domenica 6 marzo 2005

Fuori anche i Velvet e Franco Califano. Dopo Umberto Tozzi e Paola e
Chiara, ieri sera le giurie del Festival di Sanremo hanno fatto fuori altri
due «big», uno nella categoria gruppi e un altro in quella dei classici.
E possiamo tranquillamente dire che, almeno per quanto riguarda il gruppo di
«Dovevo dirti molte cose» (non gliene hanno dato il tempo, vien da
azzardare...), ma tutto sommato anche per l’eterno Califfo, la decisione
appare sbagliata assai. Peraltro in linea con quella che, nella serata di
mercoledì, ha bocciato l’ottimo gruppo salentino dei Negramaro. Del resto le
giurie, da che festival è festival, sono destinate a suscitare malcontento.
Anzi, quest’anno stanno limitando i danni allo stretto indispensabile.
Da segnalare al proposito la battuta polemica che un amareggiato Califano ha
riservato nei confronti di Pippo Baudo, commentando con Bonolis la sua
eliminazione: «Dopo tanti anni pensavo di meritarmi un premio. Ma quando me
lo danno ’sto premio? Ringrazio comunque Paolo del quale sono amico. Se sono
stato eliminato vuol dire che questo è un festival pulito: con Baudo non
sarebbe successo...», ha specificato il Califfo, che in passato ha
partecipato a un festival condotto e gestito come direttore artistico da
Baudo.
Bonolis si è salvato dall’imbarazzo così: «Ti ringrazio per le parole di
stima. Non condivido quello che hai detto di Pippo Baudo, che è un
professionista molto serio. Mi dispiace molto del risultato. Il tuo è un
brano veramente bellissimo, non escludo il tuo ritorno...».
Intanto la terza serata è stata segnata soprattutto dalla presenza di Will
Smith, l'attore e cantante americano che ha dimostrato in pochi minuti che
cosa significhi essere un performer completo. Altro che Mike Tyson... E
niente male anche l’argentina Lola Ponce, che il pubblico televisivo di casa
nostra aveva già avuto modo di apprezzare nei sabato sera di Panariello.
Fra i cantanti in gara, ancora una bella esibizione per Le Vibrazioni (in
perfetto stile pop-rock anni Settanta con la loro «Ovunque andrò») e per la
vera sorpresa di questo Festival: Nicky Nicolai e lo Stefano Di Battista
Quartet. Sono arrivati che pochi li conoscevano, hanno messo a tacere tutti
con una canzone («Che mistero è l’amore») e un’esecuzione di gran classe.
Ieri sera ancora splendido l’ottantunenne Nicola Arigliano, con la sua
coppola nera e la sua elegantissima «Colpevole». Un artista senza età,
commovente, che ha incantato la platea dell'Ariston.
Una curiosità: nell’ottobre scorso sia Arigliano che Nicky Nicolai con il
quartetto del marito sassofonista erano stati fra le stelle jazz del
Barcolana Festival, in piazza Unità, a Trieste. Pochi potevano immaginare,
quella sera, di ritrovarseli entrambi protagonisti della kermesse
nazionalpopolare per eccellenza, quella del Festival di Sanremo. Che invece
li ha accolti e li sta apprezzando come meritano.
Meritavano invece di uscire l’inutile Marcella Bella, l’accoppiata Cutugno e
Minetti, lo stesso Peppino Di Capri... Per non parlare di DJ Francesco e dei
Matia Bazar con la loro irritante, ennesima, nuova cantante: sarà anche
brava, ma perennemente e terribilmente sopra le righe.
Il Festival di Bonolis, comunque, ormai vola in alto, come da anni non si
vedeva. Almeno negli ascolti, che mai come questa volta sono il segno
tangibile del suo successo. Sono stati oltre quindici milioni e 101 mila,
infatti, i telespettatori che hanno seguito mercoledì su Raiuno la
trasmissione della diretta dall’Ariston (dalle 21.04 alle 22.56), con uno
share pari al 51,11 per cento; 52,80 la media ponderata tra le tre parti
della serata. Per tornare a questi livelli, bisogna tornare indietro di
dieci anni, al 1995, piena era baudiana. Quella poco amata da Califano...
Per il resto la diretta non si è scostata molto dal copione delle serate
precedenti: apertura con i giovani che cantano «Volare» di Domenico Modugno,
«Aida» di Rino Gaetano e «Fiori rosa fiori di pesco» di Lucio Battisti. Tra
gli opinionisti arrivano Sergio Endrigo (che ha regalato parole di saggezza)
e Marino Bartoletti.
Anche ieri sera, fra le canzoni, i vistosi abiti di Antonella Clerici (ormai
massacrata a forza di perfide battute dal prode Bonolis...), il piglio da
cartone animato di Federica Felini, c’è stato spazio per la beneficenza per
il Darfur e per presentare il progetto «Un sogno per il Gaslini», che vede
come protagonisti cinque atleti azzurri assieme ad altri cinque vincitori
delle paraolimpiadi di Atene 2004.
Yuri Chechi, Igor Cassina, Gianmarco Pozzecco, Antonio Rossi e Alessandra
Sensini hanno parlato dell’impegno preso per la ristrutturazione
dell’abbazia di San Gerolamo di Quarto, adiacente all’Istituto Pediatrico
Gaslini, da destinare a strutture non mediche dove sia possibile rendere più
sereno il periodo di convalescenza degli oltre trentamila bambini ricoverati
ogni anno nella struttura ospedaliera genovese.
Bonolis, nel suo progetto di festival ironico ma attento all’impegno
sociale, ieri sera ha trovato spazio anche per una toccante parentesi
dedicata al grande Tiziano Terzani. Un bel pensiero.
 

Nessun commento:

Posta un commento