Ho avuto il privilegio di conoscere Franco Battiato nei primi anni Settanta, a Trieste, quando veniva a suonare nel parco del manicomio di San Giovanni, agli albori della rivoluzione basagliana, e alle marce antimilitariste che i radicali di allora organizzavano da Aviano, base militare statunitense, al capoluogo giuliano. Poi tanti dischi, concerti, incontri, interviste... Sempre incuriosito e affascinato dal suo pensiero, dalla sua arte, dalla sua personalità originalissima. Ha fatto tutto: elettronica e avanguardia, pop e una nuova forma di canzone, e ancora regia, lirica, pittura, meditazione, ma soprattutto sempre grande musica, senza mai perdere di vista il mondo attorno. Mi piace ricordarlo con quei versi de “La cura” che somigliano a una promessa: “Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te...”.
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