si possono trovare all’indirizzo: www.clubtenco.it

 

Le Targhe verranno consegnate nell’edizione 2023 della Rassegna della Canzone d’autore (Premio Tenco), in programma al Teatro Ariston di Sanremo il 19, 20 e 21 ottobre.

venerdì 16 giugno 2023

ASSOSTAMPA FVG, CONFERMATI MUSCATELLO PRESIDENTE E MARTEGANI SEGRETARIO

 Carlo Muscatello e Alessandro Martegani sono stati confermati rispettivamente presidente e segretario dell'Assostampa Fvg per i prossimi quattro anni. Lo ha deciso nella sua prima riunione il nuovo consiglio direttivo dell'articolazione regionale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, che ha eletto anche le vicepresidenti Fabiana Martini, vicaria, ed Erica Culiat. Confermato il tesoriere Nicola Filipovič Grcic. Nell’elezione per il presidente, Carlo Muscatello ha ottenuto 19 voti e Pietro Rauber 3, sui 22 aventi diritto al voto (nessuna scheda bianca o nulla).

Il segretario Martegani ha nominato vicesegretari Maurizio Bekar (lavoro autonomo, agenzie e uffici stampa), Antonio Caiazza (emittenza radio e tv) e Marco Ceci (quotidiani, periodici, web). Il presidente Muscatello ha assegnato a Rauber la delega per la riforma dello statuto.

Completano il consiglio direttivo i consiglieri professionali Francesco Cardella, Ingrid Stratti, Ivan Žerjal, e collaboratori Emily Menguzzato e Marina Tuni; e i fiduciari di Trieste Ciro Esposito (con il vice Lorenzo Mansutti), di Udine Oscar D'Agostino (vice Luca D’Agostino), di Gorizia Matteo Femia (vice Marco Bisiach) e di Pordenone Alessandra Betto (vice Antonio Panciera).

Nelle recenti elezioni per il rinnovo degli organi dell’Assostampa Fvg sono stati inoltre eletti nel Collegio dei Probiviri Furio Baldassi, Pierluigi Sabatti, Rosanna Ferfoglia, Ugo Salvini, Miloš Malinić, Matteo Contessa, Corrado Barbacini, Claudia Cernigoi, Roberto Cannalire; e nel Collegio dei Revisori dei conti Pietro Trebiciani, Sandro Sguazzin e Andrea Di Matteo.

sabato 6 maggio 2023

ASSOSTAMPA FVG AL VOTO / da newsletter Ordine giornalisti Fvg

 Domenica 14 e lunedì 15 maggio l’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Federazione nazionale della stampa, sindacato unitario dei giornalisti italiani, va al voto nei quattro capoluoghi di provincia per rinnovare i propri organi. La consiliatura si è conclusa con l’assemblea annuale alla quale ha partecipato Vittorio Di Trapani, il nuovo presidente della Fnsi che è stato eletto - assieme alla nuova segretaria generale Alessandra Costante - nel recente congresso nazionale svoltosi a Riccione. Un congresso che ha visto una buona affermazione della nostra Assostampa, che ha eletto cinque colleghi nel nuovo Consiglio nazionale della Federazione ed è tornata anche nella Giunta esecutiva, dopo un’assenza di una sola consiliatura, grazie all’elezione del nostro segretario, Alessandro Martegani. Un risultato importante, migliore di quelli conseguiti da altre Associazioni regionali, forti di un numero superiore di iscritti.

Già, gli iscritti. È da qui, dalle adesioni al sindacato dei colleghi professionali e collaboratori, che il prossimo gruppo dirigente dovrà ripartire. Anche nel Friuli Venezia Giulia si è registrato negli ultimi anni un calo delle iscrizioni, per fortuna inferiore a quanto avvenuto in altre regioni, più grandi e più piccole della nostra.
Bisogna ripartire dagli iscritti anche e soprattutto per la nuova situazione economica causata dalla fine del vecchio Inpgi 1, con la sopravvivenza del solo Inpgi 2, che ormai è di fatto l’unico Inpgi sopravvissuto. Per i servizi forniti al vecchio istituto di previdenza dei giornalisti (sede, impiegata “dedicata”, struttura di supporto…), l’Assostampa Fvg ha ricevuto, fino al 30 giugno 2022, come tutte le altre Associazioni regionali, un congruo rimborso. Che fra l’altro ci ha permesso, grazie anche a una gestione sobria, oculata e “risparmiosa”, di chiudere per tanti anni bilanci positivi e mettere da parte dei fondi che ora tornano quanto mai preziosi.
Dal primo luglio scorso è cominciata una nuova era. I rimborsi Inpgi sono già ora meno della metà di quelli precedenti. E non c’è nemmeno certezza che rimangano tali in futuro.
A questo problema si aggiunge quello della nostra sede di Trieste. Il contratto andrà presto in scadenza. Ed è molto improbabile che l’Inps, subentrata all’Inpgi nella finanziaria proprietaria dell’immobile, ci garantisca in futuro condizioni di favore come quelle di cui stiamo usufruendo, assieme al nostro Ordine regionale.
Per questi motivi, ma anche per dare più forza all’azione sindacale, sarà importante nei prossimi quattro anni rilanciare la presenza dell’Assostampa Fvg nelle relazioni industriali (pensiamo alla vendita in corso di Messaggero Veneto e Piccolo) e nel lavoro al fianco delle redazioni e delle fasce più deboli della professione. E aumentare gli iscritti è parte fondamentale di questo percorso.
Cominciamo dunque il 14 e 15 maggio partecipando numerosi al voto per il rinnovo dei nostri organi. Un appello rivolto a tutti: collaboratori e precari, redattori assunti con articolo 1, pensionati. Un sindacato forte fa comodo a tutte le componenti della nostra categoria.

Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg


lunedì 1 maggio 2023

PRIMO MAGGIO, da Art21

 IL PRIMO MAGGIO SOTTO ATTACCO COME TUTTO CIO’ CHE E’ ANTIFASCISTA

Barbara Scaramucci

Ancora una volta l’attacco non è mascherato, non è nascosto, è palese, evidente. Il governo non antifascista – credo che dovremmo tutti chiamarlo solo così – convoca i sindacati 12 ore prima e vara in questo giorno, peraltro festeggiato a livello mondiale, un decreto che andrebbe chiamato precarietà, che ripristina mani totalmente libere per i datori di lavoro con contratti a termine i più disparati, a fronte di 15 euro di risparmio di tasse per i lavoratori dipendenti. 

L’ex sindaco Alemanno, i cui disastri noi romani non abbiamo dimenticato, con franchezza dice che lui non è antifascista come il 30 per cento degli italiani. Può essere vero, anzi, diciamo che lo è. 

Ma dunque un intero paese che nasce da una Costituzione inequivocabilmente antifascista deve essere governata da una presidente del consiglio e da un nucleo di potere che rifiuta l’antifascismo. Questa che è ormai una evidenza dovrebbe francamente essere tenuta sotto attenta osservazione da tutte le più alte cariche dello stato che,come è ovvio, della Costituzione antifascista hanno fatto il senso stesso della loro carica e del loro impegno. 

Dunque, dopo il 25 aprile, anche il 1 maggio è sotto attacco, anche in chiave preventiva, perché il concertone dura molto a lungo e finisce a tarda sera, c’è anche il palco degli amici di Taranto che da dieci anni combattono per la loro martoriata città, schiacciata ancora oggi dalla scelta lavorare o ammalarsi e morire. Pericolosi luoghi sovversivi dove si chiederanno diritti, lavoro non precario, democrazia, libertà e valori antifascisti.

La società italiana è antifascista, chiede lavoro pagato equamente, asili nidi e aiuti al lavoro delle donne, infrastrutture utili, una sanità pubblica che rispetti i valori da cui è nata e tuteli tutti, ma proprio tutti, nello stesso modo. Articolo 21 con centinaia di altre organizzazioni sta facendo il suo meraviglioso lavoro di costante, quotidiana difesa dei più deboli e contro le diseguaglianze, di difesa dei valori costituzionali su cui nasce l’associazione stessa. Non possiamo stancarci e non possiamo perdere neanche un minuto. Il governo non antifascista ha legami internazionali con il potere non antifascista che già domina una bella fetta di mondo a ovest e a est. Pensiamoci sempre. Buona festa del lavoro


martedì 7 marzo 2023

PREOCCUPAZIONE PER LA VENDITA DI MESSAGGERO VENETO E PICCOLO (Newsletter Ordine Fvg)

 

PREOCCUPAZIONE PER LA VENDITA
DI MESSAGGERO VENETO E PICCOLO



di Carlo Muscatello*

Pare che Messaggero Veneto e Piccolo verranno venduti a un gruppo di industriali veneti e della nostra regione. Assieme a Nuova Venezia, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso e Corriere delle Alpi. Pare che a capo della cordata ci sia Enrico Marchi, ovvero Save (aeroporti veneti) e Banca Finint. Pare che l’annuncio dell’offerta verrà dato fra un mese, dopo le elezioni regionali nel Friuli Venezia Giulia.

E pare che sia tutto vero.

Com’è vero che la vendita dei due quotidiani regionali s’inserisce nella clamorosa ritirata del Gruppo Gedi dal settore dell’informazione. Sono passati pochi anni da quando l’allora Gruppo Espresso Repubblica era un potente network di quotidiani e periodici che abbracciava tutta la penisola. Poi è arrivato il Gruppo Gedi, ma nessuno poteva pensare che quello che era il maggior gruppo editoriale italiano venisse smantellato con tanta rapidità. La Città di Salerno, La Nuova Sardegna, le Gazzette di Modena e Reggio, la Nuova Ferrara, persino L’Espresso… Fuori tutto.

Un patrimonio storico dell’editoria italiana è stato liquidato senza andare troppo per il sottile riguardo agli acquirenti. Pecunia non olet, si è sempre detto.

Ora tocca a noi. Ma pare che nessuno sia intoccabile, anzi, invendibile. Addirittura Repubblica - oltre a Gazzetta di Mantova e Secolo XIX - potrebbe andare, come si dice, “al miglior offerente”. Forse, per motivi familiar affettivi, non verrà ceduta La Stampa. Magrissima consolazione, almeno dalle nostre parti.

Noi siamo costretti ormai a occuparci di chi verrà. Messaggero Veneto e Piccolo sono testate storiche, le voci di questa regione, patrimoni importanti da preservare, assieme ai posti di lavoro. Siamo consapevoli che se un privato decide di vendere un’azienda nessuno glielo può impedire. Ma i giornali non sono una “merce” come tutte le altre. Hanno a che fare con la democrazia, con la libertà di informazione, con il pluralismo, con la Costituzione, con tante altre cose.

Siamo certi, o almeno vogliamo sperare, che ne siano consapevoli - e agiranno di conseguenza - i prossimi proprietari dei nostri giornali.


*presidente Assostampa Fvg



giovedì 23 febbraio 2023

CORDATA INDUSTRIALI PER I GIORNALI GEDI DEL NORD-EST

 Ieri i Comitati di redazione del Piccolo e del Messaggero Veneto hanno incontrato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, accompagnati dal presidente dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello e dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Cristiano Degano.

«Ho sentito Enrico Marchi – ha detto Fedriga – e chiederò di incontrare chiunque si dimostrasse interessato ai giornali del Friuli Venezia Giulia. Per l’amministrazione regionale, l’informazione rappresenta un diritto fondamentale ed è nostro primario interesse difendere le testate di libera informazione». Fedriga ha avuto un primo confronto con il presidente di Save (società di gestione dei quattro aeroporti veneti) e di banca Finint, impegnato nella costruzione di una cordata pronta a rilevare dal gruppo Gedi i sei quotidiani del Nordest: Piccolo di Trieste, Messaggero Veneto di Udine, Nuova Venezia, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi di Belluno.
Il governatore ha convocato i giornalisti a 48 ore dalla richiesta partita da Assostampa. Una dimostrazione di attenzione che merita apprezzamento perché, come ha ricordato Fedriga, «puntiamo a un rafforzamento di organi di informazione che rappresentano la storia di questo territorio». Il presidente ha confermato l’esistenza del progetto di Marchi, riferendo che la cordata è interessata ad acquisire «in tempi ristretti» l’intero pacchetto dei sei giornali. Fedriga incontrerà prossimamente i possibili acquirenti «per chiedere garanzie per l’informazione del territorio», anche attraverso il coinvolgimento di player regionali. Per il governatore, «è fondamentale dare continuità ai quotidiani e garantire i lavoratori attraverso un solido piano industriale». 
«Un privato può vendere – ha detto Muscatello – ma i giornali non sono una merce qualsiasi. Siamo delusi e perplessi per l’atteggiamento del gruppo Gedi, che sta vendendo i suoi giornali un pezzo alla volta, a tre anni dalla loro acquisizione». Per Degano, «la situazione riguarda tutta la comunità regionale, perché Piccolo e Messaggero rappresentano la principale informazione su carta e web in questo territorio. Serve una moral suasion nei confronti degli acquirenti».
Martedì prossimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’editoria, Alberto Barachini, incontrerà a Roma una rappresentanza dei giornalisti delle testate del gruppo, tutte a rischio cessione e unite nella mobilitazione che ha finora avuto il suo apice nello sciopero di venerdì scorso. Anche il governo mostra un segnale d’attenzione, dopo che l’ad Maurizio Scanavino ha confermato l’intenzione di cedere i quotidiani del Nordest e la Gazzetta di Mantova, senza smentire l’intenzione di trattare la vendita anche dei quotidiani maggiori come Repubblica, Stampa e Secolo XIX. 
Il confronto con Barachini è stato propiziato dalla nuova segretaria della Fnsi Alessandra Costante che ha voluto incontrare i Cdr subito dopo il suo insediamento, prospettando da una parte la necessità di mettere in campo azioni di lotta mirate a tutelare posti e dignità del lavoro, dall’altra di sensibilizzare governo, parlamento, governatori e sindaci, «affinché prendano posizione per la tutela di insostituibili presidi territoriali di pluralismo e democrazia, nella convinzione che l'informazione – e nella fattispecie quella locale – sia un patrimonio che non appartiene solo all'editore di turno, ma anche alle comunità di cui narra e con cui è cresciuta». 
Ringraziamo le istituzioni che ci sono a fianco in questo momento e invitiamo chi non si è ancora espresso a schierarsi accanto a noi in difesa di quello che è un patrimonio immateriale di una comunità intera di cittadini. 

I Cdr del Piccolo e del Messaggero Veneto

martedì 7 febbraio 2023

SANREMO 2023, DISILLUSI E CURIOSI

 Festival di Sanremo: non sono solo canzonette, di Vincenzo Vita

Una delle pochissime certezze di un’Italia impoverita e a disagio nelle sue corde sociali profonde è la scintillante cerimonia mediatica che inizia a Sanremo: un lampo di alienazione consensuale.

Via via, nel corso degli ultimi anni e, soprattutto con l’abile conduzione di Amadeus, la kermesse della riviera ligure è diventata un po’ il trionfo della musica diffusa su molteplici piattaforme: che le vecchie generazioni delle Hit Parade condotte da Lelio Luttazzi forse poco conoscono; ma rappresentacomunque, un evento celebrativo della forza televisiva. Si tratta di un caso di scuola, in cui vecchi e nuovi media non confliggono, bensì moltiplicano vicendevolmente i propri effetti.

Un merito delle ultime edizioni è senz’altro di avere valorizzato i giovani, artiste e artisti meno piegati alla medietà e al senso comune o non corrivi nei riguardi delle tradizionali censure e autocensure sul gender. L’epifania di tali ibridazioni dei contenuti e delle età sta nella trovata dei duettivintage, in cui sentimenti e immaginari si mescolano con una gradevolezza velata dalla malinconia.

Torniamo, però, alla crudezza dell’industria culturale, che incombe ammantandosi dell’annuale straniamento: panem et circenses, dalla Roma degli imperatori in poi.

Sanremo è la stampella economica e della Rai. La raccolta pubblicitaria è di circa 50 milioni di euro, malgrado la non innocente (leggi i conflitti di interesse della storica concorrenza privata) riduzione dell’affollamento pubblicitario proprio nelle ore calde del prime time. Dalle ore 18 alle 24 il limite scende quest’anno al 6%, dal 7% del 2022. Forse, questo spiega la presenza della nota influencer Chiara Ferragni, capace da sola di animare migliaia di contatti sui socialÈ la post-modernità, bellezza, per parafrasare frasi celebri. Dobbiamo farci i conti, perché il consumo di massa è ormai assai articolato e la fruizione si è espansa in aree dove tempo fa non si sarebbe osato. E siamo solo agli inizi della rivoluzione dell’intelligenza artificiale, nonché degli algoritmi predatori.

Per la Rai è un tesoro da non svendere, a prescindere. E pensare che negli anni della massima contesa con Fininvest-Mediaset suon di ingaggi e di sgambetti, pure Sanremo fu oggetto dei desideri del biscione, con vaghe simpatie persino nelle democristiane giunte della città dei fiori.

Fin qui, però, siamo nelle aporie del regime della società dello spettacolo e dell infosfera.

Tutt’altro è l’invito furbesco e cinico al leader ucraino Zelensky, anche se al video dopo le polemiche si sostituisce un testo letto da Amadeus. Non  si venga a contrabbandare simile inusuale invito (c’è la guerra e gli esempi omologhi di altre edizioni non reggono) con un atto di solidarietà verso il paese invaso. Siamo al cospetto di una mera ricerca dell’audience, dove tutte le vacche sono nere. Ecco, sarebbe almeno ragionevole rimediare al pasticcio, offrendo il palco anche ad una voce per quella pace predicata invano dal papa di Roma Francesco. I comitati per Julian Assange, a loro volta, entrano nel gioco di Fantasanremo, chiedenda coloro che partecipano di indossare la maschera del fondatore diWikiLeaks.

L’ascolto è il dio pagano della vicenda. La scorsa edizione arrivò a oltre 11 milioni di utenti, con il cosiddetto share al 58,40%. Siamo lontani dalle cifre degli ultimi anni ottanta del secolo passato, mantenendosi a livelli alti.

Inserzionisti e sponsor brindano all’imminente abbuffata, ma l’eccezionalità del festival serve anche a mettere in luce i difetti aziendali di un servizio pubblico capace, ormai, di brillare soprattutto nei suoi eventi. La normalità non è granché e non basta neppure il successo sanremese a raddrizzare un bilancio tirato e difficile, a stento approvato nei giorni passati dal consiglio di amministrazione.

Inoltre, questa edizione sarà, forse, il canto del cigno dell’attuale gestione, sotto la sorveglianza speciale di una destra al governo piuttosto asimmetrica a fronte di una manifestazione che cerca di rompere certiarchetipi conservatoriVoci beghine si sono già levate. Fortunatamente, isolate.

Vedremo alla fine delle giornate di Sanremo quale riflessione sarà lecito fare di una avventura giunta al numero 73.

Amadeus e Gianni Morandi ricordano qualcosa della fenomenologia di Mike Bongiorno. Tuttavia, hanno avuto la capacità di tenere in ballo l’uditorio generalista e non per almeno un mese, usando a mani basse pure il traino compiacente del Tg1.

Un grande mestiere basterà a coprire le crepe di un evento che comincia ad essere logorato dal suo stesso successo? Tra laltro, questanno Mediaset ha il coltello tra i denti, avendo costruito un contro-palinsesto di lotta.

Chissà, le culture musicali meno assuefatte e tutelate potrebbero inventare alternative, non minoritarie o rivolte a pur nobilissime nicchie, bensì esploratrici di strati della cultura di massa che navigano ancora sotto la superficie, attendendo di potersi svelare.

Ci saranno manifestazioni di protesta, si annuncia. Sanremo, tuttavia,frammento di rivoluzione passiva, è in grado di macinare tutto e tutti. 

È il momento di ragionare su progetti consoni all’età che viviamo, bruttache sia. Ma diversa e senza voce.

Per l’intanto, partecipiamo con distacco brechtiano al rito perenne di febbraio. Disillusi e curiosi.

 

Vincenzo Vita, il Manifesto

domenica 22 gennaio 2023

DUE CONGRESSI PER RILANCIARE LE SFIDE DELL’INFORMAZIONE

 


L’anno comincia con due importanti appuntamenti. La prossima settimana si svolge a Roma il congresso dell’Unione Pensionati, e sappiamo quanto numerosi sono ormai all’interno della categoria i colleghi in quiescenza. Il Friuli Venezia Giulia partecipa all’assise con una rappresentanza qualificata, guidata dal nuovo presidente regionale Alessandro Bourlot ma anche dalla collega Patrizia Disnan, che ha fatto parte nella precedente consiliatura del Direttivo nazionale.
Poi, dal 14 febbraio, si svolgerà a Riccione il congresso della Fnsi. La delegazione Fvg, guidata dal segretario Assostampa Alessandro Martegani, sarà composta da nove colleghi (sette professionali e due collaboratori), dal presidente dell’Ordine Cristiano Degano e dal sottoscritto.

Il congresso del sindacato unitario dei giornalisti italiani, oltre a rinnovare la sua dirigenza, dovrà indicare la politica da portare avanti nei prossimi anni. Il settore, da anni in profonda crisi, è tuttora normato da leggi che risalgono al 1948, 1963 e 1981. Dunque è da oltre quarant’anni che manca un intervento legislativo, una riforma degna di questo nome che accompagni vecchi e nuovi media.

Sul tavolo c’è tutta una serie di piccole e grandi emergenze, all’interno della complessiva “emergenza informazione” che attanaglia il settore. Andrà riaperta la partita del rinnovo del contratto Fnsi-Fieg. Nella consiliatura ormai conclusa il tavolo di confronto con gli editori purtroppo non ha fatto registrare passi avanti, stante la posizione della controparte datoriale, interessata solo a ulteriori tagli, flessibilità e risparmi. Bene ha fatto il nostro gruppo dirigente a rifiutare ulteriori passi indietro, dopo quelli dolorosi fatti nei precedenti rinnovi. Il settore ha bisogno di investimenti e di sviluppo, non di progressiva destrutturazione del contratto.

Nella consiliatura passata abbiamo salvato le pensioni ma abbiamo perso l’autonomia previdenziale. Il vecchio Inpgi non c’è più, siamo passati all’Inps, sopravvive solo quello che fino a ieri era l’Inpgi 2. Politica e istituzioni hanno fatto la loro parte, ma probabilmente pensano che, salvando le nostre pensioni, hanno esaurito il tema informazione. Che invece ha bisogno di una riforma complessiva e radicale.

Lavoro autonomo, equo compenso e precariato sono un’altra emergenza nell’emergenza. Un altro capitolo al quale il prossimo gruppo dirigente dovrà rimettere mano, perché finora non si è fatto abbastanza per garantire lavoro e dignità (che significa anche compensi dignitosi) a una parte sempre più numerosa della categoria. Che non può vivere e lavorare con compensi risibili.
A fianco della difesa del lavoro, ci sono poi la libertà d’informazione sempre a rischio, le querele bavaglio, il carcere per i giornalisti, i colleghi sotto scorta per le minacce ricevute, la Rai e il servizio pubblico. E ancora gli uffici stampa, le nuove figure professionali nate con il progresso tecnologico, ovviamente e in definitiva l’urgenza di una legge di complessiva riforma del settore che ancora non arriva…

Ma già il rinnovato impegno sugli argomenti indicati sarà una garanzia sufficiente per riaffermare la centralità e l’insostituibilità della Fnsi, nata nel 1908, molte migliaia di iscritti in tutta Italia e svariate centinaia nel Friuli Venezia Giulia. Noi proseguiamo forti della nostra storia, delle nostre idee, delle nostre battaglie. Nel segno della dignità del lavoro, dell’articolo 21 della Costituzione.
Anche nel 2023 abbiamo sempre bisogno che tutte le colleghi e i colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non, precari e pensionati, si iscrivano al nostro sindacato unitario, unica difesa della professione. Purtroppo molti iscritti all’Ordine, professionisti e pubblicisti, non sono iscritti al sindacato. L’Assostampa Fvg ha da molti anni le quote d’iscrizione immutate, fra l’altro le più basse d’Italia. E qui c’è anche la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita per i colleghi in difficoltà economica. Aiutateci a tutelare i più deboli, a difendere la professione, il lavoro, il contratto, le pensioni, i nostri enti di categoria, il diritto dei cittadini a essere informati e il dovere dei giornalisti di informare. Sul nostro sito www.assostampafvg.it e nei nostri uffici tutte le informazioni necessarie. Iscrivetevi al sindacato dei giornalisti. Grazie.

*Carlo Muscatello, presidente Assostampa FVG

lunedì 2 gennaio 2023

BUON ANNO, FRA VECCHIE E NUOVE EMERGENZE

 Buon anno, innanzitutto. Ma subito dopo gli auguri dobbiamo calarci nuovamente nella realtà. Fatta di una pandemia con cui dobbiamo ancora convivere, di guerra vicino a casa, di emergenza climatica, energetica, economica, sociale… E poi c’è quella dell’informazione, che è un’emergenza nell’emergenza, ma di cui non si parla mai, tantomeno nei nostri giornali.

Il settore, che è da anni in profonda crisi, è tuttora normato da leggi che risalgono al 1948, 1963 e 1981. Dunque è da oltre quarant’anni che manca un intervento legislativo, una riforma degna di questo nome che accompagni vecchi e nuovi media.

A febbraio la Fnsi, Federazione nazionale della stampa italiana, sindacato unitario dei giornalisti, va a congresso. Il Friuli Venezia Giulia vi parteciperà con i suoi nove delegati, eletti nelle settimane scorse dagli iscritti all’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi.

Il nuovo gruppo dirigente che verrà espresso dal congresso dovrà affrontare tutta una serie di piccole e grandi emergenze, all’interno della complessiva “emergenza informazione” che attanaglia il settore. Andrà riaperta la partita del rinnovo del contratto Fnsi-Fieg. Nella consiliatura ormai conclusa il tavolo di confronto con gli editori purtroppo non ha fatto registrare passi avanti, stante la posizione della controparte datoriale, interessata solo a ulteriori tagli, flessibilità e risparmi. Bene ha fatto il nostro gruppo dirigente a rifiutare ulteriori passi indietro, dopo quelli dolorosi fatti nei precedenti rinnovi. Il settore ha bisogno di investimenti e di sviluppo, non di progressiva destrutturazione del contratto.

Nella consiliatura passata abbiamo salvato le pensioni ma abbiamo perso l’autonomia previdenziale. Il vecchio Inpgi non c’è più, siamo passati all’Inps, sopravvive solo quello che fino a ieri era l’Inpgi 2. Politica e istituzioni hanno fatto la loro parte, ma probabilmente pensano che, salvando le nostre pensioni, hanno esaurito il tema informazione.  Che invece ha bisogno di una riforma complessiva e radicale.

Lavoro autonomo, equo compenso e precariato sono un’altra emergenza nell’emergenza. Un altro capitolo al quale il prossimo gruppo dirigente dovrà rimettere mano, perché finora non si è fatto abbastanza per garantire lavoro e dignità (che significa anche compensi dignitosi) a una parte sempre più numerosa della categoria. Che non può vivere e lavorare con compensi risibili.

Potremmo continuare a lungo, perché le emergenze e i temi sono tanti. A fianco della difesa del lavoro, ci sono la libertà d’informazione sempre a rischio, le querele bavaglio, il carcere per i giornalisti, i colleghi sotto scorta per le minacce ricevute, la Rai e il servizio pubblico. E ancora gli uffici stampa, le nuove figure professionali nate con il progresso tecnologico, ovviamente e in definitiva l’urgenza di una legge di complessiva riforma del settore che ancora non arriva… 

Ma già il rinnovato impegno sugli argomenti indicati sarà una garanzia sufficiente per riaffermare la centralità e l’insostituibilità della Fnsi, nata nel 1908, molte migliaia di iscritti in tutta Italia e svariate centinaia nel Friuli Venezia Giulia. E tutto ciò soprattutto in una fase che vede riemergere il tentativo antico di creare un sindacato “altro”, dividendo la categoria in un momento così drammatico.

Noi proseguiamo forti della nostra storia, delle nostre idee, delle nostre battaglie. Nel segno della dignità del lavoro, dell’articolo 21 della Costituzione.

Anche nel 2023 abbiamo sempre bisogno che tutte le colleghi e i colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non, precari e pensionati, si iscrivano al nostro sindacato unitario, unica difesa della professione. Purtroppo molti iscritti all’Ordine, professionisti e pubblicisti, non sono iscritti al sindacato. L’Assostampa Fvg ha da molti anni le quote d’iscrizione immutate, fra l’altro le più basse d’Italia. E qui c’è anche la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita per i colleghi in difficoltà economica. Aiutateci a tutelare i più deboli, a difendere la professione, il lavoro, il contratto, le pensioni, i nostri enti di categoria, il diritto dei cittadini a essere informati e il dovere dei giornalisti di informare. Perché senza informazione non c’è democrazia.

 


Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg