sabato 12 marzo 2016

ADDIO A KEITH EMERSON

Keith Emerson, il virtuoso mago delle tastiere rock, già leader del leggendario trio Emerson Lake & Palmer, è morto ieri nella sua villa a Santa Monica, in California. Il musicista, che aveva settantuno anni, secondo quanto lasciano trapelare gli inquirenti, si sarebbe suicidato. Era considerato uno dei migliori pianisti della storia del rock, sapiente innovatore nell’uso dell’organo Hammond e dei sintetizzatori Moog. Nato a Todmorden, nello Yorkshire inglese, il 2 novembre 1944, Keith Noel Emerson - questo il suo nome completo - era poi cresciuto con la famiglia nel Sussex, dove cominciò a coltivare sin da ragazzo la sua passione per il pianoforte. Alternando l’ascolto delle big band americane a quello di classici come Bach e Prokof'ev, ma anche di jazzisti del calibro di Dave Brubeck e Art Tatum. Dopo alcune esperienze giovanili proprio nel jazz, forma il primo gruppo chiamato T-Bones, ma è solo nel ’67 che ottiene successo e popolarità con i Nice. La caratteristica? Neanche a dirlo: mischiare il rock con la classica, senza dimenticare l’amato jazz. Soprattutto grazie alle sue tastiere la band diventa una delle punte di diamante dell’allora nascente rock progressive. Memorabile una loro versione di “America”, di Leonard Bernstein. Il gruppo si scioglie, escono un album dal titolo “Keith Emerson with the Nice” e l’insuperato “Elegy”. Ma è tempo di supergruppi. Il nostro si unisce a Greg Lake (cantante, bassista e chitarrista proveniente dai King Crimson) e Carl Palmer (batterista già con gli Atomic Rooster). Nascono Emerson Lake & Palmer, che in breve diventano uno dei più importanti e amati gruppi di rock progressive degli anni Settanta. Primo album omonimo nel ’70, segue “Tarkus”, terzo capitolo “Pictures at an exhibition” (ispirato ai quadri di Musorgskij, di cui esiste anche il film del concerto). E ancora “Trilogy”, “Brain Salad Surgery”, “Welcome Back My Friends”... È soprattutto dal vivo che si svela il virtuosismo di Emerson, che ha un rapporto quasi fisico con le sue tastiere, paragonabile a quello che pochi anni prima Jimi Hendrix aveva con la sua chitarra elettrica. Nei concerti l’artista - che è anche il primo a suonare dal vivo un Moog, strumento realizzato appositamente per lui dall'ingegnere elettronico statunitense Robert Moog, che precedentemente era stato usato soltanto in studio di registrazione - si presenta circondato da un autentico muro di tastiere. Che accarezza, percuote, rovescia. Senza rinunciare a far emergere le sue doti tecniche e le basi classiche. Alla fine degli anni Settanta, dopo aver venduto milioni di dischi e tenuto tournèe milionarie in giro per il mondo, il gruppo di scioglie. Per Emerson carriera solista, qualche colonna sonora (fra cui per il film “Inferno”, di Dario Argento), tentativi di reunion con gli ex compagni, qualche tour e alcuni dischi. La reunion vera arriva nel ’92: album e tour mondiale. Ma si vive soprattutto sugli allori. Negli anni Novanta un periodo di profonda crisi, il divorzio, il trasferimento negli Stati Uniti. Il resto è discesa. Ma se n’è andato un grandissimo.

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