giovedì 28 aprile 2022

ADDIO A LUCIANO CESCHIA

 È mancato stamattina all’alba nella sua Trieste Luciano Ceschia, presidente onorario dell’Assostampa Fvg, già segretario generale della Fnsi, già direttore del Piccolo e di altri giornali. Giornalista e sindacalista, aveva 87 anni.

Nel 2017 l’Assostampa Fvg gli aveva assegnato la Targa speciale del San Giusto d’oro. In quell’occasione, nel Municipio di Trieste,  il presidente del sindacato regionale Carlo Muscatello aveva detto: “Con la targa a Luciano Ceschia vogliamo festeggiare i sessant’anni di giornalismo e impegno sindacale di un collega che, pur avendo salito tutti i gradini della carriera professionale fino a diventare direttore di giornali, non ha mai dimenticato l’altra sua anima, quella appunto sindacale, che lo ha portato fra l’altro a essere per dieci anni segretario generale della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani. Un esempio per tutti i colleghi, in un momento di forte crisi dei corpi intermedi e di disaffezione delle giovani generazioni dal sindacato”. 

Da grande giornalista qual era, qualche anno fa si era scritto da solo il suo necrologio. Affidandoci due paginette che qui riportiamo.

                                                                                                               

 

Ecco il nuovo profilo - curriculum: non si sa mai possa servire, magari per eventi allegri. Ciao, Luciano

 

CESCHIA Luciano

Nato a Trieste il 13 dicembre del 1934 da famiglia di origine istriana e friulana. Residente in Istria  dal ’41 al ’48 (Buie, Momiano e Capodistria - liceo Combi), e pertanto in possesso del decreto prefettizio che lo dichiara “profugo”. 

Al rientro a Trieste dirigente nelle organizzazioni giovanili di Mons. Edoardo Marzari (esponente dell’antifascismo triestino, torturato dai nazisti). 

Presidente del Circolo studenti medi triestini anche durante le cruente giornate del 1953. 

Iscritto alla Dc, inizialmente delegato provinciale dei giovani e quindi dirigente provinciale, iscrizione che non rinnovò al momento della nomina ai vertici della Federazione della stampa, pur mantenendo rapporti di solidarietà e amicizia con esponenti locali e nazionali dell’area morotea ( tra gli altri Belci, Bodrato, Anselmi). 

Promotore e direttore di due giornali per giovani.

Il primo ricordo della vita: la manifestazione nella piazza Unità di Trieste il 18 settembre del 1938 nel corso della quale Mussolini annunciò le leggi razziali.

Giornalista professionista dal 1958. 

Due anni di lavoro precario (dal giugno 1955) al Piccolo di Trieste.   ­

    Redattore e caposervizio nelle redazioni provinciali di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone del Gazzettino di Venezia dal 1958 al 1966. 

    Fu tra i primi giornalisti  triestini a fare negli anni ’60 servizi da inviato in Istria che aveva  lasciato da profugo nel 1948, riallacciando fra l’altro i rapporti, tuttora molto intensi, con la comunità degli italiani rimasti;

Dipendente Rai per 14 anni dal 1966: ha operato nella sede regionale del Friuli Venezia Giu1ia e, nel decennio '70 - '80, a Roma (giornale radio, a Radiosera dove si realizzò il primo esperimento dei giornalisti “in voce”); tra l'altro capo redattore centrale, con direttore Sergio Zavoli;

Per tre anni direttore del Piccolo di Trieste ('81 - '83) e per sei anni direttore dell'Alto Adige di Trento e Bo1zano ('84 – ‘89). 

Dirigente (segretario) negli anni ’60 del sindacato giornalisti del Friu1i-Venezia Giu1ia. Eletto consigliere nazionale della Fnsi nel 1968; segretario per oltre un anno del Sindacato nazionale giornalisti Rai. 

   Per oltre nove anni segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana nel  decennio '70 - '80, caratterizzato anche dal fenomeno terroristico contro i giornalisti: collaborò con il ministero degli Interni (tra l’altro con il ministro Cossiga) nella protezione dei colleghi minacciati dalle Br ma rifiutò sempre la scorta.

Ha firmato 5 contratti nazionali di lavoro giornalistico che hanno esteso  la partecipazione dei Comitati di redazione nella vita delle aziende; è stato tra l’altro introdotto il parere consultivo delle assemblee redazionali sulla nomina del direttore. 

Molte le iniziative, anche clamorose, per la difesa delle testate giornalistiche, come     l’occupazione del quotidiano la Gazzetta del popolo di Torino, diventata cooperativa, e del Telegrafo-Tirreno che l’editore Monti voleva chiudere e che, dopo una lunga vertenza, venne acquisito dal Gruppo Espresso, primo della rete dei piccoli giornali del Gruppo. 

All’epoca esistevano due organizzazioni internazionali dei giornalisti, una per l’est,   l’altra per l’ovest, alle quali la  Federazione italiana non   aderiva. Sfruttando questa posizione la Fnsi organizzò a Capri per quattro anni consecutivi incontri internazionali che furono l’anticamera del disgelo. 

Ha promosso (con la collaborazione di esponenti dei partiti dell’arco costituzionale e dei più accreditati giuristi) la prima legge per interventi organici a favore dell’editoria che  ha anche introdotto speciali tutele per i giornali in cooperativa e delle minoranze etniche: tra questi il Primorski Dnevnik, espressione della minoranza slovena.

Attualmente Consigliere nazionale di diritto della Fnsi e presidente onorario dell’Associazione stampa regionale del Friuli Venezia Giulia.

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Consigliere e assessore per oltre tre anni al Comune di Trieste alla fine degli anni ’60.             

Ha guidato nel 1968 le celebrazioni indette nella ricorrenza dei 50 anni di appartenenza di Trieste allo Stato italiano.

Amministratore dell’istituto di previdenza dei giornalisti Inpgi, della cassa autonoma Casagit (di cui nel 1974 è stato cofondatore) e dell'Ente cellulosa e carta.

Negli anni ’90, rientrato in Rai, è stato Amministratore delegato e direttore generale della casa editrice Nuova Eri Edizioni Rai (proprietaria delle riviste Radiocorriere, Moda e King) con sedi a Roma, Milano e Torino, e  Direttore generale della  Fonit Cetra di Milano, entrambe proprietà al 100 per cento della Rai.     

 

Cofondatore e membro del direttivo della Scuola superiore di giornalismo radiotelevisivo della Rai nei primi anni di attività.

 

Ha collaborato per molti anni a livello regionale e nazionale con il Sindacato pensionati italiani della Cgil nel settore  della comunicazione.

Nel 1974 è stato nominato Commendatore.

mercoledì 20 aprile 2022

DOMANI RICORDO GABER A TRIESTE

 Sarà dedicato a Giorgio Gaber l’incontro di venerdì 22 aprile, alle ore 17.30 in sala Alessi del Circolo della Stampa (corso Italia 3, primo piano).

Nel 2020 sono stati ricordati i cinquant’anni del Teatro–Canzone di Giorgio Gaber. Protagonista indiscusso non solo dello spettacolo, ma anche della cultura del nostro Paese, Gaber continua ad essere un punto di riferimento artistico e intellettuale per varie generazioni di persone che ne hanno apprezzato il talento, l’intelligenza e l’onestà intellettuale.

Anche Trieste, che ha da tempo dedicato all’Artista una piazza a fianco del prestigioso Teatro Rossetti, vuole continuare a ricordarlo.

In questa occasione è “Il Circolo della Stampa” a promuovere un incontro aperto alla città e condotto da Marina Valenta, ex Direttrice del Teatro Verdi di Padova; Paolo Dal Bon, Presidente della Fondazione Gaber e Carlo Muscatello, giornalista e critico musicale, Presidente di Assostampa e amico personale di Gaber. Come ormai tradizione nelle iniziative promosse dalla Fondazione Gaber, nel corso dell’incontro l’Artista sarà ricordato anche attraverso vari contributi filmati riferiti alla sua prestigiosa e indimenticata attività televisiva e soprattutto teatrale. Interverrà Antonio Schiavulli che leggerà il testo del monologo di Gaber “Il Successo”, scritto da Gaber.

Nel corso dell’incontro, proprio a partire da questi filmati appositamente realizzati per l’iniziativa, verranno sviluppati alcuni temi principali attorno ai quali Gaber e Luporini hanno offerto una riflessione ampia e approfondita.

Sarà sorprendente notare quanto le riflessioni in prosa e musica di Giorgio Gaber siano tuttora attuali e utili per affrontare la realtà che ci circonda a partire da angolazioni originali e quindi non omologate a forme di pensiero scontate e precostituite.

I relatori inoltre porteranno la loro testimonianza anche a partire dal rapporto diretto e personale che ciascuno di loro ha avuto con l’Artista.

Marina Valenta, per anni direttrice del Teatro Verdi di Padova, tante volte e per molte repliche ha ospitato gli spettacoli di Gaber. Sarà interessante il suo racconto dello straordinario rapporto che Giorgio aveva con il pubblico teatrale dagli abbonati ai giovani dinamici e impegnati.

Paolo Dal Bon è stato per vent’anni stretto collaboratore organizzativo e amministrativo di Gaber e ora Presidente della Fondazione a lui titolata. Sarà a disposizione non solo per raccontare la sua lunga esperienza, ma anche per rispondere alle domande e alle curiosità del pubblico presente.

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Carlo Muscatello: “Il legame fra Gaber e Trieste è sempre stato stretto, a partire dal fatto che suo padre, Guido Gaberscik, era nato nel 1903 proprio nella città di San Giusto, allora Austria Ungheria, da famiglia originaria della zona goriziana slovena. Tanti decenni dopo, l’artista ha portato tanti suoi spettacoli a Trieste: la prima volta assieme a Mina, nella storica tournée in coppia del 1970, poi per un ventennio con quasi tutti i titoli del suo teatro canzone. Anche per questi motivi anni fa il tratto di viale XX Settembre antistante il Politeama Rossetti gli è stato intitolato”.

“Ho avuto il privilegio di conoscere Giorgio Gaber intervistandolo tante volte per il giornale Il Piccolo e un paio di volte in pubblico, prima dei suoi spettacoli, a Trieste e Udine. Una soddisfazione doppia, considerando il fatto che l’artista per tanti anni era stato restio a concedere interviste. In quelle occasioni ho avuto l’opportunità di conoscere meglio l’artista e anche l’uomo. Che se n’è andato troppo presto…”.