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martedì 6 gennaio 2015
RESSEL BROTHERS, disco e Frank Get al Light of day
S’intitola “To milk a duck” l’album di debutto dei triestini Ressel Brothers, il cui cantante e bassista Frank Get - è confermato - parteciperà il 16 gennaio alla settimana conclusiva del “Light of day”, nel Nerw Jersey, ad Ashbury Park.
«La band - spiega Frank Get, vero nome Franco Ghietti, cambiato “perchè il mio cognome è impronunciabile all’estero...” - nasce un anno fa dopo lo scioglimento del gruppo Tex Mex, da cui proveniamo tutti e tre: Sandro Bencich, Joe Thomas e io. Abbiamo deciso di prendere il nome da Josef Ressel (nato in Boemia nel 1793, morto a Lubiana nel 1857, vissuto fra Trieste e l’Istria - ndr) e da qui abbiamo cominciato».
Ressel, l’inventore dell’elica?
«Sì, ma anche della posta pneumatica, dei cuscinetti a sfera, di tante altre cose. Fu anche propugnatore del progetto di riforestazione del Carso, che nel 1800, a causa dell’intervento umano, era ridotto a un’arida pietraia. Con l’introduzione del pino nero, unico esemplare in grado di attecchire e di favorire il ripristino della flora autoctona, si è ottenuto il risultato che è sotto gli occhi di tutti».
E ricordarlo che cosa significa per voi?
«Usare il suo nome vuol esser, oltre che un omaggio, anche uno stimolo per valorizzare il patrimonio di casa nostra, che è molto più ricco di quel che si crede. Fra l’altro un brano, “Propeller blues”, parla proprio dell’invenzione dell’elica e dell’esperimento fatto nel golfo di Trieste nel 1829 con il piroscafo Civetta, prima nave con l’elica, che tentò la traversata seguendo la rotta verso Venezia. Purtroppo ci fu un guasto al motore e per motivi di concorrenza fu impedito il prosieguo degli esperimenti».
Torniamo al gruppo.
«In pochi mesi abbiamo scritto, prodotto e registrato i brani. Questo primo cd è uscito praticamente di getto. Anche le registrazioni sono quasi tutte realizzate “al primo colpo”».
Gli altri brani?
«”Broken dreams”, “Never say goodbye”, “No man’s land” raccontano di storie vissute e legate al nostro territorio, mentre “Is gonna be all right” è una disamina sulla difficile situazione attuale. “Never give up” è il brano da cui è stato tratto il videoclip ufficiale: è un segnale di speranza, la band è infatti formata da due “anziani” e un giovanissimo talento nostrano, appena ventenne».
Incontro di generazioni, insomma.
«Abbiamo puntato su questo, per non disperdere l’esperienza e il lavoro della “vecchia guardia”, anzi metterla al servizio delle nuove generazioni. Una scommessa sul futuro...».
Che significa il titolo?
«”To milk a duck” è un modo di dire per fare una cosa impossibile. È più o meno quello che stiamo provando a fare...».
Al disco - che verrà presentato il 31 gennaio al Naima, l’ex Macaki di viale XX Settembre, in una serata firmata Trieste is rock - hanno partecipato anche la sezione fiati della Sip band (Angelo Chiocca, Andrea Bortolato, Andrea Cheber ) e le coriste Katy Maurel, Elisa Bombacigno e Tina Krmac.
Ma, come si diceva, nel frattempo è stata anche confermata la prestigiosa partecipazione di Frank Get, il 16 gennaio, alla settimana conclusiva del Light of day, nel Nerw Jersey, ad Ashbury Park. Il concerto benefico itinerante voluto e sponsorizzato da Bruce Springsteen per raccogliere fondi per combattere il Parkinson è ormai un evento mondiale, che tocca tante città in tanti paesi (un mese fa è passato anche da Muggia).
«Nel 2012 - ricorda il rocker triestino - ho partecipato a un “Light of day” suonando assieme a Willie Nile, Joe D’Urso, James Maddock, Graziano Romani, Jesse Malin, Israel Nash Gripka. Sono rimasto in contatto con Joe D’Urso, organizzatore dell’evento, e quest’anno ho suonato con lui a un “private party”. Dopo un paio di mesi mi è arrivata la proposta per fare un set acustico durante la settimana conclusiva, allo Stone Pony ad Ashbury Park».
Alla quale parteciperà anche il giornalista e scrittore triestino Daniele Benvenuti, autore di un fortunato libro su Springsteen.
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