lunedì 17 gennaio 2011

DISCHI / C.DE ANDRE'

Un padre, un figlio. Cristiano De Andrè ci ha messo molto tempo per confrontarsi, dal vivo e su disco, con il grande patrimonio lasciato - non tanto a lui quanto alla cultura del nostro Paese - da suo padre, l’inarrivabile Fabrizio De Andrè. Ma ora che la remore e le paure e le timidezze sono state superate, in quel repertorio paterno si muove con grande sicurezza e bella padronanza dei propri mezzi interpretativi.

Dopo il tour “De André canta De André”, durato quasi due anni con oltre mezzo milione di spettatori, e dopo il ”Volume 1” del disco omonimo, l’artista torna con una nuova raccolta, che non poteva che intitolarsi “De André canta De André – Vol. 2” (Universal).

Dieci brani registrati dal vivo nel corso delle quasi cento tappe del tour: ”Anime salve” e ”Nella mia ora di libertà”, ”Don Raffaé” e ”Cose che dimentico”, ” duménega” e ”La collina” (che comprende anche una ”reprise” strumentale del brano), ”Bocca di rosa” e ”Crêuza de mä” (dove conferma di muoversi perfettamente a suo agio nel dialetto genovese), ”La canzone dell'amore perduto” e anche un medley con ”Andrea”, ”La cattiva strada” e ”Un giudice”. Un medley che è forse il momento più alto dell’intero album.

Va detto subito che, per quanto il primo capitolo fosse filologicamente corretto al punto da essere ben accettato dai tanti cultori di Faber e considerato da molti come uno dei migliori dischi italiani del 2009, questa seconda parte è persino meglio. Suona bene, il risultato è molto più rock dell'originale. E Cristiano riesce a proporre delle riletture che, pur non tradendo la lezione paterna, risultano alla fine piacevolmente personali.

Il disco è accompagnato dal dvd ”Notturno dell'Amistade”, che contiene le riprese video di tre brani: ”Disamistade”, ”Franziska” e ”Valzer per un amore”, registrati nel concerto del luglio 2010 al Castello Pallavicino di Varano De' Melegari, a Parma, con la partecipazione dell’Orchestra Vianiner Philharmoniker di Giancarlo Guarino, e con l’accompagnamento, per ”Disamistade”, del Coro della Cappella Farnesiana diretto da Antonello Aleotti.

La sensazione è che il giovane De Andrè (ma a fine dicembre ha pur sempre compiuto 48 anni...) sia oggi un uomo e un artista maturo, che ha finalmente raggiunto un proprio equilibrio dopo anni fragili e spericolati.

Anche il fatto di essersi scrollato di dosso l’ombra pesante di cotanto padre, rileggendone mirabilmente il repertorio, fa parte di questa crescita umana e artistica. E ci regala un Cristiano De Andrè nuovo, quasi in pace con se stesso e con il mondo. Dal quale, dopo il pagamento di questo debito familiare, è lecito e legittimo attendersi grandi sorprese.





NANNINI

Secondo Wikipedia (e tante vecchie biografie), Gianna Nannini è nata a Siena il 14 giugno 1954. Dunque è recentemente diventata mamma di Penelope a 56 anni e mezzo, e non a 54 come quasi tutti hanno detto e scritto. Ciò chiarito, il suo nuovo album ”Io e te” (Rca) è fortemente influenzato dall’esperienza della sua discussa maternità, considerata da molti fuori tempo massimo. Sulla gravidanza prima e sulla nascita poi, sono stati versati fiumi di inchiostro e scomodati opinionisti, sociologi e ginecologi.

Ora lei rilancia già in copertina, col bel pancione e la maglietta con la scritta ”God is a woman”, Dio è donna. Una provocazione che richiama quella di trent’anni fa, quando la rocker toscana mise sulla copertina dell’album ”California” una Statua della libertà che impugnava un vibratore a stelle e strisce, richiamo del brano ”America”, inno all'amore fisico e alla masturbazione.

Ora spiega così la copertina col pancione: «Faccio le copertine sempre quando sto cantando. Ero così in quel momento, che ci dovevo fare? Ma i testi (ai quali hanno collaborato Pacifico e la scrittrice Isabella Santacroce - ndr) non sono riferiti alla mia figliola perchè li avevo scritti prima».

Ciononostante, dopo tutto questo can can mediatico, è difficile ascoltare i dodici brani - tra i quali una bella cover del sempreverde ”Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno - senza pensare alla sua recente maternità.

Si parte con ”Ogni tanto”, ultima canzone incisa in ordine di tempo, ma brano di lancio dell’album, dedicata all’amore inteso come entità e «mai sprecato». Si prosegue con ”Ti voglio bene” e l’affetto che «desidera il meglio per l'altro», con ”I wanna die 4 u” (l’amore come rischio), con ”Dimentica” (la necessità a volte di perdonare), con il lamento malinconico di ”Perchè”, il refrain rock di ”Perfetto”...

Disco registrato a Londra, coprodotto dalla Nannini con l’esperto Wil Malone. Già primo in classifica. 

NANNININA 

DAFT PUNK Un 2011 con il botto per i Daft Punk che hanno cominciato l’anno festeggiando dalla vetta della classifica di iTunes con la colonna sonora del film di animazione Disney. La pellicola è il sequel del film culto di fantascienza dell’82. Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter sono tornati dopo tre anni di silenzio con un album che è più di una semplice colonna sonora, trattandosi di inediti registrati al Lyndhurst Studios di Londra con un’orchestra di cento elementi che nel singolo ”Derezzed” trova il suo apice: un episodio conciso, solo un minuto e mezzo di musica, ma di grande atmosfera. L'album è uscito in Italia in diversi formati: cd standard che contiene la colonna sonora e un libretto di 20 pagine, una ”deluxe edition” che contiene un doppio cd (cd colonna sonora e cd con 17 minuti di immagini del film e 20 minuti di tracce extra) e in digitale sia in edizione standard che deluxe.

 



QUINTORIGO Completamente in inglese il nuovo album dei Quintorigo, la band nata nel ’96 e conosciuta dal grande pubblico soprattutto per due comparsate, nel ’99 e nel 2001, a Sanremo. Il gruppo ha chiamato l’attrice Juliette Lewis a suggellare con la sua voce due brani del disco: ”How does it feel?” e ”Lies!”. Dopo la tournee ”Play Mingus” e l’album del 2008 ”Quinto - Play Mingus” (il gruppo ha appena partecipato a Umbria Jazz Winter proprio con una serata dedicata al grande contrabbassista americano), la band ha vinto il Top Jazz nel 2009 come miglior formazione jazz dell'anno. Per il suo nuovo progetto ha però deciso di rimodellare la propria idea di rock italiano aperto alle contaminazioni più varie, memore del fatto di aver proposto da sempre originali mix di suoni e generi musicali (classico e rock, jazz e punk, reggae e funky e blues). Anche stavolta dimostrano versatilità e grande capacità creativa, con un occhio - anzi, un orecchio - alla genialità sperimentale del grande Frank Zappa. I Quintorigo sono appena partiti in tour dal Teatro Verdi di Cesena. 



Nessun commento:

Posta un commento