martedì 16 febbraio 2016

BATTIATO RITROVA ALICE, PARTITO TOUR DA TRIESTE

di Carlo Muscatello TRIESTE Battiato e Alice, due nomi e una sola garanzia, sinonimo di qualità. Dopo una settimana di prove e l’anteprima di sabato al Comunale di Carpi, è partito ieri sera dal Rossetti di Trieste, strapieno, esaurito da settimane, il tour della ritrovata coppia. Un teatro toccato tante volte, negli anni, dai tour dell’artista siciliano e dell’interprete forlivese (che vive da tanti anni in Friuli, terra del suo compagno Francesco Messina), ma che non li aveva mai visti esibirsi assieme. Attacca il vecchio saggio da solo, piuttosto giù di voce. Apre le danze con "L'era del cinghiale bianco", brano che nel '79 dava il titolo all'album che, assieme a "Patriots" ('80), anticipò il trionfo nell'81 de "La voce del padrone", il primo ellepì italiano che superò il milione di copie vendute. Poi "Lo spirito degli abissi", "No time no space", "Shock in my town", "Le nostre anime". Soprattutto "Povera patria", insuperato grido di dolore (nel '91) dinanzi al degrado delle nostre istituzioni. Entra Carla Bissi, alias Alice. Assieme rendono omaggio a Claudio Rocchi, scomparso tre anni fa, rileggendo la sua "La realtà non esiste", emozioni underground targate anni Settanta. "Tutto l'universo obbedisce all'amore" e soprattutto "Prospettiva Nevskij" aggiungono un altro tocco di magia. Poi è il turno di lei da sola: "Il vento caldo dell'estate" (che nell'80 segnò l'inizio della collaborazione fra i due), "Per Elisa" (vincitrice a Sanremo nell'81), "Il sole nella pioggia"... E' uno spettacolo, un piacere vedere assieme, sullo stesso palco due artisti fra i più importanti della musica italiana degli ultimi quattro decenni, che hanno scritto - assieme e separatamente - pagine ormai passate alla storia della nostra canzone. Legati da una collaborazione e un sodalizio ormai antichi, Battiato e Alice intrecciano le loro storie in uno spettacolo che li vede in scena da soli, ognuno con alcune perle del proprio repertorio, ma anche assieme, nelle parti più emozionanti della serata. Pare che l’idea del tour sia nata nel settembre 2013, all’Arena di Verona, quando Battiato si esibì assieme ad Antony and the Johnson e Alice. E la reazione del pubblico fu molto calorosa soprattutto nei duetti fra i due artisti italiani. Da lì all’idea di una “reunion”, a pochi mesi dalla megaraccolta di lui “Anthology – Le nostre anime”, il passo è stato breve assai. Con loro, sul palco, gli archi dell’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Carlo Guaitoli, ma anche Angelo Privitera (tastiere), Davide Ferrario e Antonello D’Urso (chitarre), Andrea Torresani (basso) e Giordano Colombo (batteria). Si va avanti così. Qualche brano assieme ("Segnali di vita", "E ti vengo a cercare"...), altri ognuno per conto suo. Battiato fa la parte del leone, sfruttando un repertorio più ricco. Dal quale estrae "La stagione dell'amore", "Summer on a solitary beach", quel capolavoro inarrivabile che è "La cura"... Il duetto forse più atteso, "I treni di Tozeur", Eurofestival '84, ieri sera era previsto fra i bis. Trionfo di pubblico

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