giovedì 31 maggio 2018

ASSEMBLEA ASSOSTAMPA FVG, 29-5-18 A TRIESTE

Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso ha partecipato a Trieste all'assemblea annuale dell'Assostampa, che ha approvato il bilancio consuntivo e preventivo (anche quest'anno in attivo) e una mozione di sostegno alla vertenza dei collaboratori del Gazzettino. Carlo Muscatello, presidente di Assostampa Fvg, ha aperto l'assemblea sottolineando la difficoltà estrema che la categoria sta vivendo, anche nel Friuli Venezia Giulia: «Alla politica chiediamo una legge di sistema che salvaguardi il settore dell'informazione, non cospicui contributi pubblici che le aziende hanno utilizzato per portare avanti ristrutturazioni e prepensionamenti. Il sindacato chiede solo lavoro», ha rilevato. «La situazione del Gazzettino – ha detto Lorusso – è emblematica di un approccio ormai comune degli editori al mondo del lavoro giornalistico. Il confronto sul rinnovo del contratto era stato avviato e poi si è interrotto, anche per la grana dell'ex fissa, ma la posizione degli editori è rimasta uguale: vogliono discontinuità, cioè cancellare almeno la metà degli articoli dell'attuale contratto. Vogliono la riduzione del costo del lavoro e dei compensi, per rimettere in piedi un sistema che non si regge più. Ma il problema è la qualità dell'informazione, come peraltro dicono alcuni degli stessi editori». Secondo il segretario generale della Fnsi, infatti, «c'è bisogno di maggiore qualità e autorevolezza dell'informazione, necessari per la qualità della democrazia stessa. E dunque c'è bisogno di lavoro regolare, mentre oggi la precarietà la fa da padrone. Si tenta di affermare un modello produttivo inaccettabile: pochi redattori al desk, tanti co.co.co che scrivono. Dobbiamo riscrivere parti del contratto, allargando i ruoli di lavoro dipendente. Dobbiamo allargare il perimetro contrattuale, i diritti e le tutele. Gli editori lamentano un aumento dei costi. Noi chiediamo la cancellazione dei co.co.co anche nel nostro settore». Oggi, ha insistito Lorusso, «il tema del lavoro è scomparso da agenda politica del nostro Paese. Sta passando, non solo in Italia, la logica della disintermediazione. E non bisogna dimenticare poi i temi dei giornalisti minacciati e delle querele temerarie, su cui in sindacato continuerà a chiedere delle norme di contrasto». Altri temi in primo piano sono stati quello dei giornalisti precari e freelance, e delle loro retribuzioni, e quello dei colleghi che lavorano nelle pubbliche amministrazioni. «Le azioni messe in atto dal sindacato – ha concluso Lorusso – sono il frutto di una analisi delle norme esistenti e delle possibilità reali, che hanno portato alla norma del 21 febbraio. Da quella data le amministrazioni regionali hanno messo in atto iniziative scoordinate che puntavano più o meno a non applicare più il contratto giornalistico. Nella dichiarazione congiunta si mettono in sicurezza i diritti dei colleghi che lavorano attualmente, rinviando tutto a una trattativa successiva che metta in chiaro la posizione del giornalista pubblico. Tale dichiarazione non è un ostacolo, ma un'opportunità: se si regolamenta la posizione dei giornalisti per tutte le PA, si tutela la professionalità di tutti».

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