mercoledì 7 novembre 2012

DE ANDRE' e GABER, cofanetti il 13-11

Fabrizio De Andrè ci ha lasciato l’11 gennaio ’99, doveva ancora compiere 59 anni. Giorgio Gaber è mancato il primo gennaio 2003, di anni ne avrebbe compiuti di lì a pochi giorni 64. Entrambi sono ancora vivi nel panorama musicale e culturale del nostro Paese, oltre che nel ricordo del pubblico che li ha seguiti e amati, grazie alle tante e immortali canzoni che ci hanno lasciato. Il calendario ora li accomuna con due pubblicazioni, previste entrambe il 13 novembre. In quella data usciranno infatti sia “I concerti” del cantautore e poeta genovese (sedici dischi e un libro di 192 pagine, su etichetta Nuvole Production/Sony Music), che il triplo cd “...io ci sono” dell’artista milanese di origine triestina. Partiamo da De Andrè. L’opera propone la raccolta completa in sedici dischi dei suoi otto tour, da quello del ’75/’76 (“La Bussola e Storia di un impiegato”) fino all’ultimo, “Mi innamoravo di tutto”, del ’97/’98, molti dei quali passati anche da Trieste e dal Friuli Venezia Giulia. Come non ricordare i concerti al Rossetti: il primo febbraio ’79 (recupero della data prevista il 29 dicembre ’78 rinviata per afonia dell’artista), il 3 aprile ’93, il 18 novembre ’97. Ma anche l’accoppiata dell’agosto ’81, prima a Lignano Sabbiadoro e poi a Monfalcone. Moltissimi possono dire con orgoglio: io c’ero... Accanto alla fotografia “live” della poetica del grande Faber, accanto all’anima musicale, la sua storia viene ripercorsa anche attraverso un libro illustrato: riproduzione di schizzi originali dei palchi, foto di scena, immagini del backstage e d’archivio mai pubblicate, memorabilia, manoscritti, semplici appunti. E siamo a Gaber. Il triplo rilegge cinquanta canzoni della sua straordinaria carriera, dai primi passi nel rock’n’roll italiano fino al teatro canzone “inventato” con Sandro Luporini. Si comincia da “Ciao ti dirò”, la prima incisa nel ’59 ma anche l’ultima cantata dal vivo, con Adriano Celentano su Raiuno. Ma poi sfilano anche Luciano Ligabue (“Qualcuno era comunista”) e Laura Pausini, Claudio Baglioni e Franco Battiato (“La parola io”), Ivano Fossati e Lucio Dalla, Gianni Morandi e Gianna Nannini, e ancora Jannacci (“Una fetta di limone”), Ranieri, Vecchioni, Antonacci, Vanoni, Arbore (“Non arrossire”), D’Alessio, Finardi, i “nuovi” Daniele Silvestri (“Il signor G nasce”), Samuele Bersani, Dente, J Ax e Articolo 31 (“Io non mi sento italiano”), Emma e Noemi, Baustelle e Negramaro. Pochi di loro hanno avuto il coraggio di rileggere Gaber alla loro maniera. Le interpretazioni sono quasi tutte filologicamente rispettose dell’originale. La perla del disco è quella regalata da Patti Smith, alle prese con la versione inglese di “Io come persona”. L’artista statunitense ha partecipato quest’anno al Festival Gaber che si tiene ogni estate a Viareggio, dicendo fra l’altro: «Sono molto intrigata da Giorgio Gaber, un artista di cui sto ancora approfondendo la conoscenza e l’immensa produzione. Ritrovo i miei pensieri nelle sue canzoni...». E sostenendo inoltre di aver ritrovato le stesse considerazioni nel suo “People have the power” nei testi del “Signor G”. Del cofanetto esce anche una edizione “de luxe” che presenta tre brani in più: la versione per solo piano di Roberto Cacciapaglia di “Non arrossire”, “Quando sarò capace di amare” proposta da Ron e la storica cover di “Lo shampoo” firmata da Mina. Entrambe le pubblicazioni sono realizzate a cura e sotto l’attenta supervisione delle fondazioni alle quali gli eredi di Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber hanno affidato il grande patrimonio lasciato dai due grandi artisti.

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