venerdì 22 marzo 2013

disco LELIO LUTTAZZI x 90 anni da nascita

Un regalo speciale per i novant’anni, che Lelio Luttazzi avrebbe compiuto il 27 aprile, se non ci avesse lasciato nell’estate del 2010. È il cd “Buon compleanno maestro!”, ventidue brani curati e assemblati con affetto in un ritratto del musicista (ma anche presentatore, attore, regista, showman...) triestino. Mina apre con “Chiedimi tutto”. E chi ha la fortuna di essere all’ascolto ritorna come per incanto agli anni Sessanta, alla televisione in bianco e nero, all’eleganza senza tempo di un’epoca già consegnata alla storia dello spettacolo italiano. Insomma, al grande Lelio. La raccolta unisce idealmente nel tributo artisti diversi fra loro per storia e anagrafe. Tutti in qualche modo legati all’artista. Ecco allora Sophia Loren, che canta “Perchè domani”. Ma anche Arisa, con quella “Sincerità” che ha regalato a lei la vittoria a Sanremo Giovani 2010 e a noi l’ultima occasione di vedere il musicista triestino in tivù, ad accompagnare al pianoforte la cantante sul palcoscenico del Teatro Ariston. Sempre da Sanremo, ma di quest’anno, arriva Simona Molinari per riproporre quel gioiellino di “Dr. Jekyll Mr. Hyde”: brano ovviamente penalizzato dalle giurie, ma di valore assoluto. E in questa versione, al posto del duetto della cantante con l’italoamericano Peter Cincotti, che l’ha affiancata al Festival, c’è il vocalizzo originale del maestro. Renzo Arbore, che ha sempre confessato la sua dedizione per Luttazzi, entra nella partita con una frizzante “Souvenir d’Italie”. Fiorello, al quale si deve il merito di aver riportato per la prima volta in televisione il musicista triestino dopo troppi anni di volontario esilio, gioca le sue carte nientemeno che con un medley, nel quale spiccano “Canto anche se sono stonato” (più avanti nel cd interpretata da par suo anche da Christian De Sica) e “El can de Trieste”. Nutrita la schiera dei jazzisti, dei colleghi: Stefano Bollani anche cantante in “Legata a uno scoglio”, Renato Sellani e Massimo Moriconi in “Vecchia America”, Rita Marcotulli e Danilo Rea in “Muleta mia”, Dado Moroni in “Messaggio”, Franco D’Andrea in “Mi piace”, Enrico Intra in “Per Lelio”... Lui, “el giovanoto mato”, duetta da par suo con le gemelle Kessler (“Uno come me”) e con Julia De Palma (“Mia vecchia Broadway”). Ma è magicamente presente in tutta la raccolta, che brilla per eleganza, brio, garbo e raffinato humour. Proprio l’eredità che ci ha lasciato il nostro. Sembra di risentirlo raccontare le lezioni di piano che il burbero don Krizman gli dava a Prosecco quand’era bambino, la scoperta del jazz attraverso i primi dischi di Louis Armstrong, le serate swing all’Hotel de la Ville sulle Rive triestine che dopo la guerra pullulavano di americani... Bel disco. Bel tributo. Bel pensiero. Una di quelle opere che donano immortalità a un artista.

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