domenica 29 aprile 2012

FEGIZ: IO ODIO I TALENT SHOW...

Mario Luzzatto Fegiz odia i talent show perchè hanno posto fine alla dittatura della (sua) critica. Parte da questa autoironica constatazione lo spettacolo “Io odio i talent show - Adesso canto io”, con cui il giornalista e critico triestino ha debuttato l’altra sera al Teatro Verdi di Milano (oggi pomeriggio ultima replica).
«Nello spettacolo - spiega Fegiz, nato a Trieste nel ’47 - interpreto me stesso, ovvero un critico musicale in pieno psicodramma. Un tempo temuto e rispettato, mi trovo a dovermi confrontare con una nuova realtà: quella dei social network, dei talent show, dei televoti, degli sms, di improbabili giudici dal retroterra culturale esile».
Ancora: «Abituato dagli anni Settanta a fare il bello e il cattivo tempo, oggi mi scopro esautorato da una contestazione che agisce in tempo reale, con i fan degli artisti pronti a cogliermi in fallo fra lazzi e insulti. Addestrato a operare con delle certezze planetarie come Elton John o i Beatles, o con personaggi italiani di grande caratura, scopro una sgradevole realtà: artisti che io detesto o ignoro hanno successo anche senza la mia benedizione».
Lo spettacolo - nel quale Fegiz è affiancato dal cantante e chitarrista Roberto Santoro e dal fisarmonicista russo Vladimir Denissenkov (già con Moni Ovadia), mentre la regia è affidata a Maurizio Colombi, che firma lo show con Fegiz e Giulio Nannini - fa affiorare fatti e misfatti, episodi e aneddoti e a volte misteri legati ai protagonisti della musica leggera italiana e internazionale. Da Luigi Tenco a Fabrizio De Andrè, da Lucio Dalla a Vasco Rossi, da Laura Pausini a Eros Ramazzotti, senza dimenticare “artisti da talent” come Giusy Ferreri, Marco Carta, Alessandra Amoroso, e con puntate all’estero per Elton John, Michael Jackson, Madonna.
Nel lungo monologo, un crescendo tragicomico, che via via assume le sembianze di una sorta di delirio-vendetta-sfogo, il critico si descrive così: «Di mestiere faccio quello che vi dice se vale la pena di spendere cinquanta euro per un concerto o quindici per un cd. Per misteriose ragioni da quarant’anni costringo pubblico e artisti a confrontarsi con la mia incompetenza. E ho visto cose che voi umani neanche potete immaginare...».
Ma com’è nato questo spettacolo, al di là della provocazione dichiarata già nel titolo? Lo storico critico del Corriere della sera, che è anche voce e volto popolare della radio e della televisione, da tempo teneva - una volta anche a Udine - dei “reading” teatrali su argomenti musicali ma non solo. Poi, dopo un recente passaggio al Folk Club di Torino, nel quale aveva posto le basi dello spettacolo con l’aiuto di Beppe Carletti dei Nomadi e dello stesso Denissenkov, la decisione di “passare dall’altra parte della barricata”. Scoprendosi doti di istrionico intrattenitore inaspettate solo per chi non conosce il nostro.
«Maria De Filippi - racconta ancora Fegiz - mi aveva chiamato per scrivere le note di copertina dell’album per i dieci anni di “Amici”, dove sono stato tante volte ospite. Le risposi che potevo solo scrivere che odio i talent show. A lei la cosa piacque, e il mio testo si trova sul sito della trasmissione».
Il resto è l’incontro con il regista Maurizio Colombi e con Claudio Trotta, che produce lo spettacolo per Barley Arts. Dopo il debutto milanese, da ottobre è in programma il tour nei teatri. E un libro, intitolato ovviamente “Io odio i talent show”.

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