mercoledì 13 gennaio 2021

Precariato, posti di lavoro, Inpgi: tre facce della stessa battaglia


di Carlo Muscatello*

La vulgata vuole che, una volta toccato il fondo, non si possa che risalire. Sempre che non avesse invece ragione il compianto Freak Antoni, quello degli Skiantos, quando ammoniva: guardate che si può anche cominciare a dover scavare...
Alternativa solo all’apparenza tragicomica, che ci preoccupa all’inizio di quest’anno nuovo, che giunge dopo un 2020 drammatico per tutti, ma che per giornali e giornalisti ha aggiunto difficoltà a difficoltà.
La situazione era grave prima della pandemia, ora è gravissima. Posti di lavoro sempre in calo, come le copie vendute e la pubblicità. Digitale che ancora non garantisce le entrate dei tempi d’oro della carta. Inpgi che balla sull’orlo del vulcano. Potremmo continuare. Ci limitiamo ad aggiungere che manca - agli editori, alla politica - un’idea di futuro per quello che è un settore strategico di ogni democrazia.
“La sfida per il 2021 - dice Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti di cui l’Assostampa Fvg è articolazione territoriale - deve essere innanzitutto quella del lavoro. Non solo salvaguardare i livelli occupazionali, ma anche avere l'ambizione di creare nuovi posti di lavoro, nel senso di dare dignità a quel lavoro che oggi c'è e non viene riconosciuto”.
Sì, perché il paradosso è che non c’è mai stata tanta informazione come nel tempo dominato dal virus che ci troviamo a vivere. Eppure il comparto è in crisi nerissima, le aziende editoriali boccheggiano, molti giornalisti non hanno trattamenti dignitosi. E anche quelli di loro che possono contare su un contratto regolare se la passano peggio di coloro che facevano lo stesso lavoro (anzi, con carichi di lavoro inferiori) venti o trent’anni fa.
Per questo va innanzitutto portata avanti la lotta al precariato. Per questo dobbiamo ottenere dal legislatore una norma che garantisca realmente un “equo compenso” ai lavoratori autonomi. Senza mai dimenticare che chi scrive centinaia di articoli all’anno per lo stesso giornale (ma pagato molto meno del collega che sta in redazione) non è un lavoratore autonomo, ma deve essere assunto come dipendente a norma del contratto di lavoro.
Lotta al precariato, rilancio occupazionale, messa in sicurezza del nostro istituto di previdenza - non c’è previdenza senza lavoro regolare, scordiamoci pensioni dignitose senza lavoro dignitoso... - sono dunque tre facce della stessa questione e della stessa battaglia. Su cui impegnarci anche nel 2021. 
Nel quale avremo sempre bisogno che tutte le colleghi e i colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non, precari e pensionati, si iscrivano al nostro sindacato unitario, unica difesa della professione. Purtroppo molti iscritti all’Ordine, professionisti e pubblicisti, non sono iscritti al sindacato. L’Assostampa Fvg ha da molti anni le quote d’iscrizione immutate, fra l’altro le più basse d’Italia. E qui c’è anche la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita per i colleghi in difficoltà economica. Aiutateci a tutelare i più deboli, a difendere la professione, il lavoro, il contratto, le pensioni, i nostri enti di categoria, il diritto dei cittadini a essere informati e il dovere dei giornalisti di informare. E buon anno a tutte e a tutti...
*presidente Assostampa Friuli Venezia Giulia

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