domenica 31 maggio 2015

NUOVO ALBUM EROS RAMAZZOTTI, PERFETTO

«Quando si finisce un lavoro - dice Eros Ramazzotti, classe ’63, in carriera da oltre trent’anni -, un progetto o qualsiasi altra cosa, la si guarda, le si dà l’ultimo ritocco e poi si dice: perfetto. Ecco, il mio disco l’ho voluto chiamare cosi, un’espressione usata in tutto il mondo e riconoscibilissima...». Spiegata la genesi del titolo - che è comunque anche quello di una delle canzoni del disco -, ascoltiamo il nuovo lavoro del cantante romano, che fra l’altro è una delle pochissime popstar italiane conosciute in mezzo mondo. L’album - dodicesimo in studio, che arriva dopo il successo di “Noi” - esce infatti in una sessantina di Paesi. Già nel singolo che ne ha anticipato l’uscita, “Alla fine del mondo”, si coglieva una voglia di cose nuove, una sana curiosità per suoni e atmosfere in passato non frequentate dal nostro. Brano dal sound internazionale, che forse sorprende i vecchi seguaci del nostro perchè strizza l’occhio a sonorità country-folk, con l’utilizzo di strumenti acustici molto particolari. E poi quel testo (firmato dallo stesso Eros con la collaborazione di Francesco Bianconi dei Baustelle e del “Kaballà” Giuseppe Rinaldi), che è un vero e proprio inno alla libertà: per amore si va fino “alla fine del mondo”, si possono attraversare praterie sconfinate, territori inesplorati, insidie, pericoli. Quasi come moderni Don Chisciotte, per seguire un sogno siamo disposti a combattere contro i mulini a vento, contro giganti reali o immaginari. Per amore si corre liberi come “la pietra rotolante” di Bob Dylan, si muove “il cielo, il sole e l’altre stelle” come nella Divina Commedia di Dante. Il video - girato tra il deserto dell’Almeria, nel sud della Spagna, e la periferia di Milano - è il giusto compendio di un brano del genere. Ma tutto l’album - registrato a Los Angeles - conferma la scelta del cantautore romano: suoni semplici e diretti, arrangiamenti complessi e articolati, sonorità pop che più volte cedono a tentazioni country, folk e rock. Fra gli autori che affiancano Ramazzotti, da segnalare l’eterno Mogol, ma anche Federico Zampaglione e Pacifico, oltre ai citati Kaballà e Francesco Bianconi. Fra i musicisti che suonano nel disco, pezzi grossi come i batteristi Vinnie Colaiuta e Jim Keltner, i chitarristi Michael Landau, Lawrence Juber e Tim Pierce, il bassista Sean Hurley. Insomma, disco italianissimo che vibra di un’anima internazionale utilissima per essere accettato - e venduto - in tutti i continenti. Fra i brani, oltre a quelli citati, “Il tempo non sente ragione”, “Sbandando”, “L’amore è un modo di vivere”, “Tra vent’anni”... Il nuovo tour partirà l’11 settembre da Rimini, avrà una sola tappa triveneta (16 e 18 settembre, all’Arena) e altre tre più o meno vicine alla nostra zona: 22 settembre a Lubiana, 24 settembre a Belgrado, 22 ottobre a Monaco di Baviera.

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