lunedì 10 agosto 2009

CONCERTI, SETTORE SENZA CRISI


Nell'estate della grande crisi economica, c’è un settore che viaggia a gonfie vele. Ed è quello della musica dal vivo, nel quale cantanti e gruppi - più stranieri che italiani - si rifanno con gli interessi della crisi che da anni sta falcidiando l’industria discografica.

Un esempio? I biglietti più cari, ieri e l’altra sera a Zagabria per gli U2, costavano la bellezza di 280 euro cadauno. I più economici quaranta, un prato settanta, una dignitosa tribuna centoquaranta. L’agenzia triestina Multimedia, che ha anche riempito di fan cinque bus, rientrati dalla capitale croata ieri mattina alle sei, ha venduto in tutto milletrecento biglietti. Lasciamo a voi il calcolo della cifra complessiva che Trieste ha versato nelle casse di Bono e compagni, cui vanno peraltro aggiunte tutte le ovvie e sacrosante spese di contorno: un panino, una bibita, un gelato, la benzina per chi è andato con la propria auto...

Ma quella degli U2 è solo la punta dell’iceberg. Il pubblico regionale ha appena speso, senza batter ciglio, belle cifre anche per le altre star che hanno animato l’estate musicale 2009: fra i 65 e i 130 euro per vedere da vicino Madonna, fra i 35 e gli ottanta per vibrare all’unisono con Bruce Springsteen, fra i 35 e i cinquanta euro per vedere Laura Pausini o per passare ”Ancora una notte insieme” ai Pooh. E poi quaranta per Lenny Kravitz e Paolo Conte, fra i trenta e i trentacinque per David Byrne, fra i venticinque e i trenta per Cristiano De Andrè, venti per Goran Bregovic e Vinicio Capossela.

E sono in tantissimi che si sono già prenotati per i Coldplay il 31 agosto allo Stadio Friuli di Udine (quarantamila biglietti già venduti, a un costo che spazia fra i 35 e i cinquanta euro) e per Claudio Baglioni il 4 settembre a Villa Manin (fra i 25 e i sessanta euro). Cifre alle quali vanno sempre aggiunti i famigerati diritti di prevendita, un buon quindici per cento: anomalia tutta italiana, visto che all’estero se copri un biglietto in anticipo ti fanno pure lo sconto...

Insomma, si risparmia su tutto ma non sul concerto del proprio artista preferito. Forse perchè, mentre il disco ormai te lo puoi scaricare a piacimento, con buona pace delle case discografiche che hanno tentato di chiudere le stalle quando i buoi erano già scappati, lo spettacolo dal vivo rimane un evento unico, in qualche modo irripetibile, non ”piratabile”.

Artisti e organizzatori lo sanno. E ne approfittano. Il costo dei biglietti - legato ovviamente alle pretese delle star - ha subito nel corso degli ultimi anni un aumento molto forte. Assolutamente non paragonabile con quello di altri generi e quello più generale del costo della vita.

A farne le spese, per ora, oltre ovviamente al pubblico che paga, sono gli artisti diciamo così ”di fascia media”. Soprattutto italiani. Ferma la star Vasco Rossi, e con Ligabue che sta preparando la maratona all’Arena di Verona (otto concerti che sono appena diventati dieci, fra settembre e ottobre), gli altri tirano un po’ la fiacca. Al massimo qualche concerto a ingresso gratuito, pagato dagli sponsor o dagli enti locali. E in autunno si vedrà.

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