mercoledì 12 aprile 2017

FEDEZ E J-AX DOMENICA A TRIESTE, COMUNISTI COL ROLEX

«I comunisti con il Rolex? È gente come noi, proveniente dal ceto medio, che si è costruita onestamente una carriera lavorando sodo...». J-Ax e Fedez sono la coppia “rap’n’roll” del momento. Il loro album “Comunisti col Rolex”, uscito a gennaio, anticipato dal tormentone “Vorrei ma non posto”, è fra i più venduti di questi mesi. Il tour sta andando alla grande e farà tappa domenica alle 21, giorno di Pasqua, al PalaTrieste. «Ci hanno chiamato spesso “Comunisti col Rolex”, come a voler mettere in risalto una contraddizione che non esiste. Un modo per indebolire le nostre posizioni, facendo leva sull’ipotetica incoerenza di due artisti che pur guadagnando bene continuano a trattare tematiche sociali. Si tratta della polemica annosa, e tutta italiana, del “cuore a sinistra e portafoglio a destra”. Ecco, per noi “Comunisti col Rolex” non significa incoerenza, ma merito. È la dimostrazione che in Italia ci si può ancora arricchire onestamente. Ed è una cosa di cui andiamo fieri». Com’è nato il vostro incontro? «Ci siamo conosciuti anni fa perché condividevamo la stessa etichetta discografica». Venire dalle periferie come vi ha influenzato? «Crescere in periferia o in città è assai diverso. Nel primo caso è più facile farsi un giro di amici veri, nel secondo spesso conta avere certe caratteristiche per non essere etichettato come sfigato. Ecco, noi da adolescenti ce ne sbattevamo di ciò che era di tendenza, ma di conseguenza abbiamo dovuto imparare a conoscere la città, Milano nel nostro caso, per farci rispettare, e ci abbiamo messo del tempo. Dalla gavetta ci siamo passati anche noi, e guardarsi indietro oggi ci rende orgogliosi di quanto fatto». Siete molto sui social. «Siamo nell’epoca della condivisione e ci piace raccontare sui social quello che facciamo. Interagire con il pubblico alimenta il rapporto di scambio tra le due parti, e mai come oggi la distanza tra artista e fan è stata così sottile». “The Voice” e “X Factor”: che importanza hanno avuto per voi i talent? Fedez (vero nome Federico Leonardo Lucia, nato a Milano nell’89): «I talent show in Italia sono da anni importanti per l’industria discografica e per tanti ragazzi sono stati un trampolino di lancio per la carriera. Ci hanno chiesto di partecipare come giudici e abbiamo colto l’occasione perché ci sembrava una buona idea per metterci alla prova». J-Ax (vero nome Alessandro Aleotti, nato a Milano nel ’72): «Molti artisti snobbano la tv, ma ci sembra un preconcetto esagerato. Anche noi dai talent abbiamo imparato qualcosa». Che concerto proponete? Fedez: «Nella scaletta abbiamo voluto inserire non solo canzoni del nostro disco insieme, ma anche diversi brani dei nostri rispettivi repertori da solisti». J-Ax: «Lo show dura due ore e mezza e ce n’è davvero per tutti i gusti. Non rimarrete delusi». Sul palco c'è una grande piramide: cosa rappresenta? «Una piramide sociale era il giusto concept scenografico per portare in tour questo disco. Partiti dal basso, per arrivare in alto ci sono voluti tempo, lavoro, sacrifici… nulla per noi è stato semplice. Adesso che possiamo gustarci il nostro successo non avrebbe senso nasconderci dietro quello che ci siamo guadagnati». Alla fine c'è anche un finto contestatore che sale sul palco: cosa rappresenta? «Non vorremmo rovinare la sorpresa a nessuno, diciamo che ci sarà un siparietto per ribadire alcuni concetti a cui siamo molto legati...». Per il concerto triestino si va verso il tutto esaurito, ma ci sono ancora biglietti disponibili. Alcuni dei quali verranno posti in vendita la sera stessa di domenica.

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