domenica 20 maggio 2012

BIAGIO ANTONACCI mart a Trieste

«A chi non so dire no? Beh, ai miei figli, Giovanni di dieci e Paolo di sedici anni. Non sono un padre com’è stato il mio con me, fatico a prendere posizioni categoriche».
Confessione di Biagio Antonacci, il cui tour fa tappa domani alle 21 al PalaTrieste. Un tour che fa seguito alla pubblicazione del nuovo album, intitolato per l’appunto “Sapessi dire no”, presentato un mese fa al Cinema Teatro Odeon di Milano, in collegamento con altre 35 sale cinematografiche, fra cui anche il Cinecity/The Space di Trieste.
Ma figli a parte, il cantautore lombardo, alla vigilia dei cinquant’anni (è nato nel novembre ’63), ammette di aver imparato anche a dire tanti no. «Ora so dichiarare, senza rimanere schiavo dell’educazione, se una cosa non mi va più. Sono perfino capace di alzarmi da tavola se la cena è in compagnia di gente sgradevole...».
Ancora Biagio: «Il saper dire no è un’esperienza che viene vissuta, da ogni essere umano, come una negazione, quando invece, il più delle volte, rappresenta la manifestazione di un atto di maturità e rispetto verso la vita degli altri. Sapere dire no è un’esperienza molto più frustrante non per chi riceve questa limitazione, ma bensì per chi ha il compito di intonare un secco e sgradevole “no” che in realtà spesso cela un grande gesto d’amore».
Non dire sì a volte fa paura. «Ma saper dire no a chi si ama è quasi sempre fonte di dolore o mortificazione, perchè mette a repentaglio dinamiche istintive che spesso appartengono alla sfera degli affetti più intimi. Saper dire di no a un figlio, alla persona che ami o a qualcuno che condivide con noi qualcosa di importante è sicuramente un modo per definire e marcare un nuovo punto di partenza o un nuovo modo di vivere e vedere le cose. Sapere dire di no è un passaggio, un attimo di profonda crescita che arricchisce sia i fautori che i destinatari di questa iconica esperienza verbale».
Il nuovo album, che verrà presentato nel concerto assieme ai classici di una carriera ormai lunga, è dedicato alla vita in tutti i suoi aspetti e si chiude - nei crediti - con una toccante dedica a Lucio Dalla: “Maestro di musica e poesia”. La copertina è del grande Milo Manara.
Disco e concerto semplici. «Ho scoperto l’essenza. Tutti i concerti italiani sono sempre complicati da strutture e sovrastrutture come schermi e megaschermi che non servono a niente. Io ho optato per una passerella lunga tutto il palasport e per avere sette musicisti. Credo di poter arrivare alla gente nella maniera più semplice ed efficace possibile, sapendo che quel luogo non è nato per fare musica».
«Sento grande emozione a presentare questo disco - prosegue Antonacci -, è una nuova esperienza, ho qualche anno in più, sono cresciuto come cantautore e come uomo. È un album poco preparato, alcuni brani sono nati mentre stavo già lavorando e - anche se si dice sempre... - penso davvero che questo sia il mio album migliore».
Fra le quattordici nuove canzoni che compongono il disco, c’è spazio anche per una critica alla degenerazione della politica e della televisione. In “Naturale” il cantautore parla delle persone che cambiano solo perche sono andate in tv. «Il post-popolarita è pericolosissimo - sostiene -, la popolarità ti gonfia un po’...».
E poi c’è “Con infinito onore”, nella quale «c’è un politico fuori tempo e modo che non riesce a uscire dal suo stato: è talmente invischiato nel suo mondo che non riesce a cambiare».
Altri brani: “Insieme finire”, “Dimenticarti è poco”, “Sono stato innamorato”, “Dormi nel cuore”, “Liberandomi di te”... Il tour, che domani sera è a Trieste, prosegue fino alla fine di maggio. Per riprendere in autunno.

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