martedì 26 maggio 2015

DI TRAPANI (USIGRAI) OGGI LUN 25-5 A TRIESTE

Da anni aspettiamo una riforma della Rai, che liberi il servizio pubblico dal controllo dei partiti e dei governi. E ora che la riforma pare in dirittura d’arrivo, il timore di molti - sindacato dei giornalisti in testa - è che si tratti in realtà di una sorta di controriforma. «L’azienda - conferma Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai e gruppo di base della Fnsi, che partecipa oggi alle 17 al Circolo della Stampa di Trieste (Corso Italia 13) a un dibattito organizzato sul tema dall’Assostampa Fvg - ha approvato un progetto di riforma delle news che non ci piace: sembra essere pensato come operazione esclusivamente contabile, senza prendere in considerazione il prodotto e senza un’idea strategica per assicurare ai cittadini più informazione, e di migliore qualità». Voi invece cosa proponete? «Il progetto dell’azienda non parla di valorizzazione dei territori. La Rai, invece, deve tornare a essere presente in ogni provincia». Come nel Friuli Venezia Giulia? «Sì, la vostra sede regionale può essere presa d’esempio sia per la copertura capillare che per l’informazione e i programmi in lingua slovena. La Rai deve tornare a essere più vicina ai cittadini, unici proprietari del servizio pubblico». Il web? «Nel piano aziendale non si parla di web. L’informazione, soprattutto per giovani, passa da lì: per costruire la Rai del futuro bisogna mettere in campo un’idea strategica di presenza sui “social” e su tutte le piattaforme». L’approfondimento? «Oggi gran parte dell’approfondimento non è gestito dalle testate: un errore. Che determina anche un aumento dei costi. A nostro giudizio, quell’informazione deve tornare a essere guidata dalle testate giornalistiche. Ecco perché questi temi sono i pilastri della proposta Usigrai, la piattaforma RaiPiù, approvata con un referendum tra tutte le giornaliste e i giornalisti Rai con l’82% di sì». Nei giorni scorsi siete stati sentiti dall'ottava Commissione del Senato. «Siamo andati insieme Fnsi e Usigrai: il sindacato dei giornalisti unito per chiedere che finalmente si liberi la Rai dai partiti e dai governi, e la si restituisca ai cittadini. Abbiamo incontrato anche i presidenti del Senato e della Camera, siamo stati ascoltati in Commissione parlamentare di vigilanza Rai». Rischiamo di passare dal controllo dei partiti all’uomo solo al comando? «Lo dicevamo negli anni passati, lo diciamo ora. Un sindacato serio non cambia idea in base al colore del governo di turno. Renzi ha promesso: vogliamo prendere la Rai, eliminare gli sprechi, e restituirla ai cittadini che sono i veri titolari del servizio pubblico». «Noi - conclude Di Trapani - ci crediamo. Ma il disegno di legge non va in questa direzione. Anzi, rafforza il peso del governo e della maggioranza parlamentare».

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