mercoledì 7 aprile 2010

LADY GAGA / ITALOAMERICANI


Oggi Lady Gaga, ieri Madonna (peraltro tuttora assolutamente in pista...), l’altro ieri Frank Sinatra. Ma della lista, in bilico fra passato e presente, fanno parte fra gli altri anche Tony Bennett e Frank Zappa, Sonny Bono e Connie Francis, Frankie Avalon e Perry Como, Joe Satriani e i fratelli Porcaro, Don Costa e Gwen Stefani. E in fondo anche Bruce Springsteen, figlio dell’abruzzese Adele Zirilli, può essere inserito a buon diritto nell’allegra brigata.

Una brigata italoamericana, tricolore nelle origini ma rigorosamente a stelle e strisce nella scalata e nel mantenimento del successo. Una brigata che, di decennio in decennio, viene continuamente rimpolpata di nuovi arrivi. A dimostrazione di quello che, dal secondo dopoguerra a oggi (ma esistono sicuramente anche esempi precedenti), può essere considerato un incontestabile assunto: la musica popolare statunitense non sarebbe la stessa, se non ci fossero stati gli italoamericani. Un fatto di cromosomi? Un’antica predilizione per il belcanto? Una forte passione per la musica connaturata all’essere italiani? Chissà. Le ragioni sono difficili da identificare, ma il dato di fatto è sotto gli occhi, anzi, le orecchie, di tutti.

L’ultima italoamericana di successo si fa chiamare Lady Gaga, ma il suo vero nome è Stefani Joanne Angelina Germanotta. È nata a New York nel marzo ’86 da genitori palermitani. Cresciuta nel Lower East Side di Manhattan, a quattro anni già studia pianoforte, a tredici scrive la sua prima canzone, a diciassette ottiene l’ammissione anticipata alla Tisch School of the Arts della New York University, dove studia musica. Lavorando la sera, per mantenersi, anche come cameriera e spogliarellista.

Fan di Madonna (alla quale la accomunano, oltre alle origini italoamericane, gusto per le coreografie e colore dei capelli) e di Michael Jackson, ma anche di David Bowie e dei Queen: a loro si ispira per il nome d’arte, chiaro riferimento a ”Radio Ga Ga”, uno dei singoli di maggior successo del gruppo di Freddie Mercury (uscito nell’84, stava nell’album ”Works”).

Dopo gli esordi nel 2007 come autrice di pezzi per Britney Spears e le Pussycat Dolls, l'8 aprile 2008 - giusto due anni fa - Lady Gaga pubblica il suo primo album, ”The fame”, che la impone quasi subito come nuova protagonista di un genere a metà strada fra elettropop e dance. Nel disco c’è anche quella ”Poker face”, che - oltre a raggiungere il primo posto in classifica in una ventina di paesi - è stata uno dei tormentoni dell’estate musicale italiana dell’anno scorso.

”Paparazzi”, ”Just dance” (primo singolo tratto dall’album d’esordio), ”Bad romance” e la recente ”Telephone” (interpretata in coppia con Beyoncè, secondo singolo tratto dal nuovo album, ”The fame monster”, uscito nel novembre scorso) sono gli altri titoli dell’artista noti al pubblico, soprattutto giovanile, di mezzo mondo. E il 2010, per Lady Gaga, è cominciato con due Grammy Awards (per ”Poker face”, miglior brano dance, e per ”The fame”, disco elettropop dell'anno, che nel frattempo ha venduto oltre quattro milioni di copie) e con tre Brit Awards: miglior artista internazionale femminile, miglior album internazionale, miglior artista emergente. Che poi emersa, la biondissima Stefani Joanne Angelina Germanotta, in questo mondo dello spettacolo che viaggia a mille, lo è già da un bel pezzo...

Fin qui Lady Gaga, che prima o poi - c’è da starne certi - cederà il posto a un altro, o un’altra, discendente più o meno lontano, o lontana, di emigranti italiani partiti tanti anni fa dalla penisola per andare a cercar pane e fortuna in America.

Del resto, secondo l’ultimo censimento ufficiale, quello del 2000, quasi 16 milioni (il 5,6% della popolazione) sono le persone residenti negli Stati Uniti con ascendenze italiane, rappresentando così il sesto gruppo etnico della federazione.

Un dato peraltro in crescita, visto che nel censimento non ufficiale del 2006 il numero è già salito a 17,8 milioni (il 6% della popolazione), e visto anche che, secondo le associazioni culturali italoamericane, le persone che possiedono una qualche discendenza italiana nella loro famiglia sono oggi stimate in oltre venti milioni di persone. Fra le quali la passione per la musica, evidentemente, è un fatto di radici. Notoriamente difficili a cancellarsi.

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