Mentre la pandemia non concede tregua e si abbatte anche sulle nostre redazioni (un abbraccio e un augurio affettuoso ai colleghi di Primorski e Piccolo...), il sindacato dei giornalisti continua fra mille difficoltà il suo lavoro. Nei giorni scorsi la Fnsi ha firmato un nuovo contratto con l’Associazione nazionale delle testate online (Anso) e la Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc). E nelle stesse ore ha ripreso il dialogo con la Fieg, che si era interrotto con l’inizio della pandemia.
Ma andiamo per ordine. L’accordo con Anso e Fisc, che ha validità dal primo novembre 2020, è propedeutico alla sottoscrizione di un contratto collettivo di settore che le parti si sono impegnate a definire entro il 30 giugno 2021. Un accordo che si è reso necessario per non lasciare senza regolamentazione contrattuale le aziende che applicavano il contratto collettivo Uspi-Fnsi, che ha cessato di produrre effetti il 30 maggio scorso.
“Si apre - ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – una fase di ampia collaborazione con le organizzazioni rappresentative di un settore editoriale che necessita di uno strumento contrattuale adeguato alla dimensione e alle esigenze produttive delle aziende. L'obiettivo è far emergere e favorire l'occupazione giornalistica, riconoscendo diritti e tutele in un quadro di sostenibilità. L'accordo raggiunto è soltanto un primo passo, reso possibile dalla serietà e dal senso di responsabilità di tutti gli interlocutori”.
E siamo al secondo punto. Per il rinnovo del contratto Fnsi-Fieg c’è stato in queste settimane un tentativo di accelerazione da parte degli editori, dovuto probabilmente all’esigenza di supportare la loro richiesta di contributi presentata al governo. Il crollo della carta prosegue, la situazione complessiva del settore è sempre più difficile, gli editori segnalano di avere dei costi che non riescono più a sostenere. Dunque chiedono innanzitutto flessibilità ed elasticità, puntando a una sostenibilità dei costi (nel mirino ci sono anche le domeniche...) che potrebbe passare attraverso un contratto ponte di dodici mesi, finiti i quali si passerebbe alla trattativa vera e propria per il rinnovo.
La lista della spesa che la Fieg ha presentato al governo è lunga. Sgravi di tutti i tipi, soldi per (ulteriori) prepensionamenti, fondi persino per incentivare gli esodi.
Il sindacato dei giornalisti - che di flessibilità ed elasticità ne ha già concesse in passato - punta innanzitutto alla difesa del contratto e chiede impegni per l’occupazione regolare, anche per contribuire a rimettere in sesto i conti disastrati dell’Inpgi, che sta per presentare l’ennesimo disavanzo-monstre.
E poi c’e la partita dell’equo compenso da riaprire: il governo vorrebbe eliminare i co.co.co usati in maniera indiscriminata dagli editori, che pretendono da sempre mani libere nei rapporti con i collaboratori, vero anello debole della catena. E ancora la lista di attesa sempre più lunga per l’ex fissa, il cui debito nel frattempo è salito a 125 milioni. E infine le nuove figure da utilizzare per il digitale richieste dalla controparte datoriale, sulle quali è necessario un confronto serio.
Tutti temi che andranno affrontati con senso di responsabilità al tavolo delle trattative.
*presidente Assostampa Fvg
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