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martedì 14 gennaio 2020
GIORNALISTI, ANNO DECISIVO / da newsletter Ordine Fvg
di Carlo Muscatello*
Sarà un anno decisivo, questo appena cominciato, non solo per il nostro istituto di previdenza, per il nostro contratto di lavoro, per le nostre redazioni “allargate” (non dimentichiamo mai precari e collaboratori...), ma per la stessa professione giornalistica nel nostro paese. Tanto da giustificare l’interrogativo: si potrà ancora in futuro fare questo lavoro che mantiene il suo fascino, oltre che la sua importanza in ogni democrazia che si rispetti, si potrà ancora fare il giornalista potendo contare su un trattamento economico adeguato, su carichi di lavoro umani, su garanzie contrattuali, previdenziali e assistenziali in linea con quelle costruite in passato dalle generazioni precedenti?
Oltre metà dei professionisti non ha un contratto articolo 1, le tante milionate di euro pubblici destinati al settore negli ultimi anni sono serviti solo alle aziende per ristrutturare e prepensionare, la recente manovra di bilancio non ha certo migliorato la situazione né indicato prospettive di miglioramento.
Per questo, fra dicembre e gennaio, si è ricominciato dopo tanto tempo a sentir parlare di sciopero generale. È successo all’ultimo Consiglio nazionale Fnsi come alla Conferenza dei Cdr che ha aperto l’anno. Nessuno ama lo sciopero, arma sindacale forse desueta, che fa un danno alle aziende ma anche ai colleghi. Ma la situazione è ormai tale che non si può più far finta di nulla.
Nella manovra citata c’è una norma che prevede altri prepensionamenti ma senza la contestuale messa in sicurezza del bilancio dell'Inpgi “attraverso l'allargamento della platea degli iscritti a professioni affini a quella giornalistica”. Che poi sarebbero i comunicatori, il cui eventuale passaggio dall’Inps all’Inpgi sarebbe una boccata d’ossigeno importante ma certo non risolutiva.
La drammatica situazione dell'Inpgi, rilevano i consiglieri nazionali Fnsi, “è il risultato di oltre un decennio di espulsioni, non accompagnate da un numero adeguato di nuovi contratti, dal mondo del lavoro, volute dagli editori e sostenute dai governi che continuano a utilizzare soldi pubblici per demolire il mondo dell'informazione professionale, senza mai affrontare in modo organico i temi che riguardano la lotta al precariato per favorire invece il lavoro regolare, come dimostra la sistematica bocciatura dal Parlamento degli emendamenti diretti a rendere più difficile lo sfruttamento dei giornalisti giovani e meno giovani”.
Ai Cdr il sindacato chiede di “verificare con attenzione e rigore che ogni richiesta di stato di crisi sia corredata dai corretti dati di bilancio, che non si ritorni al meccanismo delle liste di attesa che hanno provocato da parte degli editori la corsa ai prepensionamenti, e che al posto dei colleghi in uscita anticipata entrino nelle aziende solo ed esclusivamente giornalisti”.
Già, perché nella citata manovra si prevede che per ogni due prepensionamenti (passo avanti: finora era ogni tre) debba essere fatta almeno un’assunzione, ma (clamoroso ed epocale passo indietro) non necessariamente di un giornalista: è sufficiente una figura di una qualche competenza e utilità per l’azienda.
Di questi temi si parlerà nei tavoli sul lavoro, sulla riforma dell'editoria e sull’Inpgi chiesti dalla Fnsi e promessi dal governo. Stiamo aspettando.
Da ultimo, visto il periodo dell’anno, il consueto appello all’iscrizione. C’è sempre più bisogno che i colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non, precari e pensionati, si iscrivano al nostro sindacato unitario, unica difesa della professione. L’Assostampa Fvg ha da molti anni le quote d’iscrizione immutate, le più basse d’Italia. E c’è sempre la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita per i colleghi in difficoltà economica. Aiutateci a tutelare i più deboli, a difendere la professione, il lavoro, il contratto, le pensioni, i nostri enti di categoria, il diritto dei cittadini a essere informati e il dovere dei giornalisti di informare. Non ricordatevi del sindacato solo quando i guai toccano anche voi... Ancora buon anno.
*presidente Assostampa Friuli Venezia Giulia
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