domenica 3 maggio 2015

ADDIO A CHIARA STRUTTI, DONNA DELLA "RIVOLUZIONE BASAGLIANA"

Chiara Strutti amava la vita. E alla vita è rimasta aggrappata fino all’ultimo, fino a quando l’altro giorno si è dovuta arrendere a un male che si era palesato all’inizio dell’anno scorso, poche settimane dopo aver festeggiato con la figlia Caterina e pochi cari amici il suo sessantesimo compleanno. La psichiatria, la rivoluzione basagliana hanno segnato e indirizzato la sua vita. A diciotto anni volontaria nel manicomio di San Giovanni, è fra i ragazzi che organizzano i primi concerti (Ornette Coleman, Area, Giorgio Gaslini...) che aprono il grande parco ai giovani, alla città, alla libertà. Una lunga carriera professionale partita dall’equipe di Franco Basaglia la porta a lavorare in Italia e all’estero: dopo Trieste, le periferie degradate di Napoli, le banlieu a Parigi, altri manicomi ad Atene. E ancora Belgrado, l’Albania, la Colombia, il Nord Africa. In Argentina e Uruguay collabora a importanti cambiamenti nella legislazione minorile e a programmi di formazione teorica e pratica del personale locale. In Tunisia cura progetti per facilitare l’accesso dell’infanzia e dell’adolescenza ai servizi sanitari. Impegni con l’Organizzazione mondiale della sanità, con l’Unicef. Progetti per le Nazioni Unite, per il ministero degli Affari Sociali in Francia, per la Cooperazione allo sviluppo italiana: psichiatria ma anche programmi sociosanitari a favore dei “bambini di strada” e dei minorenni ad alto rischio. Missioni sul campo nelle Villas Miserias, aree urbane marginali di Buenos Aires e Montevideo: un progetto dal nome “Ninos de la calle”, che diventa “Pibes unidos”. Poi di nuovo Trieste, Gorizia. Fondatrice fra l’altro della Conferenza per la salute mentale nel mondo intitolata a Franco Basaglia. Sabato 16 maggio alle 18, nel roseto di quel parco di San Giovanni che l’aveva vista arrivare ragazza, la ricorderanno in una cerimonia laica quanti l’hanno conosciuta e apprezzata. (Ca.m)

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