giovedì 30 luglio 2009

TRIESTE ROCK FESTIVAL


Cala il sipario su Trieste Loves Jazz (ne scriviamo qui sotto), e l’attenzione si sposta su un altro appuntamento ormai fisso delle estati musicali triestine. Stiamo parlando del Trieste Rock Festival, giunto alla sua sesta edizione, che si terrà in piazza Unità domani, sabato e domenica.

Partenza tutta italiana, domani sera con inizio alle 21, con Claudio Simonetti e i suoi Daemonia. L’ex leader dei Goblin, noti soprattutto per le colonne sonore dei film di Dario Argento (in particolare ”Profondo rosso”, del ’75), terrà un concerto dedicato in gran parte alle colonne sonore cui ha legato il suo nome, con annessa proiezione di spezzoni dei ”suoi” film. Serata dunque all’insegna del binomio cinema e musica. Aprirà la serata il gruppo delle Ratzgirls.

Sabato sarà di scena uno dei gruppi storici del progressive inglese degli anni Settanta, i Gong. <IP0>Sono la band formata nel ’67 dall’australiano Daevid Allen, già con i Soft Machine. In oltre quarant’anni, attorno all’eclettico e anticonformista musicista sono nati tanti gruppi satellite, denominati Gong Global Family. Attualmente, la formazione comprende ben cinque membri originari: Daevid Allen, voce e chitarra; Gilli Smyth, voce; Steve Hillage, voce e chitarra; Miquette Giraudy, voce e tastiere; Mike Howlett, basso. Con loro Chris Taylor alla batteria e Theo Travis ai fiati. A distanza di tanti anni, i Gong restano il simbolo di una stagione in cui il rock era ancora il territorio ideale per la sperimentazione. Aprono la serata i triestini Underhouse, vincitori del concorso Opening Band Live Music.

E siamo al gran finale di domenica, con i Van der Graaf Generator di Peter Hammill. Qui stiamo parlando - come ben sanno gli appassionati del genere - della punta di diamante del genere progressive sviluppatosi in Inghilterra a cavallo fra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta. Il gruppo nasce nel ’67, all’università di Manchester, attorno al cantante Peter Hammill. ”The aerosol grey machine”, nel ’69, è il loro primo album. Ma dopo ”The Least We Can Do Is Wave To Each Other” e ”H to He, Who Am the Only One”, usciti nel ’70, è soprattutto con ”Pawn Hearts”, del ’71, che il gruppo decolla.

Curiosità: i Van der Graaf, come anche Genesis e King Crimson, all’inizio ebbero più successo in Italia che nella loro Inghilterra. Oggi, dopo alterne vicende e l’uscita di Jackson, il gruppo è un trio: Peter Hammill (voce, chitarra, pianoforte), Hugh Banton (tastiere, basso, chitarra) e Guy Evans (batteria). Gli stessi di tanti anni fa. Protagonisti della serata triestina.

«Siamo soddisfatti del cast proposto quest’anno - dice Davide Casali dell’Associazione Musica Libera, che organizza la rassegna col Comune di Trieste -, perchè prosegue sulla linea tracciata nelle scorse edizioni. Continuiamo insomma a puntare sui grandi nomi, italiani e stranieri, che hanno scritto la storia del pop/rock degli anni Settanta. E visto l’interesse che questo genere e il nostro festival continuano a suscitare, anche fra i giovani, siamo convinti di essere sulla strada giusta...».

L’ingresso alle tre serate è libero.

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