lunedì 2 agosto 2004

Estate di crisi, questa del 2004. Verrebbe da dire: ci stanno portando via tutto. Anche i tormentoni (che fa rima con...?), un classico musicale di stagione che da qualche anno era decisamente tornato in auge. E che in questa estate caliente ma non troppo stenta a materializzarsi in un brano, un titolo, un ritornello, un artista ben preciso.

L’anno scorso, di questi tempi, le cose erano già chiare da un bel pezzo. Per la verità già ai primi di luglio - dunque con un mese d’anticipo rispetto ai giorni nostri - avevamo i timpani ben che martoriati dall’urticante «Chihuahua», del ridente Dj Bobo, vero nome Peter René Baumann, cantante - dicevano le biografie - «famossissimo in Germania e in America Latina, anche se lui è nato in Svizzera». Che aveva fatto la sua fortuna con quel grazioso mambo degli anni Cinquanta, firmato Ray Gilberto e Luis Oliveira, riletto con i suoni e secondo i dettami della dance più aggiornata.

Ma l’estate 2003 era una stagione speciale, non solo per il gran caldo. Infatti, assieme al tormentone plebeo (si può dire «plebeo»...? o è meglio rifugiarsi nel politicamente corretto «popular»...?), potemmo usufruire anche del tormentone cosiddetto colto, o almeno gradevole, sicuramente esotico: «Ja sei namorar» dei Tribalistas, formazione brasiliana nella quale c’erano mostri sacri come il percussionista Carlinhos Brown, la cantante Marisa Monte e il poeta Arnaldo Antunes.

Anche nelle estati precedenti, per la verità, all’inizio di agosto le cose erano abbastanza chiare. Nel 2002 «Aserejè» delle sorelle spagnole Las Ketchup, nel 2001 «Solo tre parole» di Valeria Rossi (ma anche «Me gustas tu» del movimentista Manu Chao), nel 2000 «50 Special» dei Lunapop, nel ’99 «Mambo n.5» di Lou Bega... E potremmo continuare a lungo, visto che la tradizione del tormentone estivo affonda le radici nei gloriosi anni Sessanta. Con poche varianti agli ingredienti necessari: strofe semplici, ritornello orecchiabile, temi possibilmente vacanzieri...

E siamo a oggi. Il calendario non permette equivoci. Siamo ad agosto e ancora il vero tormentone dell’estate 2004 non c’è. Meglio: ce ne sono tanti, ma... piccoli. Dei «tormentini», se ci è concesso il neologismo. Ci sono infatti tanti brani, ovviamente, che le radio trasmettono, che si sentono sulle spiagge, nei locali più o meno di tendenza, nelle città assetate... Ma manca il Lance Armstrong di turno, quello che mette tutti a tacere, quello dinanzi al quale tutti (metaforicamente) s’inchinano.

A meno che non si voglia puntare su quella «Come stai», che Vasco Rossi ha infilato di soppiatto nell’ultimo vendutissimo album «Buoni o cattivi» (e anche il branon omonimo si difende, sotto l’ombrellone...) ma anche in uno dei spot pubblicitari più assidui. O sul «Grande Baboomba» di Zucchero, altro brano che imperversa ovunque da varie settimane e vincitore praticamente annunciato del «Festivalbar». Ma non si tratta di veri tormentoni. Sono brani, peraltro privi degli ingredienti cui si accennava sopra, che potevano uscire a Natale e andavano bene lo stesso.

Tanto vale, allora, identificare un «aspirante tormentone» nella cantilena di Teo Mammuccari «Anvedi come balla Nando», che era praticamente diventata la sigla del programma televisivo del suddetto ragazzone, a base di scherzi e lazzi non sempre gradevoli. Ma con la chiusura del programma, anche la fortuna del brano è andata via via scemando.

Perso per perso, molto meglio «This love», dei californiani Maroon 5. Oppure «Cuando volveras» degli Aventura (quelli di «Obsesiòn»). O ancora «Fuck it (I don’t wanna you back)», del ventenne newyorkese Eamon: se non ci fosse il piccolo problema di spiegarne il significato del titolo (letteralmente: vaffanculo, non ti voglio indietro...) ai bambini, che, aperta parentesi, sono nel frattempo diventati i maggiori consumatori di musica pop sulla piazza...

Turpiloquio a parte, va segnalato a margine che, in questa penuria di veri tormentoni estivi, fa ancora la sua bella figura «Fuori dal tunnel», del trentenne Michele Salvemini, da Molfetta, in arte Caparezza. L’album era uscito nel giugno del 2003, il tormentone (complice l’aver fatto da sigla allo «Zelig» televisivo...) è esploso nell’inverno scorso, ma è tuttora molto più ascoltato e canticchiato nel nuovo singolo del rapper di casa nostra: il comunque gradevole e spiritoso «Vengo dalla luna».

Ma un’altra regola non scritta del tormentone estivo dice che abitualmente esplode fra le mani, anzi, fra le corde vocali di un semisconosciuto, che da lì o parte per un lungo viaggio di successo, o viene prontamente restituito all’anonimato. Se debuttante dev’essere, allora meglio puntare su «Calma e sanguefreddo», orecchiabile canzoncina molto trasmessa dalle radio, affidata alla voce del cantautore ventiseienne Luca Dirisio, che in autunno uscirà col primo album. E se dovessimo fra un po’ di tempo scoprire che il tormentone del 2004 era il suo...?

Nessun commento:

Posta un commento