martedì 27 dicembre 2016

L'ADDIO A GEORGE MICHAEL

L’annus horribilis della musica si è portato via anche George Michael. La popstar inglese è morta il giorno di Natale. Arresto cardiaco mentre si trovava nella sua dimora londinese. Il suo vero “Last Christmas”, insomma, come il mondo dei social ha subito rilanciato ieri mattina, citando quello che era stato il suo più grande successo ai tempi degli Wham! Erano gli anni Ottanta. La carriera del duo più patinato della storia del pop durò appena cinque anni, dal 1981 al 1986. Sufficienti a lasciare un segno indelebile nella memoria musicale che abbiamo di quel periodo.
George Michael - vero nome Georgios Kyriacos Panayiotou, classe ’63, padre di origine greco cipriota - e il suo sodale Andrew Ridgeley, entrambi eleganti e bellocci, scelgono il nome ispirandosi a quelle tipiche onomatopee utilizzate nei fumetti (bang, slam, slurp...). Per un breve periodo, agli inizi, sono anche costretti a farsi chiamare - perlomeno negli Stati Uniti - “Wham! U.K.”, per non confondersi con un’altra band omonima e di precedente formazione che era abbastanza nota nel continente a stelle e strisce.
In una scena musicale stretta fra retaggi punk, cascami new wave e vecchio sano solido rock’n’roll (dall’altra parte dell’oceano le quotazioni di un certo Bruce Springsteen stavano infatti crescendo a vista d’occhio...), i giovanissimi George e Andrew si impongono come dorati testimonial di una vita spensierata, senza problemi, incline al divertimento. I campioni musicali, insomma, di quell’”edonismo reaganiano” raccontato negli stessi anni in Italia da Roberto D’Agostino a “Quelli della notte”. Ascoltare e vedere per credere i primi singoli con relativi videoclip del duo: “Careless whisper”, la citata “Last Christmas”, “Wake me up before you go-go”...
Nella loro breve carriera gli Wham! realizzano quattro album (“Fantastic”, “Make it big”, “Music from the edge of heaven”, “The final”), cui segue una decina d’anni dopo lo scioglimento “If you were there (The best of Wham!)”. Ma i materiali audio e video anche non ufficiali sono tantissimi. Ne abbiamo avuto testimonianza l’estate scorsa in una mostra al Visionario di Udine.
Fra l’altro, nell’aprile dell’85 gli Wham! sono il primo gruppo pop-rock occidentale a suonare nella Cina comunista. Due concerti, a Pechino e a Canton, in un momento in cui il Paese è ancora molto chiuso all’esterno e i due sono all’apice del successo.
Il megaconcerto “The final”, allo stadio di Wembley, nel giugno ’86 chiude col botto la carriera del duo. Soffocato dall’ego proprio di George Michael, impaziente di abbracciare una carriera solista che gli avrebbe portato altrettanti e forse ancor maggiori trionfi.
Da un lato la sua voce straordinaria, aggressiva e suadente, dall’altro una vita quasi “borderline”, vissuta di eccesso in eccesso, fra droga, guida in stato di ebbrezza, arresti, condanne, omosessualità prima nascosta e poi vissuta in maniera spericolata. Il coming out arriva solo nel ’98, quando viene accusato di atti osceni per delle avance a un poliziotto in borghese in un bagno di Beverly Hills. Per i tabloid è ovviamente un invito a nozze.
Soprattutto prima ma anche durante, i tour e gli album milionari si sprecano. Come “Faith” (’87), “Listen without prejudice Vol. 1” (’90), “Older” (’96), “Songs from the last century” (’99), fino a “Patience” del 2004. E senza contare le raccolte e i “live”.
Gli ultimi anni li trascorre più defilato. Nel 2011 a Vienna rischia la vita per una polmonite, si rimette in tempo per l’ultimo tour e la performance alla chiusura delle Olimpiadi londinesi del 2012. Poi l’addio, il giorno di Natale. Last Christmas, appunto.

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