domenica 14 settembre 2008

FEST / ROTOTOM


«Fest», la fiera internazionale dell’editoria scientifica triestina, è stata cancellata. Oppure, nella migliore delle ipotesi, verrà trasformata in qualcosa di molto diverso: una sorta di biennale. Ma gli organizzatori delle due edizioni di successo svoltesi l’anno scorso e quest’anno (ad aprile 45 mila visitatori, 160 avvenimenti, trecento ospiti internazionali, oltre centomila euro di libri venduti) ancora non lo sanno. Peggio, lo hanno appreso da una dichiarazione alla stampa del presidente della giunta regionale Renzo Tondo: «Ho chiesto ai sessanta consiglieri regionali, solo uno sapeva cos’era Fest». Ignoranza loro, magari? «Sarà. Comunque è cancellata». Testuale. E senz’appello. Alcune voci si erano diffuse già nella primavera scorsa, a conclusione della seconda edizione della manifestazione. Ma la conferma, completa di spiegazione, arriva ora anche dall’assessore regionale Alessia Rosolen: «Sì, Fest come Fest non ci sarà più. Ma la Regione ha in mente un progetto importante sulla divulgazione scientifica, che sappia coinvolgere il territorio e gli enti locali. L’idea è quella di organizzare una sorta di biennale: un anno Innovaction a Udine e un anno Fest a Trieste, ma con una formula completamente rivista».

L’assessore al lavoro, università e ricerca spiega che vanno individuati percorsi e situazioni diverse, di maggiore presenza sul territorio, in grado di collaborare maggiormente con le istituzioni e gli enti locali. «Non ci si deve limitare all’editoria e alle conferenze, bisogna elaborare un progetto più ampio», dice.

Un problema anche di soldi? «Certo, la Regione quest’anno ha contribuito all’organizzazione di Fest con 650 mila euro. Un altro milione e 200 mila se n’è andato per Innovaction. È chiaro che in tempi di ristrettezze economiche e di tagli ai bilanci, si tratta di contributi pesanti, che vanno ripensati e razionalizzati».

Il futuro sembra dunque segnato. E già in queste ore si dovrebbe decidere se partire nel 2009 da Udine o da Trieste. Dove intanto qualcuno aspetta una comunicazione ufficiale, che non è ancora arrivata.

«Il mese scorso - dichiara Sergio Fantoni, direttore della Sissa e presidente del consorzio di Fest - abbiamo presentato alla Regione una nostra proposta triennale per il futuro della manifestazione, proprio per poter lavorare con tranquillità e poter pianificare per tempo le prossime edizioni. Per ora abbiamo ricevuto solo una risposta interlocutoria, nella quale l’assessore competente si riservava di esaminare la questione».

«Ovviamente - prosegue Fantoni - la dichiarazione di Tondo non mi ha sorpreso. Conoscevo l’opinione che il presidente della giunta ha di Fest, e temo non ci siano molte speranze. Un po’ perchè la nostra manifestazione è vissuta dall’attuale maggioranza come una creatura di Illy, e come tale va cancellata. Un po’ anche per problemi di budget: in tempi di vacche magre, anche il contributo a Fest, che comunque è molto inferiore a quello percepito da Innovaction, è a rischio...».

Ma il direttore della Sissa pone l’accento anche su un problema di tempi. «Noi aspettiamo ancora una risposta ufficiale dalla Regione, ma è chiaro che più passa il tempo più calano le probabilità di riuscire a fare qualcosa di dignitoso. Già ora, se avessimo una risposta positiva domani mattina, probabilmente saremmo in ritardo per poter mettere in cantiera una buona terza edizione per la primavera prossima...».

Terza edizione che, a questo punto, probabilmente non vedrà mai la luce. La prima si era svolta nel maggio 2007, fra l’ex Pescheria, la Stazione Marittima, il Teatro Miela e altri siti cittadini, riscuotendo un buon successo di pubblico e molto interesse fra gli addetti ai lavori.

La seconda edizione, quella svoltasi dal 16 al 20 aprile di quest’anno, quasi interamente al Molo Quarto, come si diceva ha segnato un vero boom di numeri: 45 mila visite, oltre 100 mila euro di libri venduti, centosessanta presentazioni e avvenimenti, trecento ospiti provenienti da tutto il mondo. Insomma, quello che si dice un successo di pubblica e di critica.

Secondo i suoi organizzatori Fest voleva essere «un laboratorio di idee per sperimentare nuove forme di dialogo tra la scienza e i cittadini, un festival dei media scientifici dove i protagonisti sono libri, riviste, radio, tv, web e blog, esposti in una grande libreria multimediale e interattiva suddivisa per aree tematiche».

Una sorta di grande libreria attorno alla quale quest’anno ha ruotato «un fitto programma di eventi, incontri, convegni, mostre, rappresentazioni teatrali e cinematografiche dedicate a temi di dibattito e attualità scientifica, per comprendere il mondo in cui viviamo».

Va annotato che per anni Trieste si è interrogata sull’opportunità e la possibilità di diventare sede di un grande evento (festival, rassegna o quant’altro), in grado di trasformarsi anche in un volano turistico. Diciamo allora che in questi due anni «Fest» aveva dato l’impressione di poter diventare qualcosa di simile. Ora, dinanzi alle decisioni della nuova giunta regionale, tutta la questione va riconsiderata. E bisogna inventarsi qualcos’altro.

Intanto, c’è un’altra manifestazione regionale che rischia grosso. Si tratta del Rototom Sunsplash di Osoppo, in Friuli, che dopo quindici edizioni può ormai essere considerato il più grande festival europeo di musica e cultura reggae. Quest’estate, oltre ai maggiori artisti del settore (compreso uno dei numerosi figli di Bob Marley, musicista pure lui), c’era anche la ministra della cultura giamaicana, a suggellare un gemellaggio ormai consolidato.

Ma nei giorni del festival, nel parco di Osoppo, ogni anno girano droghe e droghette, come documentato nelle pagine di cronaca nera dei quotidiani regionali. E su questo fronte la giunta regionale vuole dare un segnale chiaro. Dunque stop ai finanziamenti pubblici al Rototom Sunsplash. Che l’estate prossima, con ogni probabilità, verrà organizzato da qualche altra parte.

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