lunedì 21 dicembre 2020

PREMIO TENCO 2020 A VASCO, STING E MOLLICA

  Vasco Rossi, Sting e Vincenzo Mollica (operatore culturale) sono i vincitori del PREMIO TENCO 2020, il riconoscimento assegnato dal 1974 alla carriera degli artisti che hanno apportato un contributo significativo alla canzone d'autore mondiale. Le tipologie del premio sono due: per cantautori e per operatori culturali. 

I nomi delle due icone che hanno fatto la storia della musica, annunciati oggi in conferenza stampa, rendono unico il prestigioso cast del “Tenco2020”, lo speciale Tv in onda lunedì 28 dicembre in seconda serata su Rai3, impreziosito dalle esibizioni degli artisti registrate al Teatro Ariston e in alcune location di Sanremo.

 LO SPECIALE TV - Il programma, condotto da Pino Strabioli e Gino Castaldo,vedrà la consegna delle Targhe Tenco e dei Premi Tenco 2020.  Con un filo conduttore che racconta in sottofondo le origini e le radici dello storico Club Tenco e della Rassegna della canzone d’autore (Premio Tenco), quest’anno sospesa come molte manifestazioni per l’emergenza sanitaria, ci saranno immagini inedite di archivio, ma anche esibizioni uniche ed esclusivecome il Premio Tenco ha abituato negli anni. Sarà Morgan, accompagnato dal suo pianoforte, ad aprire lo speciale con la tradizionale sigla della rassegna, il brano Lontanto Lontano di Luigi Tenco che ogni anno viene interpretato da un cantautore.

 

A ricevere il premio quest’anno anche un artista internazionale d’eccezione, Sting, autore di brani entrati nella storia della musica mondiale. Sting, che ha da poco pubblicato September, singolo collaborativo con l’amico e collega Zucchero, uscirà a marzo 2021 con il suo nuovo album “Duets”, ennesima dimostrazione del suo ruolo centrale nella musica internazionale. Per il Tenco si esibirà con Zucchero proprio in un’inedita versione acustica di SeptemberOltre ai tre vincitori del Premio Tenco 2020 saranno presenti, quindi, tutti i vincitori delle Targhe Tenco 2020.

Al ritorno in TV del Premio Tenco, non poteva mancare Francesco Guccini che quest’anno è stato protagonista delle Targhe Tenco 2020 con Note di viaggio - Capitolo 1: venite avanti…: una raccolta di sue canzoni scelte dallo stesso cantautore, prodotto da Mauro Pagani, che ha vinto il riconoscimento per l’Album a progetto. In rappresentanza di tutti gli artisti che hanno preso parte al lavoro discografico, sul palco salirà Francesco Gabbani che interpreterà Quattro stracci. Brunori Sas che, con Cip! si è aggiudicato la Targa Miglior Album, proporrà dal Teatro Ariston Al di là dell’amore. Quindi Tosca, che quest’anno ha ricevuto due Targhe Tenco: Miglior Canzone con Ho amato tutto scritta da Pietro Cantarelli e Miglior Interprete con Morabeza. Paolo Jannacci che con Canterò ha vinto la Targa Opera Prima e la Nuova Compagnia di Canto Popolare con Napoli 1534. Tra moresche e villanelle, Targa Album in Dialetto

 La Targa Album a progetto quest’anno ha ottenuto un ex aequo con Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero prodotto da Mimmo Ferraro di Squilibri EditoreA nome degli artisti che hanno preso parte al progetto si esibiranno Vittorio De Scalzi con Tra poco è giorno e Gigliola Cinquetti con Alessandro D’Alessandroin Periferia.

 Il Premio Tenco operatore culturale Vincenzo Mollica porterà alla memoria alcuni dei momenti più importanti e curiosi delle prime edizioni della Rassegna nel suo stile di racconto che tanto lo ha reso celebre e amato in Italia.

 Per la prima volta, inoltre, è stato istituito il Premio GrupYorum in omaggio all’omonima band turca impegnata sia politicamente che socialmente e perseguitata dal regime di Erdogan, che ne ha proibito qualunque concerto e ha incarcerato alcuni dei suoi membri. Tre di questi sono morti dopo quasi un anno di sciopero della fame. È proprio a loro nome e a quello dei moltissimi cantautori e musicisti perseguitati dalle dittature, che è rivolto il Premio. Il Premio GrupYorum, in collaborazione con Amnesty International, sarà consegnato al cantautore e musicista egiziano rifugiato politico in Finlandia, Ramy Essam.

 

LE MOTIVAZIONI DEI PREMI TENCO 2020

 

VASCO ROSSI

“Non si tratta solo di una vita dove non arrivano gli ordini a insegnarti la strada buona. Di spericolato e continuamente provocatorio c’erano quelle parole semplici capaci di rifondare il linguaggio poetico del rock e quella voce capace di parlare direttamente alla pelle. Per mostrarci, senza tante teorizzazioni, come, attraverso l’emozione momentanea della parola e l’evocazione del suono, sia possibile raccontare le proprie emozionanti vicende quotidiane trasformandole magicamente in esperienze collettive”.

 

STING

“Irrompendo sulla caotica scena della musica punk, se ne è ben presto distaccato imponendo canzoni dall’inconfondibile personalità, basate su costruzioni armoniche raffinate, sonorità limpide e testi accattivanti. Ha saputo conferire alla musica rock i crismi e i fascini della classicità”.  

 

VINCENZO MOLLICA

“Funambolo della notizia, con vista da rapace ha saputo individuare ogni minimo segnale proveniente dal magmatico mondo della canzone d’autore. E ne ha sempre colto, con immediatezza e puntualità da far impallidire ogni cittadino elvetico, il valore artistico e la potenziale importanza mediatica. Multisensoriale dell’arte, ha voluto sempre fondere la magia dell’ascolto alle evocazioni del mondo delle immagini, provenissero dal palcoscenico, dal cinema o dalle arti figurative. Senza di lui, anche il Club Tenco non avrebbe conosciuto ed esplorato la vasta geografia degli incontri artistici che hanno caratterizzato la sua storia”.


martedì 8 dicembre 2020

JOHN LENNON, QUARANT’ANNI FA / da Articolo 21

 di Carlo Muscatello


Quarant’anni senza John Lennon, quarant’anni che l’ex Beatle è stato ucciso. Ma a pensarci bene, in tutto questo tempo, il mondo non si è mai sentito orfano della musica, delle idee, delle speranze che il più geniale dei Fab Four ha saputo esprimere nella sua breve vita.

Perchè se Elvis Presley - distrutto a quarantadue anni, nel ’77, da cibo, farmaci, droghe ed eccessi vari - è stato l’inventore e il re del rock, Lennon e i Beatles (nel 2001 è morto anche George Harrison, dunque oggi sono in vita solo Paul McCartney e Ringo Starr) hanno cambiato musica e costume del Novecento.

Aveva appena quarant’anni, quella sera dell’8 dicembre 1980 quando il destino gli mise davanti la follia omicida di Mark David Chapman. C’era stato un prologo. Poche ore prima dei cinque colpi di pistola, il suo assassino gli strinse la mano e si fece autografare una copia del suo album ”Double Fantasy”, appena uscito. Davanti al Dakota Palace, l’abitazione newyorkese di Lennon affacciata su Central Park, c’era anche un fotografo, tale Paul Goresh, che immortalò la scena in uno scatto rimasto storico: l’assassino e la sua vittima.

Chapman - che in tutti questi anni ha chiesto più volte la libertà provvisoria, ma è ancora in galera - quella sera rimase in attesa per quattro ore. Aveva con sé una copia del “Giovane Holden”. Poco prima delle 23, quando vide John rientrare assieme a Yoko Ono, lo chiamò e gli disse: «Ehi, mister Lennon. Sta per entrare nella storia...».

Quattro dei cinque proiettili calibro 38 colpirono l’artista, uno trapassò l’aorta. Lennon fece qualche passo, prima di cadere. Poi l’inutile corsa al Roosevelt Hospital, dove fu dichiarato morto alle 23.09. Non erano ancora tempi di internet, facebook e twitter e compagnia delirante, ma la notizia fece il giro del mondo in pochissimo tempo, suscitando ovunque autentica commozione. I primi flash d’agenzia, i notiziari radio e tv, i raduni spontanei di giovani e meno giovani nelle strade di mezzo mondo...

C’era forse la consapevolezza, fra milioni di persone, che quella morte segnasse per davvero la fine di un’epoca. L’epoca della musica che portava in sé l’illusione di poter cambiare il mondo, incrociandosi con i movimenti giovanili nati negli anni Sessanta e Settanta. Se Woodstock, nell’agosto del ’69, aveva chiuso la stagione della controcultura giovanile, il sogno della ”nazione alternativa”, di un mondo diverso e migliore grazie anche alla musica, la morte di Lennon (che nel ’70 aveva cantato ”The dream is over”, il sogno è finito, verso riferito in prima battuta solo allo scioglimento dei Beatles...) chiude la saracinesca ai sogni, agli ideali, se vogliamo alle utopie dei due decenni precedenti. E milioni di persone in tutto il mondo lo capirono perfettamente.

Perchè John Lennon non fu soltanto il protagonista - soprattutto assieme al suo alter ego creativo McCartney - di quella straordinaria avventura chiamata Beatles, che in soli otto anni di produzione discografica, dal ’62 di ”Love me do” al ’70 di ”Let it be”, ha cambiato dalle fondamenta la musica, il costume e se vogliamo anche la cultura della seconda metà del cosiddetto secolo breve.

Soprattutto dopo lo scioglimento del gruppo, il suo sincero impegno civile e politico, non solo con i ”bed in” e le manifestazioni per la pace, ne fecero anche un protagonista della vita pubblica. E l’essersene andato così presto lo ha reso ”forever young”, per sempre giovane, quasi immortale. Risparmiandogli i rischi di una sicura decadenza fisica e di un possibile (nel suo caso, forse improbabile...) tramonto creativo.

Senza la follia omicida di Chapman, chissà come sarebbero andate le cose. Di certo, allora, di quei quattro, Lennon era forse il più creativo e geniale, di certo il più carismatico e trasgressivo e politico, in anni in cui il mondo sembrava dovesse cambiare radicalmente di lì a poco. Sappiamo che non è andata così. O meglio: il cambiamento non è andato nella direzione allora sperata.

Ma la grande importanza del poeta di ”Imagine” e dei quattro ragazzi di Liverpool non è mai stata in discussione. Oggi John Lennon verrà ricordato in tutto il mondo. A Londra, nella sua Liverpool, nella sua New York. Dove dal 9 ottobre 1985, giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, quel pezzetto di Central Park dinanzi al Dakota Palace - nell’Upper West Side - si chiama ”Strawberry Fields”, proprio come una delle tante, inarrivabili canzoni dei Beatles.

Lì, ogni giorno, c’è qualcuno che si ferma attorno al grande mosaico circolare di pietre grigie e nere che formano per terra la parola “Imagine”. E qualche giovane o vecchio ragazzo con la chitarra strimpella le canzoni dei Beatles - ormai musica classica - con un cappello appoggiato per terra. Oggi quell’area, nonostante la pandemia, sarà piena di fiori e di candele accese. Per ricordare un grande del Novecento. Per ricordare John Lennon.

martedì 17 novembre 2020

PREMIO TENCO 2020 SOLO SU RAITRE

La consegna delle Targhe Tenco e dei Premi Tenco andrà in onda in tv. Alla luce delle nuove disposizioni governative per il contenimento del Covid-19, con le ristrettezze negli spostamenti e con l’impossibilità di ospitare il pubblico in sala, il Club Tenco ha pensato di caratterizzare il Premio Tenco 2020 con l’esclusiva celebrazione dei riconoscimenti che avverrà via etere.  

 

Un modo per arrivare direttamente e in sicurezza nelle case degli spettatori attraverso uno speciale su Rai3 che andrà in onda nei prossimi mesi. 

 

Le registrazioni verranno effettuate il 19, 20 e 21 novembre, giorni inizialmente destinati alla manifestazione dal vivo e la location sarà, come sempre, Sanremo ma oltre al Teatro Ariston ci saranno anche altri luoghi caratteristici della città dei fiori. 

 

Quest’anno, inoltre, è stato istituito il Premio GrupYorum in omaggio alla omonima band turca impegnata politicamente e socialmente e perseguitata dal regime di Erdogan, che gli ha proibito qualunque concerto e ha incarcerato alcuni dei suoi membri. Tre di questi sono morti dopo quasi un anno di sciopero della fame. È a nome loro e a quello di tutti quei cantautori e musicisti, e sono moltissimi nel mondo, che sono perseguitati dalla dittatura, che è rivolto il Premio. 

 

Il nuovo report di Freemuse, organizzazione francese che documenta i casi di censura musicale e artistica nel mondo, ad aprile 2020, conta un'analisi approfondita di 711 atti di violazione della libertà artistica nel 2019 in 93 paesi.  

 

Il Premio GrupYorum sarà consegnato al cantautore e musicista egiziano Ramy Essam con la seguente motivazione.

 

«Grazie anche alla canzone “vattene” rivolta a Mubarak, è stato l’emblema musicale delle manifestazioni del 2011 in piazza Tahrir al Cairo durante le quali è stato anche arrestato e torturato.  È stato oppositore sia del governo islamista Morsi e, dopo il tentativo di costui di impadronirsi dei pieni poteri attraverso una riforma costituzionale, anche di quello del generale golpista al-Sisi. Le continue canzoni contro la censura e le repressioni, lo hanno costretto nel 2014 all’esilio da dove ha continuato a battersi in difesa degli oppositori arrestati, tra cui il regista Shady Habash, morto nelle carceri egiziane due anni dopo l’arresto, mentre era ancora in attesa di processo».

 

Ricordiamo che i vincitori delle Targhe Tenco 2020 sono: Brunori Sas (Cip!) per il Miglior album in assolutoPaolo Jannacci (Canterò) per la miglior Opera PrimaTosca si è aggiudicata la Targa Interprete di canzoni con l’album Morabeza e la Targa Miglior Canzone con Ho amato tutto (scritta da Pietro Cantarelli); la Nuova Compagnia di Canto Popolare (Napoli 1534. Tra moresche e villanelle) ha vinto la Targa per il miglior Album in Dialetto. Ex aequo per la Targa Album Collettivo a Progetto andata a Note di viaggio - Capitolo 1: venite avanti… e Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero.

mercoledì 4 novembre 2020

FNSI: SI RIAPRE LA PARTITA DEI CONTRATTI NONOSTANTE L’EMERGENZA SANITARIA / da newsletter Ordine giornalisti fvg


di Carlo Muscatello*

Mentre la pandemia non concede tregua e si abbatte anche sulle nostre redazioni (un abbraccio e un augurio affettuoso ai colleghi di Primorski e Piccolo...), il sindacato dei giornalisti continua fra mille difficoltà il suo lavoro. Nei giorni scorsi la Fnsi ha firmato un nuovo contratto con l’Associazione nazionale delle testate online (Anso) e la Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc).  E nelle stesse ore ha ripreso il dialogo con la Fieg, che si era interrotto con l’inizio della pandemia.

Ma andiamo per ordine. L’accordo con Anso e Fisc, che ha validità dal primo novembre 2020, è propedeutico alla sottoscrizione di un contratto collettivo di settore che le parti si sono impegnate a definire entro il 30 giugno 2021. Un accordo che si è reso necessario per non lasciare senza regolamentazione contrattuale le aziende che applicavano il contratto collettivo Uspi-Fnsi, che ha cessato di produrre effetti il 30 maggio scorso.

“Si apre - ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – una fase di ampia collaborazione con le organizzazioni rappresentative di un settore editoriale che necessita di uno strumento contrattuale adeguato alla dimensione e alle esigenze produttive delle aziende. L'obiettivo è far emergere e favorire l'occupazione giornalistica, riconoscendo diritti e tutele in un quadro di sostenibilità. L'accordo raggiunto è soltanto un primo passo, reso possibile dalla serietà e dal senso di responsabilità di tutti gli interlocutori”.

E siamo al secondo punto. Per il rinnovo del contratto Fnsi-Fieg c’è stato in queste settimane un tentativo di accelerazione da parte degli editori, dovuto probabilmente all’esigenza di supportare la loro richiesta di contributi presentata al governo. Il crollo della carta prosegue, la situazione complessiva del settore è sempre più difficile, gli editori segnalano di avere dei costi che non riescono più a sostenere. Dunque chiedono innanzitutto flessibilità ed elasticità, puntando a una sostenibilità dei costi (nel mirino ci sono anche le domeniche...) che potrebbe passare attraverso un contratto ponte di dodici mesi, finiti i quali si passerebbe alla trattativa vera e propria per il rinnovo.

La lista della spesa che la Fieg ha presentato al governo è lunga. Sgravi di tutti i tipi, soldi per (ulteriori) prepensionamenti, fondi persino per incentivare gli esodi.

Il sindacato dei giornalisti - che di flessibilità ed elasticità ne ha già concesse in passato - punta innanzitutto alla difesa del contratto e chiede impegni per l’occupazione regolare, anche per contribuire a rimettere in sesto i conti disastrati dell’Inpgi, che sta per presentare l’ennesimo disavanzo-monstre.

E poi c’e la partita dell’equo compenso da riaprire: il governo vorrebbe eliminare i co.co.co usati in maniera indiscriminata dagli editori, che pretendono da sempre mani libere nei rapporti con i collaboratori, vero anello debole della catena. E ancora la lista di attesa sempre più lunga per l’ex fissa, il cui debito nel frattempo è salito a 125 milioni. E infine le nuove figure da utilizzare per il digitale richieste dalla controparte datoriale, sulle quali è necessario un confronto serio.

Tutti temi che andranno affrontati con senso di responsabilità al tavolo delle trattative.


*presidente Assostampa Fvg


martedì 3 novembre 2020

SAN GIUSTO D’ORO 2020 AD ANDREA SEGRÈ, TARGA SPECIALE A GIOVANNA BOTTERI

 Il San Giusto d'oro 2020 va ad Andrea Segrè, la targa speciale a Giovanna Botteri. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, che organizza il premio - nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 54.a edizione - con la collaborazione del Comune di Trieste e il sostegno della Fondazione CrTrieste.

"Con il premio ad Andrea Segrè - spiega Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg - vogliamo riconoscere e sottolineare l’intuizione e l’importante lavoro svolto in questi anni dal docente e ricercatore triestino, che partendo dal suo lavoro all’Università di Bologna ha contribuito a fare della lotta agli sprechi alimentari e della difesa dell’ambiente un tema di rilievo internazionale. È partito da un dato di fatto: a fronte di oltre 800 milioni di persone che nel mondo soffrono ancora la fame, quasi un terzo del cibo viene sprecato senza nemmeno arrivare in tavola. Uno spreco eticamente non accettabile che è anche un problema ambientale, essendo fra i responsabili del surriscaldamento globale. L’intuizione di Segrè, figlia degli insegnamenti ricevuti in famiglia dalla nonna lussignana e in sintonia con il magistero di Papa Francesco, assume ulteriore valore in questi tempi drammatici di pandemia, che con l’emergenza sanitaria sta portando con sé anche quella economica e sociale”.

“Con la targa speciale a Giovanna Botteri - aggiunge il presidente di Assostampa Fvg - premiamo il lavoro di una collega giornalista nata a Trieste, che qui ha mosso i primi passi di una carriera che l’ha portata a essere testimone dei grandi avvenimenti internazionali degli ultimi decenni. Le guerre nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq, gli anni della presidenza Obama e di quella Trump, e poi l’arrivo in Cina proprio all’esplodere della pandemia che ha cambiato il mondo, raccontando agli italiani con due mesi di anticipo quello che poi sarebbe purtroppo accaduto anche nel nostro Paese. Giornalista dell’anno e volto tv popolare in questo drammatico 2020, Botteri ha sempre raccontato i fatti con sensibilità, senza indulgere a facili protagonismi, ponendosi dalla prospettiva della gente comune. E non dimenticando mai quel tocco di femminile triestinità di chi ha girato il mondo ma non ha dimenticato la propria città e le proprie origini”.

“L’edizione 2020 del San Giusto d’oro - conclude Muscatello - è doverosamente dedicata a tutti i nostri operatori sanitari, impegnati in questi drammatici mesi nella lotta alla pandemia, per la salute e la vita delle persone”.

La cerimonia di consegna del premio e della targa si terrà nella prima metà di dicembre nell’aula del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, stante l’inagibilità della tradizionale sede del Municipio triestino.

venerdì 16 ottobre 2020

SOTTOSEGRETARIO MARTELLA A RONCHI (ansa)

 

Editoria: Martella, risorse per riforma saranno all'altezza 
'Per settore questa è sfida da non perdere' 

(ANSA) - TRIESTE, 16 OTT - Le risorse impegnate non sono ancora state quantificate, "ma saranno all'altezza dell'ambizione del progetto. Per un settore da anni in crisi strutturale con una situazione aggravata dalla pandemia è una sfida da non perdere. Anzi da vincere". Lo ha detto il sottosegretario all'Informazione ed editoria, Andrea Martella, parlando della riforma dell'editoria con i presidenti di Ordine e Assostampa Fvg Cristiano Degano e Carlo Muscatello, a margine dell'inaugurazione di un murales in ricordo di Daphne Caruana Galizia oggi a Ronchi dei Legionari (Gorizia).
Per soccorrere l'editoria, secondo Martella, - riporta una nota di Assostampa e Odg - vanno stabilizzate una serie di misure già in atto come il credito di imposta per gli investimenti pubblicitari, il bonus fiscale per i servizi digitali e le spese di connessione, l'estensione e l'incremento fino a 4 mila euro del tax credit per le edicole e per i distributori che raggiungono i Comuni con meno di 5000 abitanti, ma anche il credito di imposta per la carta e la forfettizzazione delle rese dei giornali. Perché se la pandemia ha ulteriormente aggravato la crisi, è vero anche che "ha contribuito a rafforzare la domanda di un'informazione accurata, di qualità, affidabile e pienamente accessibile alla popolazione". Da qui l'obiettivo del Governo, anche con l'aiuto dei fondi europei, di "tutelare il lavoro dei giornalisti" e sostenere le imprese, accompagnando il settore verso una trasformazione.
All'incontro era presente fra gli altri anche il presidente della Fnsi Beppe Giulietti. Degano e Muscatello hanno concordato con Martella un prossimo incontro pubblico a Trieste per approfondire i contenuti della riforma dell'editoria. (ANSA).

murales di giornali ricorda Daphne Caruana Galizia
Inaugurata opera a 3 anni morte. 'Dedicata a informazione leale' 
TRIESTE 
(ANSA) - TRIESTE, 16 OTT - Un'immagine di Daphne Caruana Galizia realizzata con gli articoli di giornale riferiti al suo omicidio e ad altri casi di giornalisti assassinati o minacciati. E' il murales inaugurato oggi, alla presenza tra gli altri del sottosegretario all'Editoria, Andrea Martella, a Ronchi dei Legionari (Gorizia), a tre anni dalla morte della reporter investigativa, dilaniata dall'esplosione di una bomba piazzata a bordo della sua auto.
Il murales, promosso dall'associazione Leali delle Notizie con il sostegno della Fnsi, è dedicato a lei e a tutti i giornalisti, operatori e addetti dell'informazione che hanno perso la vita per aver fatto il loro lavoro. L'opera è stata realizzata tra il 19 e il 20 settembre dall'artista Massimo Racozzi sul muro della pensilina della fermata dei mezzi pubblici in via Dante. "La tecnica utilizzata - spiega l'autore - si avvale di articoli e pezzi di giornale riferiti all'omicidio di Daphne e ad altri casi di giornalisti assassinati, avvelenati o minacciati. Questi ritagli sono stati tinti in una tonalità di grigio e sono stati incollati con acqua e vinavil sulla parete, come un manifesto. Strato dopo strato, articolo dopo articolo, ha preso la forma dell'immagine di Daphne, mentre in basso a sinistra è stata inserita la frase 'Di' la verità anche se la tua voce trema' con i caratteri giornalistici".
"Il murales - spiega il presidente dell'associazione, Luca Perrino - è dedicato a Daphne 
ma vuole essere un omaggio a tutti i giornalisti, operatori e addetti dell'informazione che hanno perso la loro vita per aver voluto assicurare un'informazione veritiera e leale. Quest'opera rientra inoltre negli obiettivi e principi a cui si ispira la nostra associazione, che si sta battendo per la libertà di stampa e di espressione". (ANSA).

INCONTRO A TRIESTE CON SOTTOSEGRETARIO MARTELLA

  

A margine dell‘inaugurazione del murales in ricordo di Daphne Caruana Galizia nel terzo anniversario del suo assassinio, i presidenti di Ordine e Assostampa Fvg Cristiano Degano e Carlo Muscatello hanno incontrato stamattina a Ronchi dei Legionari (Gorizia) il sottosegretario all’informazione e all’editoria Andrea Martella. Dopo una breve illustrazione delle criticità e specificità del settore nel Friuli Venezia Giulia, regione autonoma contraddistinta fra l’altro dalla presenza di minoranze linguistiche, i due rappresentanti della categoria hanno concordato con il membro del governo un prossimo incontro pubblico a Trieste per approfondire i contenuti della riforma dell’editoria prossimamente all’esame del governo. 

Secondo il sottosegretario, le risorse impegnate non sono ancora state quantificate, "ma saranno all'altezza dell'ambizione del progetto. Per un settore da anni in crisi strutturale con una situazione aggravata dalla pandemia è una sfida da non perdere. Anzi da vincere". Per soccorrere l'editoria, secondo Martella, vanno stabilizzate una serie di misure già in atto come il credito di imposta per gli investimenti pubblicitari, il bonus fiscale per i servizi digitali e le spese di connessione, l'estensione e l'incremento fino a 4 mila euro del tax credit per le edicole e per i distributori che raggiungono i Comuni con meno di 5000 abitanti, ma anche il credito di imposta per la carta e la forfettizzazione delle rese dei giornali.

Perché se la pandemia ha ulteriormente aggravato la crisi, è vero anche che "ha contribuito a rafforzare la domanda di un'informazione accurata, di qualità, affidabile e pienamente accessibile alla popolazione". Da qui l'obiettivo del governo, anche con l'aiuto dei fondi europei, di "tutelare il lavoro dei giornalisti" e sostenere le imprese, accompagnando però l'intero settore verso una necessaria trasformazione.

All’incontro di Ronchi - con Degano e Muscatello - erano presenti fra gli altri il presidente della Fnsi Beppe Giulietti, la rappresentante del Sindacato europeo dei giornalisti Anna Del Freo, la coordinatrice di Articolo 21 Fvg Fabiana Martini, la segretaria del Sindacato giornalisti Veneto Monica Andolfatto, il presidente dell’Assostampa lombarda Paolo Perucchini.

 

venerdì 2 ottobre 2020

DA 1 A 4-10 A TRIESTE “LINK”, FESTIVAL GIORNALISMO

 


Si svolge da oggi a domenica 4 ottobre a Trieste, in piazza Unità, la 7.a edizione di “Link”, il Festival del buon giornalismo. Quattro giornate nelle quali si alterneranno talk, incontri e interviste con i protagonisti dell’informazione, della cultura e dell’economia. Organizzato da Prandicom e promosso in partnership con Fincantieri, con la collaborazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste, della Fondazione CRTrieste e di Crédit Agricole Friuladria, Link Festival è curato da Francesca Fresa e realizzato sotto l’egida della Fnsi e dell’Ordine dei Giornalisti, con la Rai main media partner.

 

GIOVEDÌ 1 OTTOBRE

Prosegue la storica collaborazione di Link Festival con Fondazione Pordenonelegge, che si concretizza nell’assegnazione e consegna del Premio Crédit Agricole Friuladria “Testimoni della Storia” a Giovanni Minoli nella serata inaugurale del festival, giovedì primo ottobre alle 19 nella Fincantieri Newsroom.  Consegnerà il premio Carlo Piana, direttore generale Crèdit Agricole Friuladria e subito dopo Minoli sarà protagonista di un dialogo con il direttore del quotidiano Il Gazzettino Roberto Papetti, sui temi dell’attualità, introdotto dalla curatrice di pordenonelegge Valentina Gasparet.  

 

VENERDÌ 2 OTTOBRE

In questi mesi l’Occidente ha quasi scordato una questione che l’aveva messo in ginocchio, quella legata al terrorismo: come evolverà la strategia delle organizzazioni armate di tutto il mondo, e in particolare del jihadismo, nelll’anno che ha messo in scacco il pianeta? Lo spiega a Link Marta Serafini, fresca autrice per Solferino del saggio “L’ombra del nemico” che presenterà insieme adAndrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, in apertura della seconda giornata di festival alle 10nella Fincantieri Newsroom.

Subito dopo, alle 11, in anteprima nazionale a Link il giornalista e filmaker Stefano Liberti, Premio Luchetta 2008, presenterà – in dialogo con la giornalista della Tgr Fvg Marinella Chirico – il nuovo saggio “Terra bruciata, come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia e la nostra vita” (Rizzoli), un viaggio in presa diretta nell’Italia che sta cambiando, e rimanda la realizzazione di politiche di mitigazione di un processo che, se ignorato, sarà devastante. 

Un focus sulla Cina, alle 12 nella Fincantieri Newsroom, sarà al centro del dialogo fra il direttore Tg2 Rai Gennaro Sangiuliano, autore de “Il nuovo Mao” sulla inarrestabile ascesa del presidente Xi Jinping, e la giornalista Grazia Graziadei, vicedirettore Tg1.

Il pomeriggio di venerdì 2 ottobre a Link festival, si apre alle 16 con l’incontro “Stato d’allarme: come comunicare l’emergenza” con il Prefetto di Trieste Valerio Valenti, il capo di Gabinetto del Comune di Trieste Vittorio Sgueglia della Marra, coordinati da Anna Vitaliani della Tgr Fvg.

A seguire, alle 17 sempre nella Fincantieri Newsroom, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, l’Assessore al lavoro della Regione Fvg Alessia Rosolen e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Zeno d’Agostino ­ in dialogo con l’editorialista de Il Piccolo Roberto Morelli – si confronteranno su un panel dal titolo Dove ti “Porto”.

Link Festival punterà poi lo sguardo sugli scenari futuri che si vanno delineando a cominciare dall’evento più atteso dal mondo e dai contorni ancora incerti: le elezioni USA, duro banco di prova per il presidente Donald Trump. Sul tema si confronteranno alle 18 l’editorialista del Corriere della Sera dagli Usa, Massimo Gaggi, autore di “Crack America”, la giornalista Tiziana Ferrario, a lungo corrispondente Rai da New York, e il presidente ISPI e Fincantieri Giampiero Massolo.

Prosegue la sinergia fra Link Festival e la rassegna di geopolitica R-evolution del Teatro Verdi di Pordenone: l'incontro, alle 19, che vedrà protagonista la corrispondente RAI da Pechino Giovanna Botteri, in dialogo con il Segretario di Giuria del Premio Luchetta Giovanni Marzini, sarà ideale preview della edizione 2020 in programma nei mesi di novembre e dicembre. A Link Festival Giovanna Botteri ripercorrerà le tante fasi commentate in diretta dalla trincea di Pechino e rifletterà sui mesi in arrivo, sospesi fra l’incubo del covid e la guerra fredda hi tech che sempre più nettamente contrappone Cina e Stati Uniti.

 

SABATO 3 OTTOBRE

Ancora un’anteprima nazionale a Link Festival, alle 10 di sabato 3 ottobre, con il nuovo libro diTiziana Ferrario legato alla questione di genere, “Uomini, è ora di giocare senza falli” (Chiarelettere). Un pamphlet ficcante e provocatorio, fotografia della società in cui viviamo, prevalentemente patriarcale e maschilista, ma anche sguardo rivolto al futuro, con il contributo inedito di quelli che l'autrice chiama "uomini nuovi" che hanno girato le spalle al modello machista. La giornalista e scrittrice lo racconterà in dialogo con l’editorialista de Il Gazzettino Roberto Vitale. 

Alle 11, sempre nella Fincantieri Newsroom, una presenza carismatica quanto trasgressiva e controcorrente: Oliviero Toscani, che sul palco di Link insieme ad Emma D’Aquino, racconterà il mondo visto dall’obiettivo della macchina fotografica, scrivendo a 25 grandi maestri come nelle pagine di “Caro Avedon”, il libro pubblicato da Solferino in cui si dimostra che la fotografia è più viva che mai e il mondo sembra credere alle immagini prima che alla realtà.

Nell’anno che ha segnato il tracollo del Pil nei Paesi di tutto il mondo, Link non poteva non dedicare un panel all’economia: alle 12 si confronteranno l’AD Fincantieri Giuseppe Bono e l’economistaGiulio Sapelli insieme a Celestina Dominelli del Sole 24 Ore e Andrea Montanari, direttore ufficio studi Rai e già direttore del Tg1.

Il pomeriggio di sabato 3 ottobre si aprirà con il panel “Smart working: giornalisti in bermuda” con il giornalista della Tgr Fvg Antonio Caiazza, il presidente di Assostampa Fvg Carlo Muscatello e con la giornalista de Il Piccolo Tiziana Carpinelli.

I prossimi mesi saranno cruciali per l’obiettivo cui tutti guardiamo con speranza e determinazione, l’uscita dalla crisi pandemica: ma nel frattempo l’informazione come dovrà gestire il flusso delle notizie in un 2020 a tutto coronavirus, con il mondo quasi paralizzato? Coordinati dal Presidente ODG Fvg Cristiano Degano, ne parleranno a Link alle 17 due icone dei talk TV, Corrado Formigli e Lucia Annunziata con il direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini e il direttore del Gr Rai e Radio Uno Simona Sala.

Mentre Corrado Augias alle 18 ci guiderà attraverso il “Breviario di un confuso presente”, con Elisabetta Stefanelli, caporedattore Cultura e spettacoli Agenzia ANSA, per cercare le bussole più utili fra innovazioni scientifiche e tecnologiche, e i cambiamenti politici, sociali e culturali dei tempi. 

E Link festeggerà, alle 19 di sabato 3 ottobre, i vincitori del Premio Luchetta 2020, assieme alla presidente di Giuria Giovanna Botteri e al segretario della giuria Giovanni Marzini: Adnan Sarwar di Channel 4, Sara Giudice di Piazza Pulita La7, Nello Scavo di Avvenire, Antonio Pampliega di El Independiente e Andrea Frazzetta per il New York Times. Conduce la serata Roberta Ammendola, giornalista e conduttrice de Il Caffè di Rai1.

 

DOMENICA 4 OTTOBRE

L’ultima giornata di festival, domenica 4 ottobre, inizierà alle 10 con Buongiorno Trieste: protagonisti i giornalisti Marco Stabile di Telequattro, Francesca Busolini di Radio Punto Zero, Riccardo Pilat di Triestecafè, assieme ad Alessandro Martegani, segretario di Assostampa Fvg.

Alle 11il neodirettore di Rainews24 Andrea Vianello, racconterà la sua esperienza dopo l’ictus che lo ha colpito più di un anno fa, nel libro “Ogni Parola che sapevo” (Mondadori).  

 “Quale domani?” titola il panel delle 12 con Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Autonoma Fvg e la giornalista e conduttrice di Oggi è un altro giorno di Rai1 Serena Bortone.

Chi salverà le nuove generazioni dal vuoto, dalla violenza e dal degrado della società moderna se non l’arte, la cultura e la bellezza? E’ il progetto di Simona Marchini, attrice e regista teatrale, impegnata e appassionata promotrice della cultura, a Link alle 16 insieme a Maria Rita Parsi, Psicoterapeuta e Presidente della Fondazione Movimento Bambino.

Sul piano non solo economico, ma anche degli scenari futuri del Nord Est d’Italia nel contesto di una difficile ripresa, spicca la tavola rotonda delle 18 che vedrà protagonista il Ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, insieme all’AD Fincantieri Giuseppe Bono, alla Presidente di FriulAdria Crédit Agricole Chiara Mio, al direttore del quotidiano Il Piccolo Enrico Grazioli e al responsabile della sede FVG dell’Agenzia ANSA, Francesco De Filippo.

Il gran finale di Link 2020, alle 19 nella Fincantieri Newsroom, sarà all’insegna della verve e dell’ironia di Geppi Cucciari e Luca Bottura, a Trieste per un dialogo che prende spunto proprio dall’ultimo libro di Bottura “Buonisti un Cazzo” (Feltrinelli): un racconto divertente e spietato di quel disorientato pezzo d’Italia che non si sente sovranista.

mercoledì 23 settembre 2020

DAL 23 AL26-9 A RONCHI DEI LEGIONARI (GORIZIA) FESTIVAL DEL GIORNALISMO

 


Comincia oggi il Festival del Giornalismo a Ronchi dei Legionari, Gorizia. L'evento durerà fino a sabato 26 settembre e si concluderà con la terza edizione della cerimonia di consegna del Premio Leali delle Notizie in Memoria di Daphne Caruana Galizia. L’intera manifestazione sarà inoltre seguita da Barbara Schiavulli, reporter di guerra che manderà in onda ogni pomeriggio il Live @Festival su Radio Bullets, di cui è direttrice.

La prima giornata del Festival, organizzato dall’associazione Leali delle Notizie, sarà dedicato alle migrazioni, con la mostra fotografica di Paolo Youssef al Consorzio Culturale del Monfalconese, e al Coronavirus: si parlerà in particolar modo dell'importanza di fare sport in tempo di pandemia, si osserverà il duro lavoro svolto dalla CRI durante l'emergenza sanitaria nel periodo del lockdown, grazie agli scatti fotografici di Greta Stella nella sede di Leali delle Notizie, e si concluderà la giornata focalizzandosi sulla situazione delle RSA in Italia durante il Covid-19. 

La seconda giornata si svolgerà domani mercoledì 23 al palatenda accanto all'auditorium in Piazzetta dell'Emigrante con tre appuntamenti. Si incomincerà alle 19 con l'iniziativa Libri Leali e la presentazione del libro “Attraverso i tuoi occhi. Cronache sulle migrazioni” di Angela Caponnetto. In seguito all’inaugurazione della mostra di Paolo Youssef sui migranti, si continuerà a parlare con l'autrice delle vite di quelle persone che sono costrette a lasciare il proprio paese e affrontare mille ostacoli e difficoltà per raggiungere l'Italia, dove i migranti sperano di condurre una vita migliore. Il libro verrà presentato dall’autrice assieme al giornalista Alex Pessotto del Piccolo. 

Alle 20.30 si terrà invece un incontro dal titolo “Quando le donne hanno iniziato a pensare a voce alta. Dalle suffragette al #Metoo: l'evoluzione del movimento femminista”. Interverranno sul tema diverse donne le quali, in base alla propria esperienza e alla propria professione, tratteranno il tema del femminismo da diverse angolazioni. L'incontro verrà introdotto e moderato da Oscar D'Agostino, del Messaggero Veneto.

Venerdì 25 da segnalare alle 20.30 la presentazione del libro di Pierluigi Allotti “La libertà di stampa, dal XVI secolo a oggi”, introdotta da Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Sabato 26, alle 21.35, “La mafia uccide, il silenzio pure”, con Beppe Giulietti e Paolo Borrometi, presidenti rispettivamente di Fnsi e Articolo 21, introduzione di Cristiano Degano, presidente Ordine giornalisti Fvg.

venerdì 18 settembre 2020

Restituito il “tesserino” ai giornalisti triestini ebrei / da Art21

 


di Carlo Muscatello
La memoria va coltivata, anche con piccoli gesti simbolici, soprattutto in un momento storico in cui le parole e le pratiche di odio e violenza stanno drammaticamente riacquistando vigore. Dimostrando che i drammi e gli orrori del Novecento non sono bastati a vaccinarci tutti da “mali assoluti” come il razzismo, il fascismo, l’antisemitismo.
Per questo l’Ordine dei giornalisti e l’Assostampa Fvg hanno idealmente restituito il “tesserino” professionale ai giornalisti triestini ebrei cui era stato tolto oltre ottant’anni fa dal fascismo: Massimo Della Pergola, Ida Finzi, Federico Levi, Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto, Mario Bolaffio, Isacco Kleim...
La cerimonia si è tenuta a Trieste, due anni dopo la consegna del San Giusto d’oro 2018 alla Comunità Ebraica cittadina. È avvenuto in una data simbolica, perché proprio il 18 settembre del 1938 Mussolini, capo del fascismo, proprio a Trieste, in un comizio in piazza dell’Unità, annunciò il varo delle leggi razziali che tante vittime provocarono nella folta comunità ebraica triestina: era il via alle persecuzioni, sfociate nei campi di concentramento e di sterminio, d’intesa con Hitler. L’inizio di tutti gli orrori, i drammi, le tragedie del Novecento, che nel Nordest italiano hanno lasciato una lunga scia di sangue e lutti.
Alla cerimonia, introdotta dal presidente del Circolo della stampa Pierluigi Sabatti, oltre al presidente dell’Ordine dei Giornalisti regionale, Cristiano Degano, e a chi scrive, in rappresentanza del Sindacato dei giornalisti regionale, ha partecipato fra gli altri Luciano Ceschia, già segretario generale della Fnsi, oggi presidente onorario di Assostampa Fvg, che quel giorno del 1938, in piazza Unità, era un bimbetto in braccio alla madre. “È il primo ricordo della mia vita”, ha detto Ceschia.
Con lui il sindaco di Trieste Dipiazza, il rabbino Meloni ed esponenti del mondo ebraico, la preside Militello con la prof. Benussi a alcuni allievi del liceo Petrarca di Trieste, artefici della mostra “Razzismo in cattedra” e del documentario “1938 Vita amara” (che è stato proiettato a chiusura dell’incontro), il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale.
Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma, al quale si deve la ricerca negli archivi della Fondazione Murialdi sulle epurazioni della categoria, ha tenuto una brillante lectio magistralis sul tema.


OGGI A TRIESTE: QUEI GIORNALISTI EBREI “CANCELLATI” DAL FASCISMO

 


OGGI venerdì 18 settembre alle 11, al Circolo della stampa di Trieste (corso Italia 13), i presidenti dell’Ordine dei giornalisti regionale Cristiano Degano e dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello reiscriveranno  “ad honorem” i giornalisti triestini, professionisti e pubblicisti, che ottant’anni fa il fascismo cancellò dagli elenchi professionali. Questi i loro nomi: Massimo Della Pergola, Ida Finzi, Federico Levi, Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto, Mario Bolaffio, Isacco Kleim.

La data scelta è simbolica: il 18 settembre del 1938 Mussolini, capo del fascismo, proprio a Trieste, in un comizio in piazza dell’Unità, annunciò il varo delle leggi razziali che tante vittime provocarono nella folta comunità ebraica triestina: era il via alle persecuzioni, sfociate nei campi di concentramento e di sterminio, d’intesa con il dittatore nazista Hitler.

Spicca nell’elenco il nome di Vito Levi, nato nel 1899 e morto nel 2001, musicologo, critico, scrittore, storico della musica, professore al Conservatorio e all’Università, al cui nome fanno ancora riferimento molte organizzazioni culturali triestine. Dovette abbandonare l’insegnamento, scrivere con lo pseudonimo di Bruno Bruni e, infine, lasciare Trieste nascondendosi a Venezia.

“L’ho conosciuto alla fine degli anni 50 quando, praticante, lavoravo nella redazione periferica del Gazzettino - ricorda Luciano Ceschia, presidente onorario dell’Assostampa Fvg -, Levi continuava a scrivere ed era un riferimento di tutta la cultura della città che ascoltava rapita i suoi ricordi, tra l’altro sui rapporti con Svevo, Saba, Benco e Tomizza, che fu suo genero. ‘La musica, la vita del suo tempo e oltre il suo tempo’ sono parole tratte dalla sua lectio in occasione del conferimento della laurea honoris causa della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Trieste nel giugno del 1981”.

All’incontro, che sarà introdotto dal presidente del Circolo della Stampa, Pierluigi Sabatti, interverranno il rabbino Meloni ed esponenti del mondo ebraico, la preside Militello con la prof. Benussi a alcuni allievi del liceo Petrarca di Trieste, artefici della mostra “Razzismo in cattedra” e del documentario “1938 Vita amara”. Parteciperà il prof. Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma, al quale si deve la ricerca negli archivi della Fondazione Murialdi sulle epurazioni della categoria.

In ossequio alle norme anti Covid i posti in sala sono limitati: è necessario prenotare chiamando lo 040 370371 (ore 9-15). L’evento può essere seguito anche in streaming sul sito del Circolo della Stampa di Trieste.

mercoledì 16 settembre 2020

da Pagine Ebraiche, moked.it

 LA CERIMONIA AL CIRCOLO DELLA STAMPA 

Giornalisti epurati nel '38, Trieste fa Memoria

“Viviamo in un’epoca in cui anche i gesti simbolici hanno un peso. Si tratta quindi di un riconoscimento che guarda non solo al passato ma anche al nostro presente. Un monito contro l’avanzata di nuove parole d’odio”. 
Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Friuli-Venezia Giulia, è tra gli artefici di una importante cerimonia che avrà luogo venerdì mattina al Circolo della stampa di Trieste e sul quale si era già confrontato con la redazione di Pagine Ebraiche in occasione dei lavori di Redazione aperta: la reiscrizione “ad honorem” di sette giornalisti triestini cancellati dagli elenchi professionali con l’entrata in vigore delle leggi antiebraiche promulgate dal fascismo nel 1938. Torneranno così iscritti, in memoria, il giornalista professionista Federico Levi, stenografo al Piccolo, e i pubblicisti Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto Mario Bolaffio e Isacco Kleim. 

(Nell'immagine di Giovanni Montenero un momento della cerimonia di consegna del San Giusto d'oro alla Comunità ebraica triestina, avvenuta nel 2018, di cui l'iniziativa in programma venerdì è l'ideale prosecuzione). 

da Pagine Ebraiche, moked.it

 

Dall’informazione all’imprenditoria, 

la crisi e la necessità di ripensare il lavoro

Dalle grandi aziende alle redazioni giornalistiche, l’emergenza sanitaria ha aperto nuove prospettive e molti interrogativi in materia di organizzazione del lavoro. Come gestire il lavoro a distanza; come rispettare le misure anti-contagio senza perdere il valore aggiunto della condivisione dello stesso spazio lavorativo; come tutelare le fasce più deboli e colpite dalla crisi. Sono alcuni dei temi su cui si è confrontata la redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel corso dell’ultima edizione del laboratorio giornalistico Redazione aperta, organizzato a Trieste nei giorni del forum scientifico internazionale 

Esof2020. Del futuro del giornalismo e del riassetto delle redazioni ha parlato in particolare il presidente dell’Assostampa del Friuli-Venezia Giulia Carlo Muscatello, ricordando come lo smart working permetta nuove possibilità ma richieda tutele chiare. Da tempo le organizzazioni di categoria dei giornalisti e degli editori lavorano al rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro giornalistico, e la pandemia, ha spiegato Muscatello, ha evidenziato ulteriori temi di confronto. Non solo, l’emergenza sanitaria ha ricordato al grande pubblico l’importanza del giornalismo professionale per la salute di una democrazia, ha sottolineato il presidente dell’Assostampa del Friuli-Venezia, una qualità che deve essere tutelata anche sotto il profilo delle garanzie contrattuali, pur in un mercato segnato dalla crisi economica. Nel confronto con la redazione UCEI, Muscatello ha inoltre richiamato le iniziative dal significativo valore simbolico portate dal sindacato dai giornalisti assieme ad altre realtà, come l’inaugurazione a Trieste a inizio estate della “Panchina della libertà di stampa”. Un luogo fisico per ricordare il ruolo dell’informazione libera e i valori enunciati nell’articolo 21 della Costituzione. “La panchina è un luogo tra i più ‘sociali’ e democratici che vi siano, dove tutti i cittadini possono sedere, fermarsi per riposare un po’, pensare, colloquiare reciprocamente e, perché no, leggere con calma un giornale”, le sue parole in occasione dell’inaugurazione.

domenica 13 settembre 2020

RADIOUNO, TORNA JACK FOLLA/DIEGO CUGIA

 Cari fratelli e sorelle con le ali di Articolo 21, e cervelli fritti come il mio, non molto tempo fa avete pubblicato un mio articolo-sfogo in cui raccontavo l’avventura di essere rimasto senza voce per 18 anni, e non per problemi di raucedine. Domani LUN 14-9 con una piccola anteprima a ridosso del GR 1 delle 7 e con la puntata vera e propria su Radio 1 alle 20:30, in questa cella dalla quale vi scrivo spunterà un fiore. E per un DJ come me, il fiore è un microfono. Questo è accaduto anche grazie a voi, che mi avete ospitato e avete rilanciato quel grido. Sono solo da molti anni, amo la solitudine. Quello che disprezzo è l’isolamento forzato al quale sono destinate spesso, anche nel nostro democratico paese, le menti ribelli o semplicemente chi non fa parte del coro né è uso inginocchiarsi al potere. Si pagano prezzi altissimi per mantenere la propria dignità e non piegarsi come il giunco quando tira il vento del sopruso e della sopraffazione dei forti sui deboli, e Jack Folla, l’albatro, starà sempre dalla parte di chi non ha voce, non ha potere, non ha lavoro, delle donne, dei giovani, dei “clandestini”. Non è retorica, è testimonianza concreta di fraternità e attenzione verso la comunità in stato di disagio, che oggi è ormai maggioranza anche in Italia. Non la “maggioranza silenziosa” di una volta: la maggioranza silenziata. Andrò in onda tutti i giorni, finché non sarò liquidato da un’iniezione letale che la corte federale ha fissato per la mattina del 24 luglio 2021 alle 9:30, qui al carcere di Terre Haute, contea di Vigo, Indiana, Stati Uniti. Ma può anche darsi che Radio 1 mi giustizi prima. Al momento, però, è la radio che mi ha restituito il microfono e forse non è un caso che dopo oltre 80 anni di direttori tutti maschi, sia stata la prima direttrice di Radio 1, una donna, a restituire a Jack, anche pubblicamente, la libertà di pensiero. Si chiama Simona Sala e la ringrazio come ringrazio, ripeto, tutti voi. In particolare Beppe Giulietti che mi è stato fraternamente accanto in tutti questi anni, è il mio unico amico “politico”, e anche questo non è un caso. Non so quanto potrà durare quest’avventura. Vedete, avevo appena scritto un libro con dentro il meglio di quello che avevo detto  18 anni fa e tutti i nuovi scritti del 2020 che vi racconterò alla radio. Avevo un piccolo editore che, l’altro ieri, a poche ore dalla pubblicazione, mi ha chiesto di tagliare 3 pagine su 320, considerandole troppo spregiudicate. Ci tenevo tantissimo ad essere presente nelle librerie italiane col mio nuovo “Jack Folla-Un DJ nel braccio della morte”, ma non importa, abbiamo sciolto il contratto, e ora sia il libro cartaceo che l’eBook sono pubblicati da me su Amazon. Pago i prezzi della libertà, sempre. Nessun eroismo ma un minimo di coerenza sì. Uno di quei pezzi “scabrosi” riguardava la pedofilia. Sono stato un bambino violato e non mi faccio dare lezioni da nessuno, né tirare paternali da chicchessia. Oggi vanno molto di moda i “ditoni alzati”, c’è molto moralismo, molto nuovo puritanesimo, e molta poca autocritica e autoironia. Grazie ancora, amiche e amici di Articolo 21, sono molto felice di tornare a fare il mestiere che più amo al mondo e non alla Tv ma al mezzo di comunicazione al quale sono legato visceralmente da sempre. A Radio 1 cominciai, a 20 anni, con un programma scritto con e per Paolo Conte, s’intitolava “Mocambo Bar”, ritorno a Radio 1 domani, con Un DJ nel braccio della morte, sarà emozionante, spero anche per voi. 

Jack Folla

sabato 12 settembre 2020

LA PANDEMIA HA PEGGIORATO UNA SITUAZIONE GIÀ GRAVE / newsletter Ordine Giornalisti Fvg

di Carlo Muscatello * Siamo a settembre, il mese del ripensamento, come cantava Francesco Guccini. Settembre con mille incognite sull’autunno alle porte. Per il nostro settore la pandemia ha peggiorato una situazione che era già gravissima. Copie e pubblicità giù, aziende in crisi, il passaggio al digitale che ancora non garantisce le entrate che un tempo arrivavano dalla carta. Facile dire “digital first”. I nostri editori lo ripetono da un pezzo. Ma poi si fanno i conti. E siamo sempre lì. Anzi, sempre peggio. La pandemia ha almeno confermato il ruolo e l’importanza di un’informazione di qualità, dopo anni in cui sembrava che grazie ai social tutti potessero fare i giornalisti. E oggi allora è sempre più chiaro che il rilancio del Paese passa anche attraverso il sostegno all’informazione, con interventi mirati per sostenere l’innovazione e difendere il lavoro regolare. Se n’è parlato a luglio, a Roma, all’ultimo Consiglio nazionale della Fnsi. E il nostro segretario generale Raffaele Lorusso ne ha discusso in più occasioni con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella. “Il ruolo dell’informazione, riconosciuto pubblicamente dal premier Giuseppe Conte in occasione degli Stati generali - ha detto Lorusso - deve essere valorizzato e rafforzato. È necessario un piano straordinario per sostenere l’informazione e che per questo prosegua il dialogo fra governo e parti sociali. Il sindacato dei giornalisti, come già rilevato in occasione degli Stati generali, auspica che il confronto con la presidenza del Consiglio possa consentire di affrontare le criticità strutturali del settore, aggravate dall’emergenza sanitaria, con una reale volontà di rilancio. Non è tempo di finanziamenti a fondo perduto, ma è indispensabile che qualsiasi sostegno sia legato a piani di investimenti e trasformazione digitale, al ricambio generazionale e a valorizzare l’occupazione”. L’occupazione, il lavoro, la regolarizzazione di migliaia di contrattini da pochi euro scritti su un pezzo di carta. Siamo ancora lì. Poi c’è la grana del cosiddetto “smart working”, che in molti casi è semplice “telelavoro”. Superata l’emergenza, dovremo difendere la centralità delle redazioni e resistere alla tentazione di assecondare una certa qual “voglia di comodità” da parte di chi ha provato cosa significa lavorare da casa. Dobbiamo guardare oltre la situazione contingente, gli editori si sono accorti che possono fare i giornali tenendo pochissimi giornalisti in redazione, con tutti i risparmi del caso. Il rischio si chiama ulteriori tagli agli organici. L’obbiettivo di molti editori è sempre quello: pochi giornalisti assunti, tanti collaboratori esterni. E lo “smart working” - che comunque va normato - potrebbe dar loro una mano per trasformare il sogno in realtà. *presidente Assostampa Fvg

venerdì 3 luglio 2020

PREMIO LUCHETTA 2020, ECCO TUTTI I VINCITORI

Annunciati i vincitori della 17a edizione del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta. E sarà Giovanna Botteri - presidente della giuria di cui fanno parte fra gli altri Beppe Giulietti (presidente Fnsi), Carlo Muscatello (presidente Assostampa Fvg) e Cristiano Degano (presidente Ordine Fvg) - a consegnare i riconoscimenti ai vincitori sabato 3 ottobre a Trieste, nell’ambito di Link, Festival del giornalismo 2020 in programma dal primo al 4 ottobre in piazza Unità. «Sensibilizzare i cittadini, per non dimenticare le emergenze del mondo che non si sono arrestate con la pandemia di questi mesi, è l’obiettivo dell’edizione 2020 del Premio Luchetta – spiega Giovanna Botteri –. Gli indifesi hanno continuato a morire, non solo di coronavirus: fra questi innanzitutto i bambini, che restano i più indifesi. Guerre, conflitti e carestie si sono sommati drammaticamente alla diffusione del virus». «Siamo lieti di confermare che Link, Festival del giornalismo 2020 si svolgerà in presenza, se le condizioni sanitarie generali lo consentiranno come al momento pare, dal primo al 4 ottobre a Trieste - dichiarano Giovanni Marzini, segretario di Giuria del Premio Luchetta, e Francesca Fresa, curatrice di Link Festival –. Poter contare sulla presenza di Giovanna Botteri in occasione della premiazione è motivo di gioia e orgoglio, così come poter riaprire, attraverso Link Festival, il nostro focus annuale legato all’attualità del pianeta, dal covid alle tante emergenze che attraversano Paesi e popoli. Sarà bello poter condividere il lavoro, in sicurezza e ottemperanza delle norme, con il pubblico della città: un segnale di ripresa, speranza e ripartenzaper tutti». I reportage vincitori del Premio Luchetta 2020 testimoniano l’impegno di grandi firme internazionali, giornalisti che da molti anni sono in prima linea nelle trincee più calde del pianeta: a cominciare dalla rotta balcanica, sulla quale si sono incamminati, sfidando anche il covid 19, decine di migliaia di minorenni nell’ultimo anno. Niente sembra fermare queste schiere di giovani e giovanissimi, provenienti da Afghanistan, Pakistan, Siria e diretti in Europa: neppure il rischio di dover affrontare animali pericolosi e mine inesplose. Ce lo ricorda il servizio della giornalista Sara Giudice di La7 – Piazza Pulita, che vince la 17a edizione del Premio Luchetta nella categoria Tv News. Inviata di Piazza Pulita dal 2015, Sara Giudice ha iniziato la carriera televisiva alla tv americana Class Cnbc come inviata politica ed è fra gli autori del saggio “Italia sotto inchiesta” (Meltemi). Nella sezione reportage vince il Premio Luchetta 2020 il filmaker pakistano Adnan Sarwar: a lungo impegnato in Iraq per l’esercito britannico, Adnan Sarwar è un volto noto al grande pubblico anglofono per aver diretto e interpretato vari documentari e “biopics” diffusi dalla tv britannica. Per Channel 4 ha firmato un intenso reportage dal ghetto nero di Cape Flats a Città del Capo, Sudafrica, raccontando in particolare la storia dell'undicenne Mariezaan, già a capo di in una gang di ragazzini nel quartiere in cui 279 bambini sono rimasti uccisi solo nell'ultimo anno. Per la stampa italiana il Premio Luchetta va al giornalista Nello Scavo, che su Avvenire ha raccontato la storia del bimbo ivoriano Simba, sopravvissuto ai campi libici, soccorso dalla nave Mare Jonio di Mediterranea nell’agosto 2019 e quindi approdato a Torino insieme alla madre. Simba, un soprannome dato quasi a infondere coraggio a un bimbo di pochi mesi, per trasformarlo in un “leoncino” capace di superare traversie di ogni genere fino a poter finalmente ripartire con una nuova vita, a Torino. Nello Scavo, inviato speciale di Avvenire, è stato tra i giornalisti internazionali che hanno trascorso più tempo sulle navi di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, dallo scorso ottobre vive sotto scorta per l’inchiesta sul trafficante Bija ed è tuttora vittima di minacce per le inchieste che coinvolgono Maltain merito al traffico dei migranti. I suoi reportage sono stati rilanciati dalle principali testate, come The New York Times, The Washington Post, The Independent, The Guardian, Le Monde, Huffington Post, Bbc, Cnn, Clarin, La Nacion, El Pais, El Mundo e molti altri. Per la stampa internazionale vince la 17^ edizione del Premio Luchetta il giornalista Antonio Pampliega che ha firmato per El Independiente un’emozionante corrispondenza sulle spose bambine in Afghanistan: meri oggetti con altissimo valore economico, condannate come criminali dalla giustizia e dalla società quando fuggono da casa per evitare il matrimonio forzato. Classe 1982, Antonio Pampliega è stato rapito in Siria nel 2015 dal gruppo terroristico Al Qaeda. Attualmente conduce “Il passaporto Pampliega”, un format che dà visibilità alle ingiustizie sociali a diverse latitudini del mondo. È autore di tre libri: Afghanistan (2011), In the dark (2017) e Le trincee della speranza (2018). Infine, per la sezione fotografia il Premio Luchetta 2020 va ad Andrea Frazzetta che sul New York Times ha pubblicato gli scatti del reportage dalla costa inondata del Bangladesh, sulle rive del Golfo del Bengala, dove anche i bambini si arrangiano a scavare mattoni per poi rivenderli sul ciglio della strada. Andrea Frazzetta ha realizzato reportage in Sud America, Africa e nell’area Mediterranea. Collabora con testate come New York Times Magazine, Newsweek, National Geographic, The Times, Der Spiegel, D La Repubblica, L’Espresso, Internazionale. Nel 2009 ha ricevuto il premio Yann Geffroy per il reportage “Obama Village”. Nel 2013 è fra i vincitori del PDN photo annual, dell’American Photography e del PX3 - Prix De La Photographie Paris. Nel 2014 è stato premiato con l’American Photography per il suo lavoro da Tokyo per Newsweek. Il Premio Luchetta è stato istituito nel 2004 dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin con la Rai ed è organizzato da Prandicom. Info premioluchetta.com fondazioneluchetta.eu