mercoledì 23 settembre 2020

DAL 23 AL26-9 A RONCHI DEI LEGIONARI (GORIZIA) FESTIVAL DEL GIORNALISMO

 


Comincia oggi il Festival del Giornalismo a Ronchi dei Legionari, Gorizia. L'evento durerà fino a sabato 26 settembre e si concluderà con la terza edizione della cerimonia di consegna del Premio Leali delle Notizie in Memoria di Daphne Caruana Galizia. L’intera manifestazione sarà inoltre seguita da Barbara Schiavulli, reporter di guerra che manderà in onda ogni pomeriggio il Live @Festival su Radio Bullets, di cui è direttrice.

La prima giornata del Festival, organizzato dall’associazione Leali delle Notizie, sarà dedicato alle migrazioni, con la mostra fotografica di Paolo Youssef al Consorzio Culturale del Monfalconese, e al Coronavirus: si parlerà in particolar modo dell'importanza di fare sport in tempo di pandemia, si osserverà il duro lavoro svolto dalla CRI durante l'emergenza sanitaria nel periodo del lockdown, grazie agli scatti fotografici di Greta Stella nella sede di Leali delle Notizie, e si concluderà la giornata focalizzandosi sulla situazione delle RSA in Italia durante il Covid-19. 

La seconda giornata si svolgerà domani mercoledì 23 al palatenda accanto all'auditorium in Piazzetta dell'Emigrante con tre appuntamenti. Si incomincerà alle 19 con l'iniziativa Libri Leali e la presentazione del libro “Attraverso i tuoi occhi. Cronache sulle migrazioni” di Angela Caponnetto. In seguito all’inaugurazione della mostra di Paolo Youssef sui migranti, si continuerà a parlare con l'autrice delle vite di quelle persone che sono costrette a lasciare il proprio paese e affrontare mille ostacoli e difficoltà per raggiungere l'Italia, dove i migranti sperano di condurre una vita migliore. Il libro verrà presentato dall’autrice assieme al giornalista Alex Pessotto del Piccolo. 

Alle 20.30 si terrà invece un incontro dal titolo “Quando le donne hanno iniziato a pensare a voce alta. Dalle suffragette al #Metoo: l'evoluzione del movimento femminista”. Interverranno sul tema diverse donne le quali, in base alla propria esperienza e alla propria professione, tratteranno il tema del femminismo da diverse angolazioni. L'incontro verrà introdotto e moderato da Oscar D'Agostino, del Messaggero Veneto.

Venerdì 25 da segnalare alle 20.30 la presentazione del libro di Pierluigi Allotti “La libertà di stampa, dal XVI secolo a oggi”, introdotta da Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Sabato 26, alle 21.35, “La mafia uccide, il silenzio pure”, con Beppe Giulietti e Paolo Borrometi, presidenti rispettivamente di Fnsi e Articolo 21, introduzione di Cristiano Degano, presidente Ordine giornalisti Fvg.

venerdì 18 settembre 2020

Restituito il “tesserino” ai giornalisti triestini ebrei / da Art21

 


di Carlo Muscatello
La memoria va coltivata, anche con piccoli gesti simbolici, soprattutto in un momento storico in cui le parole e le pratiche di odio e violenza stanno drammaticamente riacquistando vigore. Dimostrando che i drammi e gli orrori del Novecento non sono bastati a vaccinarci tutti da “mali assoluti” come il razzismo, il fascismo, l’antisemitismo.
Per questo l’Ordine dei giornalisti e l’Assostampa Fvg hanno idealmente restituito il “tesserino” professionale ai giornalisti triestini ebrei cui era stato tolto oltre ottant’anni fa dal fascismo: Massimo Della Pergola, Ida Finzi, Federico Levi, Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto, Mario Bolaffio, Isacco Kleim...
La cerimonia si è tenuta a Trieste, due anni dopo la consegna del San Giusto d’oro 2018 alla Comunità Ebraica cittadina. È avvenuto in una data simbolica, perché proprio il 18 settembre del 1938 Mussolini, capo del fascismo, proprio a Trieste, in un comizio in piazza dell’Unità, annunciò il varo delle leggi razziali che tante vittime provocarono nella folta comunità ebraica triestina: era il via alle persecuzioni, sfociate nei campi di concentramento e di sterminio, d’intesa con Hitler. L’inizio di tutti gli orrori, i drammi, le tragedie del Novecento, che nel Nordest italiano hanno lasciato una lunga scia di sangue e lutti.
Alla cerimonia, introdotta dal presidente del Circolo della stampa Pierluigi Sabatti, oltre al presidente dell’Ordine dei Giornalisti regionale, Cristiano Degano, e a chi scrive, in rappresentanza del Sindacato dei giornalisti regionale, ha partecipato fra gli altri Luciano Ceschia, già segretario generale della Fnsi, oggi presidente onorario di Assostampa Fvg, che quel giorno del 1938, in piazza Unità, era un bimbetto in braccio alla madre. “È il primo ricordo della mia vita”, ha detto Ceschia.
Con lui il sindaco di Trieste Dipiazza, il rabbino Meloni ed esponenti del mondo ebraico, la preside Militello con la prof. Benussi a alcuni allievi del liceo Petrarca di Trieste, artefici della mostra “Razzismo in cattedra” e del documentario “1938 Vita amara” (che è stato proiettato a chiusura dell’incontro), il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale.
Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma, al quale si deve la ricerca negli archivi della Fondazione Murialdi sulle epurazioni della categoria, ha tenuto una brillante lectio magistralis sul tema.


OGGI A TRIESTE: QUEI GIORNALISTI EBREI “CANCELLATI” DAL FASCISMO

 


OGGI venerdì 18 settembre alle 11, al Circolo della stampa di Trieste (corso Italia 13), i presidenti dell’Ordine dei giornalisti regionale Cristiano Degano e dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello reiscriveranno  “ad honorem” i giornalisti triestini, professionisti e pubblicisti, che ottant’anni fa il fascismo cancellò dagli elenchi professionali. Questi i loro nomi: Massimo Della Pergola, Ida Finzi, Federico Levi, Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto, Mario Bolaffio, Isacco Kleim.

La data scelta è simbolica: il 18 settembre del 1938 Mussolini, capo del fascismo, proprio a Trieste, in un comizio in piazza dell’Unità, annunciò il varo delle leggi razziali che tante vittime provocarono nella folta comunità ebraica triestina: era il via alle persecuzioni, sfociate nei campi di concentramento e di sterminio, d’intesa con il dittatore nazista Hitler.

Spicca nell’elenco il nome di Vito Levi, nato nel 1899 e morto nel 2001, musicologo, critico, scrittore, storico della musica, professore al Conservatorio e all’Università, al cui nome fanno ancora riferimento molte organizzazioni culturali triestine. Dovette abbandonare l’insegnamento, scrivere con lo pseudonimo di Bruno Bruni e, infine, lasciare Trieste nascondendosi a Venezia.

“L’ho conosciuto alla fine degli anni 50 quando, praticante, lavoravo nella redazione periferica del Gazzettino - ricorda Luciano Ceschia, presidente onorario dell’Assostampa Fvg -, Levi continuava a scrivere ed era un riferimento di tutta la cultura della città che ascoltava rapita i suoi ricordi, tra l’altro sui rapporti con Svevo, Saba, Benco e Tomizza, che fu suo genero. ‘La musica, la vita del suo tempo e oltre il suo tempo’ sono parole tratte dalla sua lectio in occasione del conferimento della laurea honoris causa della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Trieste nel giugno del 1981”.

All’incontro, che sarà introdotto dal presidente del Circolo della Stampa, Pierluigi Sabatti, interverranno il rabbino Meloni ed esponenti del mondo ebraico, la preside Militello con la prof. Benussi a alcuni allievi del liceo Petrarca di Trieste, artefici della mostra “Razzismo in cattedra” e del documentario “1938 Vita amara”. Parteciperà il prof. Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma, al quale si deve la ricerca negli archivi della Fondazione Murialdi sulle epurazioni della categoria.

In ossequio alle norme anti Covid i posti in sala sono limitati: è necessario prenotare chiamando lo 040 370371 (ore 9-15). L’evento può essere seguito anche in streaming sul sito del Circolo della Stampa di Trieste.

mercoledì 16 settembre 2020

da Pagine Ebraiche, moked.it

 LA CERIMONIA AL CIRCOLO DELLA STAMPA 

Giornalisti epurati nel '38, Trieste fa Memoria

“Viviamo in un’epoca in cui anche i gesti simbolici hanno un peso. Si tratta quindi di un riconoscimento che guarda non solo al passato ma anche al nostro presente. Un monito contro l’avanzata di nuove parole d’odio”. 
Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Friuli-Venezia Giulia, è tra gli artefici di una importante cerimonia che avrà luogo venerdì mattina al Circolo della stampa di Trieste e sul quale si era già confrontato con la redazione di Pagine Ebraiche in occasione dei lavori di Redazione aperta: la reiscrizione “ad honorem” di sette giornalisti triestini cancellati dagli elenchi professionali con l’entrata in vigore delle leggi antiebraiche promulgate dal fascismo nel 1938. Torneranno così iscritti, in memoria, il giornalista professionista Federico Levi, stenografo al Piccolo, e i pubblicisti Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto Mario Bolaffio e Isacco Kleim. 

(Nell'immagine di Giovanni Montenero un momento della cerimonia di consegna del San Giusto d'oro alla Comunità ebraica triestina, avvenuta nel 2018, di cui l'iniziativa in programma venerdì è l'ideale prosecuzione). 

da Pagine Ebraiche, moked.it

 

Dall’informazione all’imprenditoria, 

la crisi e la necessità di ripensare il lavoro

Dalle grandi aziende alle redazioni giornalistiche, l’emergenza sanitaria ha aperto nuove prospettive e molti interrogativi in materia di organizzazione del lavoro. Come gestire il lavoro a distanza; come rispettare le misure anti-contagio senza perdere il valore aggiunto della condivisione dello stesso spazio lavorativo; come tutelare le fasce più deboli e colpite dalla crisi. Sono alcuni dei temi su cui si è confrontata la redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel corso dell’ultima edizione del laboratorio giornalistico Redazione aperta, organizzato a Trieste nei giorni del forum scientifico internazionale 

Esof2020. Del futuro del giornalismo e del riassetto delle redazioni ha parlato in particolare il presidente dell’Assostampa del Friuli-Venezia Giulia Carlo Muscatello, ricordando come lo smart working permetta nuove possibilità ma richieda tutele chiare. Da tempo le organizzazioni di categoria dei giornalisti e degli editori lavorano al rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro giornalistico, e la pandemia, ha spiegato Muscatello, ha evidenziato ulteriori temi di confronto. Non solo, l’emergenza sanitaria ha ricordato al grande pubblico l’importanza del giornalismo professionale per la salute di una democrazia, ha sottolineato il presidente dell’Assostampa del Friuli-Venezia, una qualità che deve essere tutelata anche sotto il profilo delle garanzie contrattuali, pur in un mercato segnato dalla crisi economica. Nel confronto con la redazione UCEI, Muscatello ha inoltre richiamato le iniziative dal significativo valore simbolico portate dal sindacato dai giornalisti assieme ad altre realtà, come l’inaugurazione a Trieste a inizio estate della “Panchina della libertà di stampa”. Un luogo fisico per ricordare il ruolo dell’informazione libera e i valori enunciati nell’articolo 21 della Costituzione. “La panchina è un luogo tra i più ‘sociali’ e democratici che vi siano, dove tutti i cittadini possono sedere, fermarsi per riposare un po’, pensare, colloquiare reciprocamente e, perché no, leggere con calma un giornale”, le sue parole in occasione dell’inaugurazione.

domenica 13 settembre 2020

RADIOUNO, TORNA JACK FOLLA/DIEGO CUGIA

 Cari fratelli e sorelle con le ali di Articolo 21, e cervelli fritti come il mio, non molto tempo fa avete pubblicato un mio articolo-sfogo in cui raccontavo l’avventura di essere rimasto senza voce per 18 anni, e non per problemi di raucedine. Domani LUN 14-9 con una piccola anteprima a ridosso del GR 1 delle 7 e con la puntata vera e propria su Radio 1 alle 20:30, in questa cella dalla quale vi scrivo spunterà un fiore. E per un DJ come me, il fiore è un microfono. Questo è accaduto anche grazie a voi, che mi avete ospitato e avete rilanciato quel grido. Sono solo da molti anni, amo la solitudine. Quello che disprezzo è l’isolamento forzato al quale sono destinate spesso, anche nel nostro democratico paese, le menti ribelli o semplicemente chi non fa parte del coro né è uso inginocchiarsi al potere. Si pagano prezzi altissimi per mantenere la propria dignità e non piegarsi come il giunco quando tira il vento del sopruso e della sopraffazione dei forti sui deboli, e Jack Folla, l’albatro, starà sempre dalla parte di chi non ha voce, non ha potere, non ha lavoro, delle donne, dei giovani, dei “clandestini”. Non è retorica, è testimonianza concreta di fraternità e attenzione verso la comunità in stato di disagio, che oggi è ormai maggioranza anche in Italia. Non la “maggioranza silenziosa” di una volta: la maggioranza silenziata. Andrò in onda tutti i giorni, finché non sarò liquidato da un’iniezione letale che la corte federale ha fissato per la mattina del 24 luglio 2021 alle 9:30, qui al carcere di Terre Haute, contea di Vigo, Indiana, Stati Uniti. Ma può anche darsi che Radio 1 mi giustizi prima. Al momento, però, è la radio che mi ha restituito il microfono e forse non è un caso che dopo oltre 80 anni di direttori tutti maschi, sia stata la prima direttrice di Radio 1, una donna, a restituire a Jack, anche pubblicamente, la libertà di pensiero. Si chiama Simona Sala e la ringrazio come ringrazio, ripeto, tutti voi. In particolare Beppe Giulietti che mi è stato fraternamente accanto in tutti questi anni, è il mio unico amico “politico”, e anche questo non è un caso. Non so quanto potrà durare quest’avventura. Vedete, avevo appena scritto un libro con dentro il meglio di quello che avevo detto  18 anni fa e tutti i nuovi scritti del 2020 che vi racconterò alla radio. Avevo un piccolo editore che, l’altro ieri, a poche ore dalla pubblicazione, mi ha chiesto di tagliare 3 pagine su 320, considerandole troppo spregiudicate. Ci tenevo tantissimo ad essere presente nelle librerie italiane col mio nuovo “Jack Folla-Un DJ nel braccio della morte”, ma non importa, abbiamo sciolto il contratto, e ora sia il libro cartaceo che l’eBook sono pubblicati da me su Amazon. Pago i prezzi della libertà, sempre. Nessun eroismo ma un minimo di coerenza sì. Uno di quei pezzi “scabrosi” riguardava la pedofilia. Sono stato un bambino violato e non mi faccio dare lezioni da nessuno, né tirare paternali da chicchessia. Oggi vanno molto di moda i “ditoni alzati”, c’è molto moralismo, molto nuovo puritanesimo, e molta poca autocritica e autoironia. Grazie ancora, amiche e amici di Articolo 21, sono molto felice di tornare a fare il mestiere che più amo al mondo e non alla Tv ma al mezzo di comunicazione al quale sono legato visceralmente da sempre. A Radio 1 cominciai, a 20 anni, con un programma scritto con e per Paolo Conte, s’intitolava “Mocambo Bar”, ritorno a Radio 1 domani, con Un DJ nel braccio della morte, sarà emozionante, spero anche per voi. 

Jack Folla

sabato 12 settembre 2020

LA PANDEMIA HA PEGGIORATO UNA SITUAZIONE GIÀ GRAVE / newsletter Ordine Giornalisti Fvg

di Carlo Muscatello * Siamo a settembre, il mese del ripensamento, come cantava Francesco Guccini. Settembre con mille incognite sull’autunno alle porte. Per il nostro settore la pandemia ha peggiorato una situazione che era già gravissima. Copie e pubblicità giù, aziende in crisi, il passaggio al digitale che ancora non garantisce le entrate che un tempo arrivavano dalla carta. Facile dire “digital first”. I nostri editori lo ripetono da un pezzo. Ma poi si fanno i conti. E siamo sempre lì. Anzi, sempre peggio. La pandemia ha almeno confermato il ruolo e l’importanza di un’informazione di qualità, dopo anni in cui sembrava che grazie ai social tutti potessero fare i giornalisti. E oggi allora è sempre più chiaro che il rilancio del Paese passa anche attraverso il sostegno all’informazione, con interventi mirati per sostenere l’innovazione e difendere il lavoro regolare. Se n’è parlato a luglio, a Roma, all’ultimo Consiglio nazionale della Fnsi. E il nostro segretario generale Raffaele Lorusso ne ha discusso in più occasioni con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella. “Il ruolo dell’informazione, riconosciuto pubblicamente dal premier Giuseppe Conte in occasione degli Stati generali - ha detto Lorusso - deve essere valorizzato e rafforzato. È necessario un piano straordinario per sostenere l’informazione e che per questo prosegua il dialogo fra governo e parti sociali. Il sindacato dei giornalisti, come già rilevato in occasione degli Stati generali, auspica che il confronto con la presidenza del Consiglio possa consentire di affrontare le criticità strutturali del settore, aggravate dall’emergenza sanitaria, con una reale volontà di rilancio. Non è tempo di finanziamenti a fondo perduto, ma è indispensabile che qualsiasi sostegno sia legato a piani di investimenti e trasformazione digitale, al ricambio generazionale e a valorizzare l’occupazione”. L’occupazione, il lavoro, la regolarizzazione di migliaia di contrattini da pochi euro scritti su un pezzo di carta. Siamo ancora lì. Poi c’è la grana del cosiddetto “smart working”, che in molti casi è semplice “telelavoro”. Superata l’emergenza, dovremo difendere la centralità delle redazioni e resistere alla tentazione di assecondare una certa qual “voglia di comodità” da parte di chi ha provato cosa significa lavorare da casa. Dobbiamo guardare oltre la situazione contingente, gli editori si sono accorti che possono fare i giornali tenendo pochissimi giornalisti in redazione, con tutti i risparmi del caso. Il rischio si chiama ulteriori tagli agli organici. L’obbiettivo di molti editori è sempre quello: pochi giornalisti assunti, tanti collaboratori esterni. E lo “smart working” - che comunque va normato - potrebbe dar loro una mano per trasformare il sogno in realtà. *presidente Assostampa Fvg