lunedì 24 gennaio 2011

LIBRI SU GIORNO DELLA MEMORIA

"Chi pensa che i bambini non ricordino sbaglia di grosso". Saggio ammonimento di Hannelore H. Headley, sopravvissuta all’Olocausto, scelto come citazione introduttiva di ”Eravamo bambini, Fuga dal ghetto verso la libertà” (Elliot, pagg. 207, euro 16), di Kathy Kacer e Sharon McKay. Che hanno raccolto storie di donne e uomini ebrei che durante la guerra avevano fra i tre e i dieci anni. Descrivono i momenti iniziali della follia chiamata nazismo, la deportazione nel ghetto, la fuga dall’orrore, la vita in clandestinità nelle foreste, la fame e il freddo, la morte dei genitori. Ma anche l’aiuto ricevuto da quanti li protessero e li accolsero come figli, permettendo loro di sopravvivere. E di poter dire oggi: «In Europa, nel 1939, l’uomo nero è esistito per davvero. Ha spalancato le porte delle nostre stanze gridando con una voce orribile e ci ha strappati via dai nostri letti...».

Quello di Kacer e McKay non è l’unico libro - fra quelli legati al tema della Memoria, e pubblicati in occasione del 27 gennaio - dedicato al punto di vista e alla sensibilità dei più piccoli. Einaudi manda in libreria ”Qui non ci sono bambini, Un’infanzia ad Auschwitz” (pagg. 185, euro 24), di Thomas Geve. Che dice: «Sono nato nel 1929 e nel 1933 i nazisti prendono il potere: l’unico mio ricordo è la persecuzione». L’autore aveva tredici anni quando venne deportato ad Auschwitz e assegnato ai lavori forzati, per colpa di un aspetto apparentemente più adulto. Un particolare che gli salvò la vita, perchè «i bambini al di sotto dei quindici anni vengono mandati direttamente alle camere a gas». E il giovane Thomas, grazie alla tortura di quei lavori forzati, era ancora vivo nell’aprile 1945, quando gli alleati entrarono nel lager e liberarono i prigionieri. Allora fissò su carta ciò che aveva vissuto, trasformando il retro dei formulari delle Ss nei 79 disegni che compongono questa testimonianza.

Quante storie come queste, nei libri che escono in occasione del Giorno della Memoria. ”Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia”, di Mario Avagliano e Marco Palmieri, è un'ampia scelta di testimonianze: la cronaca della persecuzione, gli arresti, le deportazioni spesso concluse con la morte. Per ripercorrere tutta la storia della persecuzione antiebraica in Italia tra il 1938 e il 1945, dalla campagna di propaganda antisemita all'emanazione delle leggi razziali, dall'internamento sotto il fascismo alle razzie e agli arresti nella Repubblica sociale italiana, dalla fuga in clandestinità al concentramento nei campi italiani, dalla deportazione nei campi di sterminio al ritorno dei (pochi) sopravvissuti.

”Intervista a Primo Levi”, a cura di Anna Bravo e Federico Cereja, riporta in primo piano un intervento del 1983, già tradotto in molti paesi, nel quale lo scrittore racconta la vita quotidiana ad Auschwitz, i volti e le storie dei personaggi dei suoi libri. E quello che Levi definisce ”il galateo del lager”, ovvero i rapporti tra i prigionieri, l'ottusità che li aiuta a vivere in quel mondo senza umanità e senza morale. Con ”Hotel Baalbek”>, Fred Wander racconta la Marsiglia del 1942: una città corrotta ma meravigliosa, dominata dalla violenza, pervasa da oscuri traffici, in cui confluiscono migliaia di ebrei provenienti da ogni parte d'Europa, nella speranza di trovare un modo per fuggire oltreoceano, per scappare dalla Gestapo nazista. ”Uno su mille”, di Alexander Stille, parte dalla proporzione di italiani ebrei nel 1938 per raccontare la storia di cinque famiglie ebraiche durante il fascismo: i torinesi Ovazza e Foa, i romani De Veroli, i genovesi Teglio e Pacifici...

Altri titoli: ”I nomi dei deportati” (per Mursia), ”La bontà insensata” di Gabriele Nissim, ”Visitare Auschwitz” di Carlo Saletti e Frediano Sessi, ”Un ebreo come esempio” di Jacques Chessex, ”Addio Vienna” di Ludmilla Helga Siersch, ”Anne Frank, La voce dell'Olocausto” di Francine Prose, ”Giusto tra le nazioni” di Joseph Kertes... Pagine scritte nel dolore. Per non dimenticare. 

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