venerdì 28 maggio 2004

Confermato: Vasco Rossi a Trieste, allo Stadio Rocco, la sera dell’11 settembre. Senza se e senza ma. Con l’ufficializzazione da parte degli organizzatori nazionali di Clear Channel dell’appendice settembrina del megatour estivo del rocker di Zocca, cade il condizionale sul concertone dell’estate triestina.

Si era già detto del tutto esaurito con un mese di anticipo per l’appuntamento del 17 giugno allo Stadio Friuli di Udine, come peraltro per quasi tutte le altre tappe del tour che comincia il 5 giugno a Roma e che originariamente doveva concludersi il 9 luglio a Napoli. L’accoglienza da parte del pubblico, che ha «bruciato» in poche settimane oltre mezzo milione di biglietti (quarantamila per la data di Udine), ha convinto artista e manager a giocare quattro tempi supplementari dopo la pausa agostana: 8 settembre a Reggio Emila, 11 a Trieste, 15 a Padova, 18 a Pescara.

Il concerto allo Stadio Rocco verrà presentato ufficialmente domani mattina, con una conferenza stampa in Municipio. Le prevendite dei biglietti cominceranno nei prossimi giorni.

Ieri, intanto, è stata presentata a Udine la stagione che Azalea Promotion (organizzatore triveneto anche del tour di Vasco Rossi) propone quest’estate all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro. La doppia tappa della carovana del Festivalbar 2004, il 9 e il 10 luglio, dalla quale verranno tratte ben tre puntate televisive della popolare rassegna, è solo una delle perle del cartellone, quanto mai nutrito.

Si parte il 3 luglio, con il concerto di Nek, si chiude (salvo aggiunte dell’ultima ora) il 17 agosto. Con spettacoli che spaziano fra musica, cabaret, musical, opera...

Per Nek, chiamato a inaugurare la stagione, si tratta di un ritorno in regione, a pochi mesi dai concerti a Trieste e a Udine, sempre nell’ambito dell’«Anno Zero Tour 2004». Dall’Arena Alpe Adria l’artista di Sassuolo - vero nome, Filippo Neviani - manca invece da sette anni.

Mercoledì 14 luglio arriva invece Goran Bregovic con la sua Wedding and Funerals band. Anche per lui un ritorno in regione, dopo il trionfale concerto la sera del primo maggio a Gorizia, in occasione dei festeggiamenti per l’allargamento a Est dell’Unione Europea. Lo spettacolo proposto dall’artista nato a Sarajevo s’intitola «Tales and songs from weddings and funerals».

Venerdì 16 luglio tocca ai Pooh (il cui tour farà tappa prima, il 5 luglio, anche alla Fiera di Pordenone), appena usciti con l’album «Ascolta» e storicamente forti di un buon seguito anche nel Friuli Venezia Giulia. Tornano a Lignano a due anni dalla precedente esibizione.

Dopo la parentesi con il musical di martedì 20 luglio, quando all’Arena Alpe Adria va in scena «Fame, The Musical», venerdì 30 luglio arriva uno degli artisti italiani più amati dai giovanissimi: Tiziano Ferro (che la sera precedente, il 29 luglio, canta in piazza Duomo a Treviso). Il suo secondo album, «111 Centoundici», ne ha confermato il grande successo in Italia e anche all’estero.

Siamo a lunedì 2 agosto, con il ritorno dei Nomadi, gruppo storico del pop-folk italiano, che l’anno scorso ha festeggiato quarant’anni di carriera.

Giovedì 5 agosto spazio al cabaret televisivo con «Colorado Café Live», ovvero un gruppo di giovani artisti presentati da Diego Abatantuono, assieme agli udinesi «I Papu».

Lunedì 9 agosto arriva a Lignano un altro gruppo storico della musica italiana: i Dik Dik con lo spettacolo intitolato «Da Lucio... a Battisti».

Il cartellone dell’Arena Alpe Adria di Lignano comprende anche un «Festival dell'Opera»: il 18 luglio «Madama Butterfly», il 19 luglio e il 17 agosto «Aida», l’11 agosto «La notte dei tenori», il 16 agosto «La Traviata».

martedì 25 maggio 2004

C’è anche l’udinese Piero Sidoti, fra gli otto finalisti del Premio Recanati, la cui quindicesima edizione comincia domani e si conclude sabato nella città di Leopardi.

Trentasei anni, laureato in scienze biologiche, cantautore e attore, Sidoti porta alla prestigiosa rassegna il brano «Venere nera», quasi una bossa nova raffinata, che parla di prostituzione senza ipocrisie e falsi moralismi ma con vena poetica («Sono i miei tacchi appuntiti, che mi impacciano i piedi, che mi cadenzano il tempo che vola sopra i marciapiedi...»).

«La differenza fra una prostituta e una top model - ha spiegato il cantautore - sta nel portamento del tacco. La protagonista di questa canzone, camminando sul marciapiede di una grande città, nell’attesa del prossimo cliente intona una cantilena di speranza del suo paese d’origine...».

Sidoti ha portato negli anni scorsi a teatro il suo «Odissea di un suonatore di campanelli» ed è stato cantante e attore nel film di Silvio Soldini «Agata e la tempesta». Nei suoi lavori dimostra particolare attenzione per l’universo dei perdenti, per chi ha sbagliato, per chi sa mantenere dignità anche nel momento della sconfitta.

Nella finale di Recanati l’artista friulano dovrà vedersela con Viola Buzzi, Maria Pierantoni Giua, Luca Bassanese, Giovanna Panza de Cortes, Federico Sirianni, Maler e Rocco Cucovaz.

Ma la rassegna - che da anni indica nuovi protagonisti della canzone d’autore italiana - vive anche di nomi noti. Che quest’anno sono Ligabue, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Patty Pravo, Bungaro, Pacifico, Amalia Grè, Francesco Di Giacomo (il cantante del Banco del Mutuo Soccorso), l’attrice Piera Degli Esposti e la scrittrice Fernanda Pivano.

Domani pomeriggio debutto con l’incontro su «La musica di qualità in radio e televisione», con Franco Bixio dell’Afi, Enzo Mazza della Fimi, Stefano Micocci della Siae, i produttori Michele Torpedine e Celso Valli, l’autore televisivo Giorgio Verdelli. Poi reading poetici e un omaggio a Dario Bellezza.

Diretta per tre sere su Radio Uno Rai, riprese tv di Raitre.

giovedì 20 maggio 2004

Vasco Rossi potrebbe cantare a Trieste, allo Stadio Rocco, la sera dell’11 settembre. Ma non è sicuro: il concerto potrebbe tenersi in un’altra data o non tenersi affatto. Anche perchè, per ora, il suo tour estivo - che comincia il 5 giugno allo Stadio Olimpico di Roma, e che il 17 giugno fa tappa allo Stadio Friuli di Udine - si conclude il 9 luglio al San Paolo di Napoli.

Vediamo allora di capire che cosa sta succedendo. Visto il grande e prevedibile successo che il tour del massimo rocker italiano, intitolato come il nuovo cd «Buoni o cattivi», esistono delle possibilità che gli organizzatori di Clear Channel ne prevedano un’appendice a settembre. A questa che al momento è solo una possibilità, si aggiungono due fatti: il concerto di Udine del 17 giugno è già tutto esaurito (quarantamila biglietti disponibili, quarantamila biglietti già venduti), e al Comune di Trieste c’è una richiesta di Azalea Promotion (l’organizzatore triveneto che affianca nel Nordest quello nazionale) per lo Stadio Rocco l’11 settembre.

«Sì, esistono delle trattative - confermano quelli di Azalea - ma allo stato attuale non c’è nessuna sicurezza. Non si sa nemmeno se ci sarà una ripresa del tour dopo la conclusione a Napoli, dunque...». Dunque per i tantissimi fan del Vasco che non potranno assistere al concerto udinese c’è soltanto da aspettare. Anche perchè non ci sono più biglietti nemmeno per l’altra tappa triveneta del tour, quella del 24 giugno a Verona. Sui dieci stadi della tournèe (Roma, Bologna, due volte Milano, Udine, Genova, Verona, Perugia, Ancona, Firenze e Napoli), ben sei sono già «sold out».

Gli organizzatori mettono in guardia dal fenomeno dei biglietti falsi: a Roma ne sono già stati sequestrati cinquecento. La band che accompagna Vasco nel tour è composta da Mike Baird (batteria), Claudio Golinelli (basso), Stef Burns (chitarra), Muarizio Solieri (chitarra), Riccardo Mori (chitarra acustica), Alberto Rocchetti (pianoforte e tastiere), Frank Nemola (tastiere, tromba e cori), Andrea Innesto (sax e cori), Clara Moroni (cori). Il palco misura 60 metri di larghezza, 19 metri di profondità e 20 metri di altezza, ed è una struttura metallica, una sorta di gigantesca ragnatela d'acciaio dal sapore meccanico e metropolitano. Al centro della scena campeggia un maxischermo rettangolare su cui verranno proiettate immagini e filmati.

mercoledì 19 maggio 2004

Arriva anche a Trieste - da stasera a domenica, al PalaTrieste - «Tosca, amore disperato», il musical scritto musicato e allestito da Lucio Dalla. Già 130 mila persone hanno visto questa sorta di opera pop che l’artista bolognese ha tratto dall’opera di Giacomo Puccini, che a sua volta era tratta dal dramma omonimo di Victorian Sardou.

Come riferivamo dopo l’anteprima romana dell’ottobre scorso, non si tratta propriamente di un’opera, né di un musical, né di un melodramma, né di un balletto, né di un varietà televisivo: ma pesca in tutti questi settori, con un furore multimediale in linea coi tempi. E propone almeno due grandi canzoni: «Amore disperato» (cantata da Iskra Menarini, la veggente Sidonia, all’inizio e alla fine) e «Per te» (un gustosissimo tip tap in chiusura di primo tempo).

Dell’opera che il pubblico conosce Dalla ha mantenuto solo la storia della bella Tosca che nella Roma papalina della restaurazione post napoleonica ama il pittore liberale Cavaradossi, che si caccia nei guai nascondendo il rivoluzionario Angelotti. Della ragazza si innamora il capo della polizia, il perfido barone Scarpia, che cattura e condanna a morte il pittore, ma promette di liberarlo se lei gli dirà di sì. Tosca lo uccide, scappa a Castel Sant’Angelo, dove il suo uomo dovrebbe essere fucilato a salve. Ma le pallottole sono vere, Cavaradossi muore, ma muore anche Tosca. Fine.

Insomma, l’eterna storia di amore e di morte per la quale il sessantunenne artista bolognese ha riscritto ex novo testi e musiche. Con un cast di trenta elementi, con le coreografie di Daniel Ezralow e i costumi di Giorgio Armani, Dalla non si è fatto mancare nulla: effetti speciali fantasmagorici, diavolerie tecnologiche, tentazioni cinematografiche, trovate quasi circensi, immagini multimediali.

Fra torture rap, guardie pontificie in tutine a strisce, patrioti della Roma papalina che volano appesi a delle funi, preti e suore in desabillé... E tutto ciò che la sua fantasia visionaria ha immaginato per questa sua «Tosca» così vicina alla sensibilità e al gusto contemporaneo. Un’opera pop, un musical cinematografico di grande impatto visivo, con cadenze e tempi quasi televisivi. Un magma incandescente di suoni, colori, sentimenti.

Di più: una sorta di «Matrix» ambientato al luna park, fra sipari argentati in stile Las Vegas, sullo sfondo di San Pietro. Per un costo di quattro milioni di euro che ora bisogna ammortizzare. Infatti il tour durerà ancora a lungo: dopo Trieste sarà a Napoli e poi in Ungheria e in Austria (dal 22 luglio al 15 agosto a Klagenfurt).

«Tosca - ha detto Lucio Dalla un mese fa a Trieste, quando per venire a presentare l’opera è incappato nel... ”mancato disastro” di Ronchi - è, a mio avviso, l’opera più bella di Puccini. Ma oggi non può essere capita, i giovani non vanno a teatro leggendo il libretto. Ne ho voluto allora fare una versione pop, apocrifa, cambiando le musiche e le parole, perchè volevo che tutti capissero che grande capolavoro è. Ha un solo limite: è troppo grande. E oggi, a cento anni di distanza, non può più essere capita e condivisa da tutti nella rappresentazione tradizionale».

domenica 16 maggio 2004

È considerato da molti il più creativo tra i pianisti contemporanei. Fra ricerca e improvvisazione, sulla sua tastiera sono passati - e passano tuttora - Gustav Mahler ma anche i Beatles, Richard Wagner ma anche l’elettronica, Bach ma anche il jazz. L’anno scorso la nomina a direttore artistico della Biennale Musica, oltre a essere un riconoscimento di altissimo prestigio, non ha fatto che rinsaldare il suo legame fortissimo con l’Italia.

Uri Caine - americano nato e cresciuto a Philadelphia, classe 1956 - presenta il suo concerto «Solitaire» stasera alle 21.30, al Teatro Miela di Trieste, nell’ambito della dodicesima edizione dei festeggiamenti per il compleanno di Erik Satie.

«Sono molto contento di venire a suonare a Trieste - dice l’artista, al telefono dalla New York nella quale vive da anni - in occasione di questa rassegna dedicata a Satie. Per me lui è stato una delle figure più importanti della cultura e della musica del Novecento. Ha indicato nuova strade, nuove direzioni che altri dopo di lui hanno imboccato. È stato un innovatore. Anche la musica rock e pop gli deve moltissimo».

Le sue origini musicali?

«Il jazz è stata la mia prima grande passione. C'è stato un periodo in cui sentivo moltissimo i dischi Miles Davis e John Coltrane, i dischi della Blue Note, quelli di Chick Corea, di McCoy Tyner, di Herbie Hancock... Ascoltavo anche una gran quantità di musica proveniente dal Brasile, da Cuba, dall'Africa, e allo stesso tempo musica contemporanea, musica elettronica e musica da concerto... Ogni cosa catturava la mia immaginazione».

Philadelphia?

«Crescere in una città come Philadelphia mi ha aiutato molto, per il suo ambiente cosmopolita che ha facilitato la mia formazione. Un processo che poi è continuato nella città americana cosmopolita per eccellenza, New York, dove tutto è moltiplicato all'ennesima potenza e dove è possibile incontare e suonare con tutti i migliori musicisti che ci siano al mondo».

Classica e jazz: due mondi che un tempo sembravano incomunicabili...

«Invece tutti i generi musicali possono comunicare fra loro. La cosa che tuttora mi appassiona di più è approfondire le diversità degli stili, sovrapponendoli l’un con l’altro e poi creando dal loro incontro altre cose. Qualsiasi genere, qualsiasi musica può essere trasformata. Ci sono approcci diversi, che nascono dall’approccio diverso che un musicista ha nei confronti della partitura. Chi è abituato all’improvvisazione è portato a esplorare, cambiare, incrociare...».

L’esperienza alla Biennale?

«È stata una grande e bellissima esperienza. Il mio è stato un festival di musica contemporanea, nel quale ho voluto proporre una riflessione sulle diverse correnti contemporanee che in qualche modo hanno lasciato traccia nelle precedenti edizioni, in equilibrio tra le musiche strutturate e quelle improvvisate. Non sono riuscito ad avere tutti gli artisti che avrei voluto, ma a tutti ho lasciato la più completa libertà espressiva».

Il suo «Solitaire»?

«È un recital di piano solo, nel quale sono solito presentare una combinazione di standard, di libere improvvisazioni, di brani originali, qualcos’altro che stava nel disco omonimo pubblicato qualche anno fa...».

Uri Caine, come si diceva, ha suonato spesso in Italia. Dove il suo lavoro lo ha portato recentemente a confrontarsi con figure mitiche come Ulisse e Otello.

Il progetto Ulisse è stata una realizzazione del Festival di Terni, sono il pianista americano è stato invitato a partecipare con altri artisti, come l’attore Marco Paolini. «L'idea - spiega Uri Caine - era quella di unire la musica di Giorgio Gaslini e del suo gruppo, alla poesia di Marco Paolini e al mio trio con Dave Binney e Jim Black. Dovevamo dividere le differenti parti del racconto e i diversi personaggi della storia: è stato molto divertente lavorare insieme, specialmente sulle parti recitate da Marco Paolini, unendo gli aspetti musicali del nostro lavoro alle parole. Abbiamo cercato di trovare diversi modi per interagire con la sua poesia, sia seguendolo che andando in direzione opposta. Lui ha una maniera molto musicale di recitare, c'è un elemento musicale nel suo modo di proporre la parola».

«Il lavoro su Otello - conclude l’artista - è del tutto diverso: è basato sulla combinazione della storia con la musica di Verdi. E di tutte le versioni della tragedia ricavate nel corso dei secoli dal testo di Shakespeare e l'originale shakespeariano».

giovedì 13 maggio 2004

L’estate del rock quest’anno guarda più che mai a Est. Complice l’allargamento europeo, per gli appassionati che partono dalle nostre zone si aprono opportunità quanto mai interessanti scorrendo il programma dei concerti annunciati a Lubiana e anche nelle città della vicina Croazia.

Per la verità, le grandi tournèe hanno sempre fatto tappa in quelle zone, già ai tempi della Jugoslavia, ma è indubbio che l’integrazione europea sta accelerando un fenomeno che in futuro proporrà sempre maggiori opportunità.

Sotto con i nomi. Si parte con due concerti a Belgrado. Nella capitale della Serbia/Montenegro suonano sabato 22 maggio la brasiliana Tania Maria e domenica 23 il chitarrista Al Di Meola. Lunedì 24 maggio, al Krizanke di Lubiana, sono di scena i tedeschi Kraftwerk. Prosegue il tour de force: martedì 25, al palasport di Zagabria, gli intramontabili Jethro Tull di Ian Anderson.

Un paio di settimane di respiro. E si riparte il 14 giugno con il concerto degli americani Against Me allo stadio di Zagabria. Il 15 giugno si ritorna a Belgrado con Metallica e Slipknot, che poi il 27 giugno suonano anche allo Stadio Radnik di Zagabria (e il 29 anche allo Stadio Euganeo di Padova, in una serata nella quale suoneranno anche i Lostpropheths). Il 16 giugno si va al Krizanke di Lubiana per il concerto dei veterani NoMeansNo. Una pausa di quattro giorni e nella capitale slovena arrivano gli americani Pixies. Accoppiata slovena-croata per Lenny Kravitz: il 22 giugno allo stadio di Lubiana, il giorno dopo allo stadio Radnik di Zagabria, per l’artista che nei giorni scorsi era in Italia per presentare il suo settimo album in studio, intitolato «Baptism»: un disco-tributo - ha detto lo stesso Kravitz, che il 29 maggio sarà al gala di apertura del Festivalbar 2004, all’Arena Civica di Milano, e il 20 giugno parteciperà all’Heineken Jammin’ Festival di Imola - «ai valori essenziali della vita, faticosamente rivalutati dopo un periodo di riflessione e di impegni familiari».

Ma torniamo al calendario. Sempre nella capitale croata, il primo luglio suoni e ritmi tropicali con Senor Coconut and his Orchestra, mentre il 5 luglio arriva David Byrne, che poche settimane fa ha suonato al Teatro Nuovo di Udine.

Si torna in Slovenia. Dal primo al 3 luglio, al Krizanke di Lubiana, si tiene la 45.a edizione del «Jazz Festival Lubiana»: nel cast il Pat Metheny Trio e il Luciano Caruso Quartet (la sera dell’1), Ornette Coleman e Derek Bailey (il 2), Supersilent, l’ottetto di Robert Jukic e il quartetto di Don Byron (il 3).

Il 9 luglio, al Tivoli di Lubiana, fa tappa di tour di Joe Satriani. Il 13 luglio, a Zagabria, suonano i Tartoise. Gran accoppiata allo Stadio Radnik della capitale croata: il 18 luglio c’è Pink, il 20 arriva Santana. E il 29 luglio, all’Arena di Pola, concerto di Eros Ramazzotti, che è popolarissimo anche in Croazia e Slovenia (dove ha già suonato tante volte), e il cui tour mondiale - ieri sera era a Caracas - fa tappa nello stesso mese, il giorno 13, anche allo Stadio Euganeo di Padova.

Per ora fermiamoci qui, avvertendo comunque gli appassionati che i mesi di agosto e settembre prevedono altri grandi nomi in Slovenia, Croazia e dintorni. Per la maggior parte di questi concerti (e relative prevendite dei biglietti), un riferimento a Trieste è quello di RadioAttività, allo 040-304444.

Mentre due siti piuttosto aggiornati sull’argomento sono www.koncerti.net ma anche www.corner.hr/glazba/koncerti.asp (entrambi aggiornati su buona parte dell’Europa centrorientale).

lunedì 10 maggio 2004

Il Festivalbar torna anche quest’estate a Lignano Sabbiadoro. L’Arena Alpe Adria ospiterà infatti la carovana della 41.a edizione della rassegna musicale la sera di venerdì 9 e di sabato 10 luglio: ne verranno fuori, come al solito, tre puntate, in onda su Italia 1 il 13, il 20 e il 27 luglio.

Ma chi vedremo quest’anno al Festivalbar? Grandi novità già al capitolo conduttori: confermato il vj Marco Maccarini, non ci sarà invece Michelle Hunziker, che pure aveva riscosso un buon successo l’estate scorsa. Al suo posto debutta come conduttrice Irene Grandi, che ha già detto: «Mi piaceva l'idea della novità, dell'effetto sorpresa, ma soprattutto mi piaceva l'idea di ritrovare tanti amici conosciuti proprio al Festivalbar, in questi anni, da cantante. Per la prima volta da conduttrice, quel palco è l'ideale perchè mi aiuterà a sentirmi a mio agio, a casa. Comunque non cambio mestiere: sto lavorando al mio prossimo disco».

Con la cantante toscana sulla tolda di comando, sono possibili anche dei duetti eccellenti, nel corso delle varie puntate. Magari con Pino Daniele, con cui la Grandi ha già lavorato in passato, e che è uno dei protagonisti italiani del Festivalbar 2004.

Gli altri? Zucchero, Biagio Antonacci, Giorgia, Piero Pelù, Raf, Articolo 31, Neffa, Mango, Francesco Renga, Paolo Meneguzzi, Gianna Nannini, Le Vibrazioni, Eiffel 65, Alexia. E poi Tiziano Ferro, che si unirà alla compagnia dalla seconda tappa, quella di Catania.

Sì, perchè dopo il gala d’apertura del 29 maggio all’Arena Civica di Milano (primo e 8 giugno su Italia 1, in prima serata), la carovana canzonettara farà tappa nella città dell’Etna il 18 e il 19 giugno: ne verranno fuori tre serate televisive, in onda il 23 e il 29 giugno e il 6 luglio. Dopo la doppia tappa a Lignano Sabbiadoro di luglio, e dopo la consueta pausa agostana, sabato 18 settembre (su Italia 1 il 21 e il 22) gran finale nella consueta cornice dell’Arena di Verona.

Capitolo stranieri. Fra presenze fisse e ospiti ci saranno Janet Jackson, Dido, Lenny Kravitz, Anastacia, Alanis Morissette, Michael Bublè, The Calling, Jet, Outkast, Mousse T, News, Avril Lavigne, i Blue (che eseguiranno anche il brano in italiano «A chi mi dice»), Jamelia, Kevin Lyttle, The Erasmus, Lionel Ritchie, Jamie Cullum, Michael Bublè, Patrice, Christina Milian, gli Aventura. E forse Norah Jones.

Il cast (in totale oltre trenta artisti) sembra dunque all’altezza di quello dell’anno scorso, che ha incoronato trionfatore Eros Ramazzotti, ma non è comunque ultimato. Dice il patron, Andrea Salvetti: «Ci saranno praticamente tutti gli artisti italiani e internazionali al top delle classifiche. E aspettiamo ancora sette-otto ulteriori conferme». Non lo dice, ma il colpo sarebbe riportare al Festivalbar Vasco Rossi.

Intanto, sul debutto incombono le proteste dell'assessore allo sport del Comune di Milano, Aldo Brandirali, che denuncia lo sfratto degli Eurogiochi studenteschi dall'Arena Civica. Salvetti spiega: «Non ho sfrattato nessuno, non ne ho il potere. Abbiamo fatto la nostra richiesta, come in tutte le località, per lo spazio. Le decisioni spettano ai Comuni e quello di Milano avrà ritenuto di voler tenere tutti e due gli eventi nel territorio e ne ha dislocato uno».