UDINE L’unico concerto italiano del tour 2007 dei Red Hot Chili Peppers si terrà giovedì 28 giugno allo Stadio Friuli di Udine. E possiamo star certi sin d’ora che l’appuntamento con la band californiana - l’annuncio non è ancora stato dato ma la notizia è sicura - sarà il grande evento musicale della prossima estate nel Friuli Venezia Giulia. Di più: è la prima volta che la nostra regione ospita l’unica tappa italiana del tour mondiale di un artista o gruppo di fama planetaria quali sono da anni John Frusciante e compagni. Di solito, quando il concerto italiano è uno solo, la città prescelta è Milano, Roma, al massimo Torino, Bologna, Verona... Stavolta tocca a Udine, che ultimamente era stata un po’ snobbata dagli organizzatori, e gli spettatori arriveranno da mezza Europa, oltre che dal resto della penisola.
Fra l’altro, proprio questa notte (per la precisione alle due del mattino di domani, in diretta ed esclusiva per l’Italia su Music Box, tv interattiva sul canale 821 di Sky e sul canale 121 di Fastweb), allo Staples Center di Los Angeles, nel corso della cerimonia di consegna dei Grammy Awards, i Red Hot Chili Peppers riceveranno almeno qualcuno dei prestigiosi Oscar della musica, considerato che hanno ricevuto ben sei nomination (solo Mary J. Blige ne ha ottenute di più: otto), fra cui miglior album, miglior canzone e miglior video.
Merito del successo del loro nono album in studio, il doppio «Stadium Arcadium», uscito nel maggio scorso, ormai vicino ai dieci milioni di copie vendute, che hanno portato a quota sessanta milioni le copie di album vendute in tutto il mondo nel corso della loro lunga carriera.
Considerati la miglior rock band degli ultimi vent’anni (forse soltanto gli U2 tengono loro testa), i «Red Hot» affascinano milioni di giovani in tutto il mondo grazie alla loro miscela trasversale ed esplosiva fatta di rap e punk, funk e rock, pop e melodia. Rabbia e passione possono essere considerate la loro cifra stilistica.
Si sono formati a Los Angeles nei primissimi anni Ottanta, diventando in breve un gruppo di culto grazie soprattutto alle loro performance dal vivo. All’inizio erano solo quattro ragazzi dalla Fairfax High School: il bassista Michael «Flea» Balzary, il cantante Anthony Kiedis, il batterista Jack Irons e il chitarrista Hillel Slovak. E si chiamavano Tony Flow and the Miraculously Majestic Masters of Mayhem.
Il primo album, intitolato semplicemente «Red Hot Chili Peppers» e non baciato dal successo, esce nell’84. Sono gli anni in cui dal vivo i «ragazzacci» si presentavano spesso nudi e coi calzini infilati sui genitali... Seguono «Freaky Styley» (’85), «The Uplift Mofo Party Plan» (’87) e il minialbum «Abbey Road» (’88), con copertina-parodia dell’omonimo album dei Beatles. Una tragica pausa, seguita alla morte per overdose di Slovak. Irons lascia. Kiedis e Flea incontrano il chitarrista John Frusciante e il batterista Chad Smith (quest’ultimo trovato grazie a un annuncio su un giornale...) e l’avventura riparte.
Nell’89 esce «Mother's Milk», album di inediti seguito da un lungo tour. E nel ’91 il contratto con la Warner, l’uscita di «Blood Sugar Sex Magik» (un milione di copie vendute), e la fama del gruppo arriva anche in Europa. L’energia del loro rock, la miscela fra rap e funky, la rilettura attualizzata di stilemi del rock anni Settanta fanno schizzare il gruppo - che ormai ha sviluppato uno stile proprio - ai vertici delle classifiche e del gradimento dei giovani di mezzo mondo.
Il resto è storia di ieri, quasi di oggi. Anche l’uscita dal gruppo di John Frusciante nel ’92 (sostituito prima da Jack Marshall e poi da Dave Navarro, ex Jane’s Addiction) non cambia la situazione. Nel ’95 esce «One Hot Minute», nel ’98 esce Navarro e rientra Frusciante, il ’99 è l’anno di «Californication» (primo in Italia per nove settimane di fila), che con i suoi quindici milioni di copie è il loro album più venduto.
Estate 2002: esce «By the way», lavoro introspettivo, di grande intensità. E dopo le due raccolte («The greatest hits» nel 2003, «Live in Hyde Park» nel 2004), l’anno scorso è arrivato il citato «Stadium Arcadium», considerato da molti il miglior disco del 2006. Ventotto canzoni nuove distribuite in due cd, intitolati rispettivamente «Jupiter» e «Mars», e trainate dal singolo «Dani California».
In origine le canzoni dovevano essere trentotto, contenute in tre album separati, usciti a sei mesi di distanza l’uno dall’altro. Poi è stata fatta una scelta diversa. Con risultati di tutto rispetto: è stato il primo disco del gruppo a debuttare al numero uno delle classifiche statunitensi e di altri 26 paesi, fra cui l’Italia. E solo nella prima settimana ha venduto più di un milione di copie.
Quello che arriva il 28 giugno a Udine è la ripresa di un tour biennale, che nel 2006 ha toccato gli Stati Uniti e l’Europa (con tappa anche a Milano) e nella seconda metà di quest’anno punterà anche su Giappone e Australia.
Da segnalare ancora che giugno sarà un mese rock nel Triveneto anche grazie al concerto dei ricostituiti Who all’Arena di Verona lunedì 11 giugno (unica data italiana del tour). E alla decima edizione dell'Heineken Jammin' Festival, che dopo nove edizioni lascia Imola e approda a Venezia, al parco San Giuliano: quattro giorni con un cast che va dai Pearl Jam agli Aerosmith, e la giornata finale affidata a Vasco Rossi. Ecco il programma, peraltro ancora suscettibile di modifiche: 14 giugno Iron Maiden, Slayer, Stone Sour, Papa Roach; 15 giugno Pearl Jam, Linkin Park, The Killers, My Chemical Romance; 16 giugno Aerosmith, Smashing Pumpkins, Incubus; 17 giugno Vasco Rossi e J Ax. Prevendite dei biglietti (40 euro per una giornata, 140 euro per tutto il festival) già in corso su TicketOne.
Fra l’altro, proprio questa notte (per la precisione alle due del mattino di domani, in diretta ed esclusiva per l’Italia su Music Box, tv interattiva sul canale 821 di Sky e sul canale 121 di Fastweb), allo Staples Center di Los Angeles, nel corso della cerimonia di consegna dei Grammy Awards, i Red Hot Chili Peppers riceveranno almeno qualcuno dei prestigiosi Oscar della musica, considerato che hanno ricevuto ben sei nomination (solo Mary J. Blige ne ha ottenute di più: otto), fra cui miglior album, miglior canzone e miglior video.
Merito del successo del loro nono album in studio, il doppio «Stadium Arcadium», uscito nel maggio scorso, ormai vicino ai dieci milioni di copie vendute, che hanno portato a quota sessanta milioni le copie di album vendute in tutto il mondo nel corso della loro lunga carriera.
Considerati la miglior rock band degli ultimi vent’anni (forse soltanto gli U2 tengono loro testa), i «Red Hot» affascinano milioni di giovani in tutto il mondo grazie alla loro miscela trasversale ed esplosiva fatta di rap e punk, funk e rock, pop e melodia. Rabbia e passione possono essere considerate la loro cifra stilistica.
Si sono formati a Los Angeles nei primissimi anni Ottanta, diventando in breve un gruppo di culto grazie soprattutto alle loro performance dal vivo. All’inizio erano solo quattro ragazzi dalla Fairfax High School: il bassista Michael «Flea» Balzary, il cantante Anthony Kiedis, il batterista Jack Irons e il chitarrista Hillel Slovak. E si chiamavano Tony Flow and the Miraculously Majestic Masters of Mayhem.
Il primo album, intitolato semplicemente «Red Hot Chili Peppers» e non baciato dal successo, esce nell’84. Sono gli anni in cui dal vivo i «ragazzacci» si presentavano spesso nudi e coi calzini infilati sui genitali... Seguono «Freaky Styley» (’85), «The Uplift Mofo Party Plan» (’87) e il minialbum «Abbey Road» (’88), con copertina-parodia dell’omonimo album dei Beatles. Una tragica pausa, seguita alla morte per overdose di Slovak. Irons lascia. Kiedis e Flea incontrano il chitarrista John Frusciante e il batterista Chad Smith (quest’ultimo trovato grazie a un annuncio su un giornale...) e l’avventura riparte.
Nell’89 esce «Mother's Milk», album di inediti seguito da un lungo tour. E nel ’91 il contratto con la Warner, l’uscita di «Blood Sugar Sex Magik» (un milione di copie vendute), e la fama del gruppo arriva anche in Europa. L’energia del loro rock, la miscela fra rap e funky, la rilettura attualizzata di stilemi del rock anni Settanta fanno schizzare il gruppo - che ormai ha sviluppato uno stile proprio - ai vertici delle classifiche e del gradimento dei giovani di mezzo mondo.
Il resto è storia di ieri, quasi di oggi. Anche l’uscita dal gruppo di John Frusciante nel ’92 (sostituito prima da Jack Marshall e poi da Dave Navarro, ex Jane’s Addiction) non cambia la situazione. Nel ’95 esce «One Hot Minute», nel ’98 esce Navarro e rientra Frusciante, il ’99 è l’anno di «Californication» (primo in Italia per nove settimane di fila), che con i suoi quindici milioni di copie è il loro album più venduto.
Estate 2002: esce «By the way», lavoro introspettivo, di grande intensità. E dopo le due raccolte («The greatest hits» nel 2003, «Live in Hyde Park» nel 2004), l’anno scorso è arrivato il citato «Stadium Arcadium», considerato da molti il miglior disco del 2006. Ventotto canzoni nuove distribuite in due cd, intitolati rispettivamente «Jupiter» e «Mars», e trainate dal singolo «Dani California».
In origine le canzoni dovevano essere trentotto, contenute in tre album separati, usciti a sei mesi di distanza l’uno dall’altro. Poi è stata fatta una scelta diversa. Con risultati di tutto rispetto: è stato il primo disco del gruppo a debuttare al numero uno delle classifiche statunitensi e di altri 26 paesi, fra cui l’Italia. E solo nella prima settimana ha venduto più di un milione di copie.
Quello che arriva il 28 giugno a Udine è la ripresa di un tour biennale, che nel 2006 ha toccato gli Stati Uniti e l’Europa (con tappa anche a Milano) e nella seconda metà di quest’anno punterà anche su Giappone e Australia.
Da segnalare ancora che giugno sarà un mese rock nel Triveneto anche grazie al concerto dei ricostituiti Who all’Arena di Verona lunedì 11 giugno (unica data italiana del tour). E alla decima edizione dell'Heineken Jammin' Festival, che dopo nove edizioni lascia Imola e approda a Venezia, al parco San Giuliano: quattro giorni con un cast che va dai Pearl Jam agli Aerosmith, e la giornata finale affidata a Vasco Rossi. Ecco il programma, peraltro ancora suscettibile di modifiche: 14 giugno Iron Maiden, Slayer, Stone Sour, Papa Roach; 15 giugno Pearl Jam, Linkin Park, The Killers, My Chemical Romance; 16 giugno Aerosmith, Smashing Pumpkins, Incubus; 17 giugno Vasco Rossi e J Ax. Prevendite dei biglietti (40 euro per una giornata, 140 euro per tutto il festival) già in corso su TicketOne.
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