martedì 7 marzo 2023

PREOCCUPAZIONE PER LA VENDITA DI MESSAGGERO VENETO E PICCOLO (Newsletter Ordine Fvg)

 

PREOCCUPAZIONE PER LA VENDITA
DI MESSAGGERO VENETO E PICCOLO



di Carlo Muscatello*

Pare che Messaggero Veneto e Piccolo verranno venduti a un gruppo di industriali veneti e della nostra regione. Assieme a Nuova Venezia, Mattino di Padova, Tribuna di Treviso e Corriere delle Alpi. Pare che a capo della cordata ci sia Enrico Marchi, ovvero Save (aeroporti veneti) e Banca Finint. Pare che l’annuncio dell’offerta verrà dato fra un mese, dopo le elezioni regionali nel Friuli Venezia Giulia.

E pare che sia tutto vero.

Com’è vero che la vendita dei due quotidiani regionali s’inserisce nella clamorosa ritirata del Gruppo Gedi dal settore dell’informazione. Sono passati pochi anni da quando l’allora Gruppo Espresso Repubblica era un potente network di quotidiani e periodici che abbracciava tutta la penisola. Poi è arrivato il Gruppo Gedi, ma nessuno poteva pensare che quello che era il maggior gruppo editoriale italiano venisse smantellato con tanta rapidità. La Città di Salerno, La Nuova Sardegna, le Gazzette di Modena e Reggio, la Nuova Ferrara, persino L’Espresso… Fuori tutto.

Un patrimonio storico dell’editoria italiana è stato liquidato senza andare troppo per il sottile riguardo agli acquirenti. Pecunia non olet, si è sempre detto.

Ora tocca a noi. Ma pare che nessuno sia intoccabile, anzi, invendibile. Addirittura Repubblica - oltre a Gazzetta di Mantova e Secolo XIX - potrebbe andare, come si dice, “al miglior offerente”. Forse, per motivi familiar affettivi, non verrà ceduta La Stampa. Magrissima consolazione, almeno dalle nostre parti.

Noi siamo costretti ormai a occuparci di chi verrà. Messaggero Veneto e Piccolo sono testate storiche, le voci di questa regione, patrimoni importanti da preservare, assieme ai posti di lavoro. Siamo consapevoli che se un privato decide di vendere un’azienda nessuno glielo può impedire. Ma i giornali non sono una “merce” come tutte le altre. Hanno a che fare con la democrazia, con la libertà di informazione, con il pluralismo, con la Costituzione, con tante altre cose.

Siamo certi, o almeno vogliamo sperare, che ne siano consapevoli - e agiranno di conseguenza - i prossimi proprietari dei nostri giornali.


*presidente Assostampa Fvg



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